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malaluna
Le 225 poesie di malaluna
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Rombava l’azzurro
emerso dal candore frastagliato
dei picchi nevosi
ronzava il miele negli occhi
depredando un favo eterno
sciogliendo nodi spinosi
abbracciandosi si precipitava
al calore della bocca
in sorrisi sospesa.
D'un balzo di
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piano
qui
le luci si fanno moccoli di candela
le strapazza il vento
qua e là
una pioggia giù dal grande masso
sospeso sull’abisso
cascatelle fontane e nonsoché
piano
qui
mi s’appunta sul seno l’agrifoglio
buca un po’
ma
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A gruppi camminavano per le strade in salita
del piccolo paese
fra le pietre assonnate destavano
stelle luminose
racchiuse in aghi di ghiaccio
d’incenso e candele si colmava la chiesetta
si accendevano i fiati al calore di chi
Agnello fra i lupi
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Raccolti e tirati i capelli sulla nuca
barba da poeta, pancia gonfia di birra scura
sangue ai polsi a perdersi
tutto il calore della vita
fumo di prima soffiato con rabbia strafottuta
contro il paravento di excinese seta.
Era la pioggia
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| Penso di te con le dita dell'alba
per quella carezza che mi fu di sole
con le dita dell'alba mi tocchi
traboccando luce dall’orlo del pensiero
il biancore di baci soffusi
come poltiglia appiccicosa
ha di nuovo di dolcezza intriso
il mio
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| Doppia la Verità come le facce della luna
la prima sempre illuminata ma nulla vi si scorge
l'altra sempre buia e forse inesistente.
Il cielo è unghiato dallo sguardo freddo delle stelle
tutte le acque della terra si muovono e
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La tua musica osò
penetrando territori vergini
giovane fuoco
quasi divina forma
assorbisti
felici spasmi
di gemiti
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Scivolo svogliata addensata a un riflesso ombraluna
dentro un ovest nudo, chiaro di stelle.
Dalle dimore degli alberi- lontane- seminvisibili
mi perseguono i monti Pisani, sporgendosi dalle scansie
di- rette allineate: palazzi gloriosi del lungarno
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Della notte s'apre l'uscio,
lentamente
cigola come gridasse
da uno spiraglio mi cresce.
Sconvolti dal nero la collina e il fiume
mi toccano forte
con il loro aroma di morte.
Il soffitto è una caverna, un antro
ci ficco le unghie
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Voglio e non voglio le stesse cose
sorbite lentamente in cristalli segreti,
vomito di nebbia urlato a panico fottuto
che mi sorprende
eppure ben lo so
mi ritrovo anche a cantare insulti a filastrocca
battendo a tempo il piede, le dita sul tavolo
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| Mezzanotte percorse l'aria a frustate
facendo roteare vorticosa la luna blu.
Casanova giunse cavalcando una puledra
d'oro e d'argento senza briglie né tempo
in quei lineamenti d'ombra ebbe inizio e fine
l'eterna simmetria di sudori
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| Le Naiadi dai timidi piedini stanno tutte fuggendo
da fiumi e stagni, non vogliono più camminare su acque rotte.
Hanno una valigella di giunchi con memoria contraffatta
e trappoline di girasoli per rane.
Verdi dita di foglie stringono le loro
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| Attraversa l’aria con nonchalance
l’odore dell’erba
è quello maturo e denso di finestate
cerca rifugio nel quieto sfumare delle nubi vaporose
come fosse il suo funerale, gettato via ogni ricamo
di nuova luce da
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| E' nello spreco a notte che forse l'alba è maledetta?
Calda
la lunalucegialla dannatamente stanca (forse è una morte
per saliva in senza sangue nulla?)
Querula
di labbra siliconate oscenamente gonfie: finte
e anche la morte si
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Bussò
una e due volte, faccia di marmo
chiuso nell'abito scuro di convenienza,
vecchia torre sguarnita in putrescenza crollata
di macerie sull'occhio sfatto.
-passava a misurare-
Una, due, tre volte, meticolosamente.
"L'interno
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Nido di sassi e sterpi ampio torrente in secca
contro alla foce
filo d'acqua in navigare felice
si fa ampio colmandosi di verde
in un mare dalle fitte schiume rifiorite
fioccaggine crespa e nevosa, s'aggroviglia
incastrate fra i veleggi
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Invia un messaggio privato a malaluna.
Se
allo sperpero di morire giovani
non ci fosse
-per chi resta-
alcun medicamento
(niente più primavera, allora
solo il gelo dell'inverno?)
Se
morire fosse dolce morte
solo
per chi -deve-
andare
dove saresti appoggiato
amore mio
a
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Si è poi arreso
questo azzurro strampalato
tutto increspato di vento
nel cielo d’aprile.
D’un tempo
senza soglie di sogni era fluito
sospinto da una realtà oscura
levitante
marea ammassata di spigoli
agli angoli obesi
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Tra il sonno e l'alba costruisci un arco che si è tinto
del rosso dubbioso delle fontane della notte
tra me e l'altra passi
sgocciolando il tempo che ci accomuna alle stelle
per altre rive ti scorri
corroso dalla lontananza
mi esisti
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Giuro che un giorno faccio un tuffo nello schermo
e ti rapisco nel blu
un giovane vento australe farà le vele della tua barca
gonfiare
spariremo
lassù
fra stelle spente senza neanche una virgola
da ingoiare (magari di nascosto)
e
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Di nome faccio Mala- Luna
- non è il mio, lo so-
eppure me ne vanto e mi ci ficco
dentro, a farci smorfie come un clown.
Forse ci strapiango, ma non troppo
però.
Lo vedi? Il panorama è capovolto
perché abito
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In gennaio
aveva arance della neve
e zagare in fiore sui fianchi
in febbraio fiori di limone
a cantare
lungo il muro appassito
dove il suo passo era lieve
pietra di malinconia gemeva l'ombra.
Accorse la primavera, palpitando
-aveva un
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Così
tra linguasecca e la bellezza rubra dell'autunno
si lasciava scorrere immobile, ansando muto
chiedendo
se poi si fosse migliorato il sangue
come il vino rosso nel passarci il tempo.
Assolato Dio dei fiumi
stretto di bianco e corroso
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Caos semovente d'eterno digrigna l'appenafatto giorno
assicurando vocazioni di luce al tempo in un bosco solo immaginato
stillando di brina s'incurvano rami a un piccolo pianto.
S'infittiscono nel fumo denso delle periferie scorte di
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Se tirassi chiavistelli per aprire oscure porte
e rinascessi uva dorata
là,
tra quei filari quieti allineati in perfezione
sulla collina
e da quei tramonti a palla di fuoco
entrasse tenerezza nel mio fisso viaggiare
condensando pensieri
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Hai visto gli alberi schierati contro il cielo
con occhi ingombranti
al tempo delle distanze dove ogni pallido rumore
sembrava doverti devastare
hai chiuso allora
mille volte chiuso occhi e mani
reso questo vento immobile
e le spiagge senza
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E' la morte
morte,
stanne certo Poeta
passa con bocca d'angelo e di rosa, non ti sveglia.
Allora perché ascolti il canto di rugiada dell'usignolo?
e guardi
i fiori di ghiaccio sulle cime
mentre fugge la neve dalle montagne
con lunghe
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Ha un palcoscenico di luci il giorno
vi cade la pioggia a volte
bisbigliando
si tirano le rosse tende al tramonto
quando finisce l'atto unico
che è senza ritorno.
Il monologo
Racchiusi in un occhio di bue,
in solitudine
alla vita
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Insiste diafana la pioggia sopra il fiume
è lacrima sui girasoli addormentati, con la sua bella veste rossa
passa la Nina aprendosi un passo veloce fra i gialli ventagli
di saggina, infondo alla palude
chi l'ha vista passare dice che
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Nubi fumose e nere ti celano a tratti
in questa notte che già è settembre: cupa, abulica, assente
fiato traverso duro e scarno in poesia sconvolge spazi d'anima
mantelli d'ombra mi getti addosso come il toreador la muleta al
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225 poesie trovate. In questa pagina dal n° 151 al n° 180.
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