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paolo patrizio
Le 27 poesie di paolo patrizio
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Terra dura quella del Casentino, aspra, cruda,
che a sera la tavola sempre in parte era ignuda.
La schiena curva era di sì tanto lavoro,
ma non si riuscia mai a sfamar
nè prole, né chi stavan con loro.
Su gli erti colli il
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Prono, sulle ginocchia arrossate,
pregai sullo scalino di quell'altare sconsacrato
che il tempo avea per sempre rovinato.
In quell'aere muffata
trovai però quella pace dimenticata.
Il tempo e la sacra ipocrisia
avea ormai abbandonato quella
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Sibìl di vento s'è levato,
cupo, come se l'inferno l'avesse generato.
Uno strano fragor facean quelle fronde,
come ocean fa sulla costa in balia dell'onde,
sì che l'aria fu presa da tempesta
anche se il dì era di
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Al piè mise maggior fretta,
anche se di sasso parea,
perché il poggio l'ombra getta
e il cammin lungo avea.
Così il cacciator maremman di sbiego prese il passo
per non rotolar dal monte come rotondo masso.
Giù dalla
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Di là dal monte un boato scosse quella vecchia fronte.
Bagliori improvvisi di lampi
illuminaron quegli scoscesi campi.
Tutti a raccolta quei braccianti
a benedir loro e tutti i santi.
La giornata si presentava lunga e faticosa
ma con l'acqua
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Un canto melodioso dalle stoppie si è levato,
ma lassù, minaccioso, un falco volteggia affamato.
Con ala veloce piomba silenzioso e fugace,
quell'inesorabile e spietato rapace.
Con volo radente il campo sorvola
per scovar colei che
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Portar li piedi volli su quel monte,
senza curar il sudor della vecchia fronte.
Ritrovar voleo la mia pace persa,
per capir la sorte così me avversa.
Forse lassù dove l'aquile fan nido,
spegner riuscirò del dolor il
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Come ombre senza dignità,
vagan nella notte per le vie della città.
Chi per cercar riparo, chi per fame,
nelle strade della loro vita infame.
Guardar negli occhi bisogna quelle persone,
per sentir nel cuore, una forte commozione.
Essi
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Quel placido fiume or scorre lento,
per calmare l'acque,
scese turbinose come soffio di vento.
Chiare fluiscon in quella stretta gola,
il mio sguardo vien rapito,
mentre da un ceppo un airone s'invola.
Quei rami sdraiati sull'acqua,
come per
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Del grande popolo che eravamo non è rimasta traccia,
per quest malgoverno
che ci ha fatto perder la faccia.
Della furbesca corruzione,
abbian fatto la nostra Costituzione
ed or le somme dobbiam tirare,
se il nostro paese, dallo sfacelo,
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Lacrime di pioggia hanno svegliato la città stamattina,
bagnando i tetti e le strade,
come le guance dopo un pianto di bambina.
Ma l'alba di un nuovo giorno
è come una nuova vita che nasce, inconsapevole, curiosa,
anche durante una
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Cerca la poesia:
Invia un messaggio privato a paolo patrizio.
Volsi lo sguardo verso ponente,
il cielo di fiamme s'era infocato,
come per redarguir quella gente,
che avesse Dio abbandonato.
Quel colore surreale
causò in me uno sbandamento tale
che caddi in terra
come colpito da tremendo
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Riviver farei il sommo Tosco
per veder il mal del giorno nostro
così da riscriver pagine di quell'Inferno,
che ai peccator dispensò
pene in eterno.
Dell'anime dannate
che al giorno d'oggi son nate,
non basterebbe quel baratro
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Presto al dì s'alzava quel poveraccio
per tornar alla sera ridotto come uno straccio.
Tanto lavorava in quella fabbrica dal sapor ferroso,
oggi tutti lo scansano come fosse un lebbroso.
Perso ha quel misero lavoro
che cercato avea come
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Davanti al focolare,
rimembrar mi sento,
di tempi passati
e volti cari ormai andati.
Nel chiaror delle braci
essi mi appaion vivi,
ma con sguardi fugaci .
Odo il canto funesto
per la vita strappata lor
troppo presto .
Riposate anime
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Quel grande albero è nato lì,
sulla ripida cresta,
forse piantato da Dio,
per controllar degli uomini,
le umane gesta.
Secoli son passati
per quel maestoso faggio,
ma lui è sempre lì,
immobile, statuario,
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La fredda sfera,
come gioco di ombra cinese,
risplendea fra case e chiese.
Quel vecchio paese incantato
assumeva ora, un aspetto fatato.
Non genti si vedevano camminare
ma vivo sembrava quel paese d'amare.
Tornato son dall'orribile guerra
a
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Della vita ti sei stancata
poiché da tutti
credi di non essere amata.
Lo specchio della vita ti ha riflesso
immagini distorte
desiderando a volte
anche la morte.
Frantuma quel venale oggetto
e ritrova serenità nel tuo petto.
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Seduto mi son a rimirare le verdi creste,
che la sera disegnan magiche figure,
contro la volta celeste.
Quello spettacolo divino,
per il mio cuor,
è come un canto di violino
ed io mi raffermo per goder di cotanta gioia,
al fin che il
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27 poesie trovate. In questa pagina dal n° 1 al n° 20.
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