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♦ Michelangelo Cervellera | |
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Idalgo Visconti
Le 286 poesie di Idalgo Visconti
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| Mentre caldo si fa il vento dell'amore
languidi, cadono i petali del fiore
irto lo stelo
indice di passione, tonante fino al cielo
L'abbraccio perfetto, un intreccio delle dita
uniti rubiamo la gioia alla vita
manifesta con un sospiro
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| Eternamente attratti da quel declivio
ad Har Magiddô è ormai il destino
Fermi, abbiamo continuato il cammino
verso il cataclismatico evento
Incoscienti del peccato che portiamo dentro
viviamo in quell'incubatico sogno
dove al risveglio
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E' come aver sempre vent'anni
forza e vigore
Appare
come un correr di cavalli
Spumeggiante al suo fiorire
Tutto travolge
Garrir di rondini impazzite
nel suo nuovo cielo
così è il giorno
al suo venire
Costante in testa
rulla
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| L'occhio si spenge
sul volto ormai canuto
la mano trema, ma non per rabbia
Vinto è dal bianco crine
quello spirito, ormai sparuto
ed il corpo svigorito
Ignoto ormai è in lui il sogno.
la gioia, non più affine
Il tempo
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Emozioni scolpite nell'anima
semplice frutto della bellezza
concepita nell'amore
S'accende la vita
per la voluttà di un bacio, una carezza
dove, naturale avviene
l'intreccio delle dita
mentre calde si fanno le parole
colorate di
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Attimi che rimangono per l'infinito
Fiori in brandelli di vita
arano le mie stagioni
dove germogliano disincanti
in quei giorni dipinti di trasparente
dove risuonano finte armonie
per questo lento peregrinare
Come gocce di laudano
sfumano
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Il sogno in me
ha sempre vissuto
l'anima sempre pronta
filtra l'espressione
Stride il ferro
soffocandone la voce
scintille di fiamma ossidrica
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Scenario, grige fantasie
vissute in galassie sminuzzate
dove frammenti d'infinito
cullano divinità bioniche
Sintesi della fallace natura
madre del tutto e niente
Vagano ombre su questa terra
illuminata da sole opalescente
hanno l'anima
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Fantasmagorico e variopinto
è quello scatolone
popolato
da animalesco
caravanserraglio
Vivace
pieno di giochi e di colori
efficace
per incantare spettatori
Quelle grottesche figurine
ignari abitatori
di quel paese dei
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Nell'attimo che si fa eterno
quando il buio diventa luce
l'amore ti circonda
annodando i ricordi
Fermo, lì nel silenzio
l'essere tuona
Lacrime, non lavano il dolore
Grande è la ferita
per la prole
dove solo amore invitto
lo
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Rattrappito il sogno
sgretola l'aria
svanisce quella fiaba
in cui ho creduto
e più mi è concessa
Vaga, in questa bianca valle
il mio genoma
modificato dall'apocrifo affetto
saturo dell'incoscienza
che di vanità era
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Cuore antico, appallottolato
vive nel torpore
il guscio si richiude, spaventato
tanta l'emozione, schizzo inchiostro
Scaturita, quella guerra
tramutata in dolore
che ci deturpa dentro
nato è un tormento
contrapposto a quell'emozione
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Presente dinamico
di quell'eterna luce
dove venere all'orizzonte
distilla le parole
Sentimento. percezione
un tutt'uno, detta l'azione
Rabbia, nei profondi neurostrati
di processi paralleli
schiavo di un'analisi seriale
Sinapsi
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| Caldi rilievi di rosa cerchiati
attirano i miei baci
silenziosa la mia mano, sfiora la tua pelle
e le dita delicatamente arano
la soffice natura
Occhi di fuoco
vivi, pieni di passione
si schiudono nell'esplorare dentro
Sento moltiplicare
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Stanco, sono arrivato
alla fine di quest'ultimo sogno, che mi son bevuto
dove la vita credevo, d'aver assaporato
Una pozione, mi hai versato
che solo euforia t'ha generato
svanita sotto la vera luce, dissolta in bollicine
Come un bambino
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| Libero uomo di mare che legami non ha
infinito è il mio argomento, la mia poetica ricchezza
Profonda come abisso è l'anima
che nessuno mai esplora, mai riconosce
Geloso sono d'ogni suo segreto
Solitudine, eternamente stringe
ed
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Invia un messaggio privato a Idalgo Visconti.
Indirizzo personale di Idalgo Visconti: idalgovisconti.scrivere.info
Pensieri sconnessi in realtà dissolte
Sogni, fatti di foglie ingiallite
scricchiolano sotto il lento passo
dei giorni a venire
Aperto ho lo scrigno all'amore
che estirpato ha quel che c'era dentro
senza mai
riconoscerne il
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Una luce lenta, assente
senza vigore
chissà, forse morto è anche l'amore
mentre la lacrima stilla dal cuore
Plumbeo si è fatto l'occhio, come il cielo
Stanca la compagna
sfumata è l'alabastrina mano
e il candido
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Istintiva ricerca
mi porta alla pace
il mio essere chiama se stesso
Entro
Silenzio
Profumo d'incenso non mi seduce
Un immagine, m'invita
Un uomo
una corona di spine che lacera la pelle
gocce di sangue, lavano i nostri peccati
Membra
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Movenza di gabbiano
vita sospesa, l'anima
sopra questo mare, che non ha paese
privo di strade
vivo ascoltando il suono
Frammento di cielo
versato sulla terra, spillato da anima divina
Davanti a lui, la felicità s'inchina
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Breccia salata scalza le stelle
Maciullata è la luna, dove luce più non assolve
Spente emozioni, frutto dell'avida mano
aberranti grassatori
tinto hanno il cielo, con grami colori
vuotato hanno i sogni, lontano gettato il
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| Cavernosi, neri anfratti
dove risuona crepitio d'ossa
tradotto dal pentimento
Frantumate attese, amaramente cadute
sfracellate in disincanto
falciata l'illusione
Liberati sogni in bolle di sapone
riverberano l'ultima luce
svaniti
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L'inevitabile freddo raspa la vita
dove l'anima di cipresso
non sparge le sue foglie
Stringo forte il sasso, di corniola ed ematite
cambiando ciò che posso
sopporto quel che non è permesso
Il contro, costantemente è stato
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Viali di rosmarino, ricoperti di granato
di un mondo mai finito
in cui ostinatamente mi son imbrogliato
Cercando ciò che mai si è dissolto
rivivo quel mai è accaduto
ma che fu soltanto
l'innocente fantasia della mente
dove
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Antropologia di un mondo delirante
fatto di cose, che non son cosa
inventato, luccicante,
evanescente carrozzone di carnevale
dove vive l'ambizione principale
apparire, ingannare
e spudoratamente, poi parlare
Mondo senza cultura ed
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Smaniosi spiriti popolano neri orizzonti
gravando su inique bilance
rei solo di obsoleta fiducia
zoppicano con lacunosa energia, in loro mai trasfusa
Funesto il destino, essere
figli di utopistici visionari
incapaci di costruire
trovatori, nel
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| Cupa e paziente
nella tua imperitura attesa
ti ho visto, eri presente
Con il tuo manto nero, coperto hai quel ricordo
di quelle gioviali risa, nate con giochi di bambini
che correndo, perdevano quel nome
Quando bellezza scompariva, assieme a quelle
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Cielo gravido di pianto
con colori di prudente attesa
l'anima s'avvolge nell'alpaca
rammendato con tenacia
Cammina nel crepitio di quei ricordi
ingialliti dal passato
accarezzandone, quelle eterne rosse sfumature
Rivive quell'azzurro
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| Leggo meravigliato, rivivo le gioie di un bambino
ritrovo mago Merlino
eccezionale è il suo fare
un pubblico da incantare
Che dire poi, c'è pure quell'allegro pifferaio
con la musica, quel topo cretino
al fiume (di parole) lo
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Nero il manto, del mondo farneticante
Guardo attraverso strappi di luce
quello che sempre ho sperato
e mai nessuno ha veduto
Parole abbandonate in quel giardino
fatte d'indifferenza e gelo
attraversano, sangue e midollo
soffocano il
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286 poesie trovate. In questa pagina dal n° 91 al n° 120.
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