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♦ Rita Angelini | |
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malaluna
Le 225 poesie di malaluna
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ma non parlatemi che non ne ho voglia, di soli sorti doppi
mentre perlustro la traccia lasciata nuova nell'erba umida
che cede, sganciata a infrangersi per estasi incombenti
arroccate negli archi dei ponti, unica ampiezza che spalanca
tremulii
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Ti amerà per te sola
non per il colore dei tuoi capelli.
Potrebbe dunque amarti per cucirti
macchie di luna e inchiostro sulla veste
colarti di cera fusa sulle mani
gridi inascoltati.
Ti amerò per te solo
non per l'addensarsi
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Pullula all'infinito" l'avor "
chiaro mare, inghiottito da nebbie chiare
e d'improvviso s'abbatte l'onda galoppante
volute arricciate in vorticare pulsante
" Meno di un secolo alla fine del mondo"
la leggenda canta
il monte
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Vele rosse
con la marea che avanza
vele rosse
sottovento pensieri alla deriva,
chiodati alle alberature
da albatros fantasma
la prua
ha un grifone d'argento
rosso e oro il cielo del tramonto
rosso, oro e argento
toccano le dita umide delle
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I
notte notte ah, notte
spianata da nastri neri di seta
scritta al freddo con gomene di vela illusa
abbandonata nel piano logorìo della marea
ah notte di notte notte
cresciuta di note da una tastiera sospinta da conati
di magia
mia mia ah,
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Come ti attraversarono
le primavere e gli autunni, quando ragazzina
scendevi correndo nell’argento degli olivi
all’antico borgo
sui tuoi capelli biondi si posavano
i cieli e le stelle
sopra le tue mani mai stanche, l’ombra dei melograni
voglio
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Sulle punte di agili piedi viene sempre
avanti una fiaba danzando
attraversando soli che ci consumano,
notti
a nascondere gli occhi azzurri di Sheherazade
le sabbie rosse del deserto di Garmsar
accorciano il desiderio
aldilà della montagna
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Non restare qui, adesso
con quel tuo odore bianco addosso
no
non così in questo sogno
che mi sta sempre troppo stretto
o troppo largo
ho nebbia di cenere d'oro nell'occhio sinistro
non mi è dato risalire ad uno
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Ridotti al nulla dal vento respiri di pini
monti e laghetti grigiolini
con la canzone distratta del merlo della nebbia
le immagini s'affilano, folleggiano, sconfinano
con occhiaie Kenji che colano sotto gli zigomi
voci di bimbi nel
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Strana l’essenza della morte
che sotto ogni forma di bellezza
dorme
sogna
di rendersi
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Maledetta farfalla di plastica che ti chioda il braccio al letto
stramaledetta saccatestaingiu che gocci linfa rossa e ti fondi
nel suo sangue che penso piccolino come te
fra il cioccolato e la frutta candita sopra il comodino
orsacchiotto nasorosso
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Scivola silenzioso ormai tutto consunto l’astro del giorno
perdendosi di domande nel buio
ingoiato dal mare
qui:
nella mia baia intrisa di suoni
lacero
questo uniformarsi di pensiero
l’amore a me possibile- impossibile è il verso che
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Ti pesa a piombo il mio -no- sul palmo della mano
allora l'addii per sollevarti fra le minuscole lampade retrattili di stelle
che ha risucchiato in cielo un buio di catrame.
O forse l'hai adagiato
sul tappeto commosso in colori di foglie condotte da
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Amore
amore zitto, quatto
silenzioso, quello tuo
urlo
quello muto che mi schianta i fianchi
quando mi stringi
occhi
occhi grandi nuca e foce
di non pensarti
gettarmi alle spalle
un pugno di farfalle
stamattina è vento e luce appena-
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al terzo giro di chiave s’apriva la notte
smarrendo di continuo il gravare delle costellazioni
qualcosa
raccattavo dalle cime inarrivabili del pensiero
strusciandola sul naso che sorrideva
in quel tempo
s’ammucchiava la fine del tempo
o forse lo
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Si dilatano vetri ad arco
scoprono ridendo sottili pensieri
sciaborda l’ombra nelle strane congiunzioni
astrali
si fa marea lunare vergine in settembre
per navigare
schizzi di luce sulla chiglia che orza a babordo
di un indefinibile
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FEDE
il mio cuore si riempie d'acqua
cielo di nubi d'inchiostro
mi si schianta addosso
aggrappata a un filo di vento
mi accorgo che sto pregando
SPERANZA
Turris eburnea nuda e liscia
da scalare con costanza
profumi di fiele e
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Altare di pace il tuo viso
su cui prego coi miei baci
duro e intatto il tuo petto
del cui pulsare tutto mi taci
madore soffuso la tua mano
in
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Gemono le radici dell'albero che muore
senza far rumore nel segreto della terra
quando è infinito l'attimo nel dirsi amore
contorgersi in solitudine quando più non ci appartiene
è la risposta occulta che secca il sangue nelle
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Poggiava
sulla stretta ansa ad "U"
del fiume
un soffoco blu di salici
li vidi
spiaggiarsi immobili
in
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Da bambina, prima di chiudere gli occhi al sonno
la mamma mi faceva pregare,
spesso non lo volevo fare.
con dolce pazienza allora mi diceva:
" l'angioletto ha la casa dietro di te
certo ti sta ad ascoltare"
Le sue grandi ali
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I puri fuochi della luna insegnano alle stagioni
un susseguirsi lento a incidere voci nell’armonia stellare
l’ovest non resta più immerso nella nebbia
il sole entra con te, la Divina
esplodendo in cantiluce sei Artemide, la rotonda.
Casta
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Il tempo dei suoni muti
nel soffio rosso
della piazza smorta
pigra di nebbia affonda
d'acqua una
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Vanno i morti fra i vivi
hanno lo specchio della verità
sull'unica faccia
l'eterna corrente che muove
le crespe del volto in rigidezze d'argento.
Sfinge astratta
lamento di Sibille e Profeti.
Alti alberi di lacrime e sentieri
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Voglio solo false verità
non bugie
voglio che mi si affollino indecise
nel duello fastidioso
che da giorni si combatte
sull'arco imbronciato delle sopracciglia
voglio solo
che sbagli ortodossi facciano il tempo
accapigliandosi
nei jeans a
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Su quello scoglio piatto
stravisto d'albe e tramonti a Bocca d'Arno
assorbo con lo sguardo un tessere fitto d'onde
trame obese in strati azzurri, immobili.
Ancora ti siedi
mentre il vento con carezza fonda
ti scompiglia i capelli.
Un fruscio
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Lascia traccia di giglio
il candore della luna sui prati
s'alza
dal torrente di luce lo sguardo nel vuoto
s'inclina
o meglio, si spezza
aveva in se racchiusa la rosa di un lungo
bianco dolore.
Amore sorge dallo scuro della terra
rivela
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Sotto un giovane susino esploso in chiarore
il cielo della primavera s'era fermato
ad indagare l'amore
una magia in crescendo, d'angeli un fiato
un pensoso domandare
avevano il sogno fra le mani dilatato
nuotava la luna tra spume
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E' un progredire di secoli dall'eterno
re dei globi e dei numeri pari, ogni giorno
l'inizio del mondo
per questo camminiamo uniti nell'ansimo
dei pianeti di rame.
Fragili creature disperse nel sacco uterino universale
succhiamo scelte e
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Semina di soprassalto l’autunno nella notte tesa
che risplende
rumori di neve e requiem
richiamo increspato che non si è fermato
al primo belato della luna.
Piena
si offre la terra al candore di stracci gelati
neve ondulata riposa.
Il
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225 poesie trovate. In questa pagina dal n° 31 al n° 60.
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