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Angela Fragiacomo
Le 655 poesie di Angela Fragiacomo
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Ho disarcionato sogni,
ferivano anch'essi
mentre
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una violenta torsione del busto
ai piedi del tempo,
e destarci!
Azzerando, riedificare vette
allettati dal sogno
smottando preconcetti terreni,
estrarre l'oro senza ferire
dagli esimi fallimenti
balzare laddove abbiamo perso l'ardire
abiti
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| Se infine giungo qui,
questo il mio bagaglio
di poche cose ho bisogno
il velo rosa, di nonna
lo spazzolino
un poco di sapone grezzo.
In quel che resta d'un passaggio nascosto,
drappi attaccati ai rami
un abito sdrucito addosso.
Se giungo
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| - stai dentro l’emozione -
è dolore, puro liquido
alla gola
affoga ogni alito, si fa denso
fibrilla lento
narciso, mi ama come sé
a me s'immola,
confonde furore e sangue
del vissuto e l’oggi, l’ora.
Al peso
divengo
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| medesima,
ti ho visto amare in silenzio
degluitire puntine da disegno
stringere spalle al maltolto
masticando orgoglio e pane quotidiano
chiudere ciglia
ti ho visto piangere di gioia
vomitare disprezzo,
asciugarti di rabbia ingerita a
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| quello schiocco su ginocchia molli
spezzò catene
lasciai al torrente in fuga il resto
a piedi nudi nel fango
quando udii lo schiaffo
scansai la morte
l'accolsi in viso
e come ridevo
piangendo fitti rami d'ulivo
urlavo, squarciando
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| mi cattura nella quiete d'una sponda.
Mi fermarono piedi
vi posi occhi
l'albero mi diede ombra, dormii
fu oblio di dolore a raggiungermi
dolce, chicco dopo chicco
d'uva pienai mani e orme
ne bevvi, pungente
sul ciglio di questo
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| nella notte che ci cova
consòlati odorar sottana, unta
tra pelle e lenzuola
stropìcciati l'occhi
scrutami palmi e affonda
sguardo nei solchi del tempo
di segni forieri consùmati
ché l'uno all'altra arranchiamo
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| di memoria dolce
d'alito l'attese, concise
condensa in gocce
tutto cola, su vetri in disordine
ora, che gelo nega
spazi, attimi confusi
da leone brado
affilo coltelli
lucido versi
sfilo d'innanzi braccia incipienti
e rido, così
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vuoti pieni giocano a rimpiattino
freddo in questo inizio stagione
sale invertebrata l'inquietudine
profuma di solitudine incerta
arpeggia di certa memoria
persi riferimenti sotto lame di luce
fugge comprensione al tempo
divora contorni
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assolta irradia
concentriche melodie
.
sinapsi d'estasi
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sminuisce il sole al
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il dolore s'annida
su fogli senza sonno
nel taglio d'occhi gonfi
nel verso che di te si veste
di latte, in eclisse sul petto
chiaro sentore d'argento
e avverto
tuo come mio ogni urlo
come tratto accordato
bene
male
d'amare
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| fragilità
ci distinguono e accomunano
nel divenire d'acque incerte
cristalli al fiume
è una fune sul fato
il pencolare in verticali ansie divinatorie
anela all'immenso l'incedere
teniamoci forte, aggrappati a ferite
cicatrici
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| m’ingozza
venia, crescente la nausea s'avvinghia alla lingua
avrò da sputare che mi son persa un dente
mordendomi le labbra sul bordo dell'arena
sangue dunque, non ne sento più l'odore
assuefatta al sapore acre, addento idiozie a
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Séguito con piccole dita un disegno su pergamega
m'accorgo che non sei qua.
Dovresti.
Trascorsi,
sono giorni rientrati in profili e fessure.
Noi che non conosciamo inganno:
l'aver taciuto un sentimento in avanti nel tempo,
una
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| permani vivo e molle
ho gettato tutto per salvarmi la pelle
molto oltre lo strappo
sfrattato dalle mie notti deboli
impunito abiti finestre d’ipnosi
sosti sul davanzale, pencoli
rapace di sorriso genuino
in occhi d’avvento senza via di
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| reinventiamo scenari
fulminei al trotto
solo un tocco di campanile
su binari veloci scalpita
slitta un presente attento
ha piega purosangue
ingabbia paure e anni, e noi
strappiamo loro ali, non voglio avere piume nere
e sui sepolcri
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saremo storia sui banchi
avremo capitoli a parte
sottotitoli in grassetto
parolieri rubarono tutto
su banchine di frutta e zucchine
ai vecchi al bordo del giorno
erano loro che arrendevano l'evidenza:
nessuna offerta promozionale e nel
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| È un risveglio piegato tra cuscino e lenzuolo
bagnato
nodi spessi irrigati d'inutili frammenti
comincio sollevando ossa dal letto
segue la carne muta
gomitoli svolti
appesi alle sedie in cucina per i gatti
insaziabili, ciondolano
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| quanti cadaveri dietro
ad Est
non me ne sono accorta
trafugavo distanze già sepolte
volare basso
cercando un sasso su terra ferma
nell’esalazione cadere lenta, graffiando il senno
sentire l’istinto scalciare in guanti
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imparerò
ingannerò il profumo del dolore
farò a meno di respirare
ammansirò aliti di solitudine
sulla pelle assorbente
e sul collo un mordente appetito
cancellato il nome alla porta
pianterò limoni in
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| Non saprò mai quale dei tuoi desideri
le tue manine calde stringevano
e gli occhi grandi
nell'attimo eterno tra la nostra e la tua anima
l'infinito, chiuso in uno schianto
mi riecheggia nel sangue
mi scorre circolare una follia che
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| dicevo che non so nulla
ed è vero, ché non l’avrei colmato il buco nero, e tu
in pensieri lunghi
quasi un sogghigno, mentore d’un amore
che non fa rima con niente, neppure distrattamente
inerpicatosi sui nervi, cura e male
da
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| cadono i miei occhi
se pensarti non m’è concesso
se luna e sole e stelle infine non hanno nome
al confronto
e le mie mani
posando gesti, se non alle tue carni a sera
al ritorno da misfatti, quotidiani adagi
mi rimembri tra dita di fame,
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| chiederemo perdono al mondo
sfacciati
assenti imperdonabili
ineccepibili
schiantiamo verità, riverberano liquide l'immenso
olografico, solo cristalli, corroso senso del poi
è tempo di colore
sul dolore è tempo
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| c'è che mi stanca quel troppo che stroppia
vivendo, indiscutibilmente tosto è
l'impegno, in decisioni diverticolari
m'è finito anche il carbone
ed il copia incolla appiccica le dita
l'amore è semplice e il resto,
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| una lettera lunga e spumosa
parole da un'estremità all'altra
soprattutto, uno spolvero di zucchero sulle ferite
spogliami meli dai grani
e sugli strappi toppe di pandolce
sfogliami quel che credi e all'angolo snocciolami
un ceder a
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di miele e sale
sbatte con cura un piacere narciso
s'accascia sicura
distrattamente
velatamente puttana, lei mente
soave
sa farti star male tra lenzuola di seta
sa afferrarti di schiena
in controluce maschile
lei
si fa oggetto
del tuo
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| il ricordo appeso
è uno zaino leggero e fedele
e non se ne vedono più di quei baci bambini
noi, non lo sapeva nessuno, l'amore ignorante
ti ha adottato la notte più buia
c'è che non ti ho salvato
ora che
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chiesi al mio specchio
l'animo, che t'indusse a tradirmi in un solstizio
pura banalità, fatale, non sai il male ingoiato
tra un pasto e l'altro, docile non detto
chiesi ai miei occhi acquosi
come colui che passandomi accanto, poi
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655 poesie trovate. In questa pagina dal n° 421 al n° 450.
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