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Daniela Agrosì
Le 72 poesie di Daniela Agrosì
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Chissà dove sei ancora
oltre che nel mio cuore?
Eri lì che giacevi,
in attesa di andare,
fra carezze di
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Stralci di pensieri
si aggirano scomposti
leggeri
come fiori di cotone,
fra i tuoi occhi socchiusi
mentre mi bevi l'anima
e ne succhi l'ardore.
In quel vile possesso,
tumultuoso usa e getta,
braccio di ferro inutile,
ove soccombe chi crede
e
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E poi senza preavviso
due occhi si fissano nei tuoi
come a cercar le stelle
s'allungan di tenerezza
perdono l'ardire
e soccombono alla dolcezza.
Svanisce il senso
si tacita ragione
e lì
che prende forma, volto e vita
in tutto il suo
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Bianche
come petali di magnolia
profumate e fiere
nel loro incedere elegante.
Strana
quella magia che hanno negli occhi
che si fa fuoco
e brucia nel dolore.
Forti e feconde
nel mordere la vita,
accoglienti e austere,
ma dentro ancora
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Se fossi un sorriso
saprei illuminare
saprei che cosa accendere
prima di scomparire.
Le bocche tristi
le parole amare
i giorni contati
quelli da cancellare.
Se fossi un sorriso
ti verrei a cercare
nei bar
sotto quei ponti
dove ti vai a
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Tienimi stretta Madre mia,
nella fitta selva del tuo abbraccio,
dove non filtra sol che tenerezza.
Sguaina la spada, Madre,
della tua dolcezza
e uccidi ogni tormento o turbamento,
senza pietà fai strage di sgomento.
Pari al tuo
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| Mi sei spuntato dentro
come filo d'erba,
come timida incognita
stropicciata da un soffio.
Da paure bagnato
e da paure atteso,
ti ho cercato per tingere
di nuove ali il vento,
ti ho covato nell'anima
e poi nel ventre accetto.
Il dolore
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| Quel sorriso
che si libera dalla tua bocca
di te si fa cornice
da incatenar lo sguardo,
tanto da non poter
volgerlo altrove,
da rimirare
quando oscura il giorno,
s'accendono le lucciole
e tu sei spento in me.
Quel sorriso
che m'imprigiona
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Raccolta
nella metà di me stessa
che ancora crede,
sento l'eco
di un vuoto sordo
di quella parte di me
che niente spera e crede,
disillusa patria
di sogni mancati,
di battenti chiusi,
di spalle strette
che lascian dietro il
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Ferma la tua mano
nel tragitto di una carezza,
fermala,
per un momento,
flebile
è il soffio
del mio respiro,
rapito e diradato
da un proseguire lento.
Arresta,
il dolce percorrere
delle tue dita,
in quell'attimo di vita
che pare
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Oltre il silenzio
del tuo sguardo,
nascosto dall'involucro
da bambola di pezza,
nella fissità
dei tuoi occhi di vetro,
oltre quell'oblio
di un mare di nebbia,
che ha celato i ricordi sul fondo
e non trova risveglio
neanche a furtiva
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Cerca la poesia:
Invia un messaggio privato a Daniela Agrosì.
S'io fossi un poeta
scriverei in silenzio
senza pennino
inerti
le mie mani
dimenticate
nel buio delle tasche.
S'io fossi un poeta
prima di dormire
intingerei
i miei occhi
nel chiaro di luna
e ruberei gli sguardi
di chi sogna.
Ritornerei
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| I tuoi occhi,
inchiodati ai miei,
mentre mi cammini dentro,
con la delicatezza
di un passo
in punta di piedi,
per non svegliarmi
dal sogno.
Trattengo il tuo respiro,
lo soffio nel tempo
col vento dei ricordi,
risuona quel passo
silenzioso e
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| Sorridi
quando m'incontri,
poiché quel sorriso
di alberi in fiore,
ginestra esplosiva
mi ha fatto morire.
Sorridi soltanto
se vuoi ch'io rinasca,
poiché la sua assenza
di pioggia o di sale,
di lacrime amare,
di terra
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| Tremavo
bagnata
sotto pioggia
di baci e di carezze.
Tremavo
sotto un manto stordito di stelle
accesosi per sbaglio
nel bel mezzo del giorno.
Temporale d'agosto
improvviso frastuono
e poi pace,
silenzio,
armonioso parlare
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| Non smettere di guardare i miei occhi
quando ti volterai
e sarà solo nebbia
alzata dai tuoi passi,
solo scelte,
strade ammiccanti da accarezzare
percorsi di tutta una vita
tutti lì
in bella vista,
a chiedere solo di esser
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| Sei il mio pezzo più debole
a cui
pur se m'affanno
risposta non posso
se non una:
Amore
Sei il mio tallone
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Disordine bianco leggero
di piume sospese ad un filo
spostate dal soffio di un bacio
cullate da un bacio soffiato.
Si
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Per non dimenticare
che di barbarie siam fatti
oltre che d'amore,
che muto s'annida il male
là dove sincero
sorride e grida il bene.
Fulmini nelle coscienze
gli occhi di chi ha subito,
di chi, l'orrore,
per non tenerlo a se
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Tu allunghi la mano,
io abbasso lo sguardo,
codardo elude la miseria
e la disperazione
dello sguardo tuo,
che attonito,
e invisibile appare
ad un mondo indifferente e ottuso,
che ti cammina intorno,
accecato da inutili appannaggi.
Vorrei
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72 poesie trovate. In questa pagina dal n° 21 al n° 40.
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