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Angela Fragiacomo
Le 655 poesie di Angela Fragiacomo
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Ristagnano
di vita perduta, certi sapori
sorprendono la mia bocca, ritornandomi
E scavi, come l'acqua la pietra
l'anima, che ti ha amato e dilatato pensieri fertili
tra le cose
E mi respiravi, mi tenevi a te
e mi respiravi ch'eravamo un solo
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*
Entrando
il tuo profumo
ovunque tue le cose, incespicando
sorridendo
Mi segue, la tua breve assenza
Armadi colmi
di storie raccontate
traboccanti disordini abitudinari
indizi d'amore
Altri appesi, attendono sceneggiature
da
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| Oscuro il tratto, d'indole innata
neghi
Pensi forse sia immunità al male
la bontà esibita
Chi ti viene a parlar di cose, taciute
e ti spogli
Chi ti afferra le viscere, ai torti subiti
e ti scaglieresti come condanna
Chi
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*
Di voli d'angeli e novizie vergini
Saturando spazi ancora ignudi, ricavarne oro
tra i capelli
Vorrei virare il cielo al blu
ed io giù
comporre, arabeschi di stelle
con le bocche
E riderne a crepapelle...
In quegli amori
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*
Piove la notte
impressionando i vetri
che tutto pare farsi liquido, lamento
Liquidi i miei occhi
le mie mani
l'amore
un maglione caldo, di latte
sul cavallo a dondolo d'un bimbo
Dimenticherei me
non conoscendo nome o
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Dentro...
Sfacelo d'ogni sillaba
strappata agli occhi, bianchi
di bianca spuma e singhiozzi
Ora asciutto è il silenzio
e tace la ragione dei santi
e tace ogni alba, ogni tramonto
Cosa siamo
in questo vuoto d'anime e
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*
Voglio
la paternità di cambiare idea
istantanea, arbitraria sino alla morte
L’irreprensibilità sia, ai posteri miei
Ho
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*
Oscurità
concubina, mi cinge
crisalide d'istanti
Pensieri
-mani-
non fan rumore poggiandosi
carezzano
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| Se quel ch'è stato è
nelle pieghe più voraci dell'anima
Ti prego sfogliami
come vento i rami d'autunno
arginami il mare dentro
come promontorio
Se c'è stato l'eterno
allo scoccar scintille, ti
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Ti ostini, non ti fermi
t'adoperi in questo e quello, ed altro
attento, a rubar tempo all'ozio
Sopprimi
noia, esecrabile vizio del tempo -lento-
e gioie, e dolori, dannati
scoli d'un fiato, al buio d'occhi
Non c'è tempo
per
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| M'accarezza
tutto il tempo, il tuo pensiero
costante come acqua cheta
Mi sei
certezza adamantina
d'un legame sotteso
Solleticano, un sorriso al volto
impronunziabili istanze
improvvise irrompono, parole
d'un dialogo muto
Trepida
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| *
Una ferita a bocca aperta
lama nel verde
piaga, l'ombelico del Mondo
E urla l'aria strozzata
da dove scorge l'universo
l'alta cima della Sequoia Gigante
Possente s'abbatte, percuote
sanguina e muore, mille volte mille
e
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Ti attendo
da quando ancora non mi conosceva età
da quando la vita, era un abito da indossare
sul corpo umido d'amore
Avevo sete, indomabile mi risucchiava il primo alito
ed avevo fame, neonata
così ti attendevo
Presagio
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Osservare un bottone
il dito che lo percorre,
occupa lo spazio, sguardo fisso
Mantenere l'attenzione
al cerchio blu, il particolare
non lasciar che deragli, ancora
La Mente
Dove va quando si perde
in binari morti, sbanda sbatte, si
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| Malinconia m'avvolge
come una vecchia coperta, calda
A mio agio, da qui
ti sento
salirmi dentro, inumidirmi labbra confuse
Ti parlo
attraverso vie imperscrutabili, nel silenzio
forse, da prima di tutta la pioggia
E t'ascolto
a ridosso
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Fruste e velluto
oh qual Natura!
Mi schiaffeggia, blandisce d'ambre e rubini
sanguigna, m'appassiona
D'apogei
mi lusinga, aromi drogano la mia mente
e sciamano lastricando visioni, polvere
d'albe neonate
Tal che
del suo alito
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Cammina
senza interrogare la strada, che ti porta
sarò quel passo che decidi
Cammina
senza chiedere
lascia che ti mostri quanto è lieve il tuo andare
sarò il vento, che sospinge l'ora e s'ingrazia il
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Sarò con te in quel sogno
tienimi le mani
Accarezza
i miei abbracci colmi
è questa la vita che chiede, quando tutto
dà principio al tuo ritorno
E le tue mani a me si posano
come posa il vento alle foglie e s'allenta
e
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E questa, amico mio
è tua più del vero
scrigno dei miei segreti, seminerò per noi
briciole di pane
A te che non domandi,
che non chiedi in cambio d'esser, amore
e disegni a memoria le mie grazie
a piedi nudi
A te che
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L’insofferenza agita
uno sfarfallio di falene al buio
ed ombre gutturali s'allungano, intrepide
sotto nera veste
Agita e graffia
sfrontata, l’insofferenza
la fa da padrona
in questa gora di ripensamenti
Riesumati
in ossari segreti, pesano
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*
Il tempo
ha la sua verità, intrinseca
getta il superfluo, seppellendo le ossa
D'un amore
impossibile
vinto nell'apparirci del giorno,
affina i ritratti sotto nuove lune
opalescenti, appaiono ora lievi
E pure vi furono adamantini
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*
In un limbo da dove
suoni e rumori e la tua voce, odo come ali
fruscianti, quasi indistinguibili
galleggio, con vago sorriso
Non è pago
non è morto
insano nel suo bozzolo sta, e rigira
indefesso
il mio sommerso
Promuovono
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| Errori
che non ripari
Un giorno nasce
ed ecco improvvisa, la vita
sbanda
Da lì
il poi
La strada dietro, svanisce
come un ricordo mai percorso
Nell'ovatta
il cuore fermo,
eco d'un battito sciupato,
rielabora ostinato, figure
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| Sono belle
occhi lucidi sotto il trucco
labbra profferte
risa antiche
Sono madonne
a braccetto, nei loro tubini neri
nei jeans a pelle, tacco dodici
ammiccanti
gomito a gomito, con lacrime irrisolte
Ti sfigurano
le donne sole,
col loro
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*
E ricucio le fila
d’un ordito andato perso, scomposto
nell’attimo in cui i miei occhi
illanguidivano
Di lana e seta, intrecci
caldi selvaggi e cedevoli, odorano di sottobosco
girano intorno ai miei
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| Chi sei
tu
che m'attrai e respingi, onda e risacca
impenitente
che pazzo m'afferri e porti via
come misfatto
Mi denudi
quando piango e rido e piango
e ridi
ed io, a perdifiato su spiagge dorate
di sole
perlate di lune
Inventi per me
in
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*
Di sabbia e piume
l'attimo
s'insinua e fugge alle mie mani,
solleticandomi, appena
Sì che un sorriso
s'accende
in minuscole, graziose iperboli
tra gote rosa
Mi pizzica
mio, un sussurro
albeggia d'oro schiudendosi
- portami con
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*
Viaggio
è dove spogli il tempo
e indossi i tuoi occhi
A baciare fragole in autunno
e sculture sabbiose
ch'al tuo passaggio, dileguano
E cammini
percorri a palmo
odorando, lasci aperte porte a sbatter nel vento
e quel ch'entra,
leggi
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| *
Rintocchi
qualcosa aldilà di me, scorre
non s'arresta, prende le sue forme
il tempo, fa ostaggi
Percorsi saggi
brevi
o lunghi, m'avvicina a sé e trascina
questo tempo, inclemente, sordo
ha fretta
Qualcosa mi muore
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*
Ecco che mi rapisce
ritmo muove i fianchi
Sin nelle mani s'insinua
il batter del tempo e dentro
seguo, roteo passi
Ballo
come dovessi
viver di quello, come non dovessi più
camminare, ma danzare
al tocco
segnando il
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655 poesie trovate. In questa pagina dal n° 511 al n° 540.
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