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Patrizia Ensoli
Le 1218 poesie di Patrizia Ensoli
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Cade la pioggia
in vicoli dove l’odore si fa acre
i volti umidi delle pietre
arpeggiano un ticchettio lento
forma di luce
in sequenza fusa
dove s’insinua furtivamente la malinconia
franando in giorni troppo lunghi d’asciugare
un vento
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Si abbraccia il limite allo sguardo
dove termina il mare
e il tramonto cavalca un’altra sponda
nell’intenzione degli occhi chiusi
un fiato che si espande
su onde di delfini
oltre...
oltre ciò che l’occhio non coglie
è l’infinito spazio,
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| Del mare conosceva il viaggio
lo spazio del pensiero di case bianche al sole
la libertà di spiagge al pianto d’oro
di un grano defraudato nell’entroterra
ali stanche di uccello di tempesta
Guardava il suo bambino
il suo futuro
pregando il
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Un bacio del mattino, parlare di rugiada
l’odore del caffè dentro la cucina
sorride la finestra
un primo raggio la toccherà
eppure resta lì
nel ricordo familiare
nella tazzina vuota nell’impronta di un dolore
in cirri nuvolosi che
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Nella tela del tempo vagano
personali disegni
nodi narrativi di sussurri vitali
e, mi pare di udire
sensazioni che avvolgono il mistero
memoria di voci
dialoghi impercettibili sospesi nel sangue
forse un tempo di genti passate
anelli
che
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E se
nell’impercettibile colore volasse il pensiero
una rondine, il suo tempo
imparando ancora la dignità del volo
dentro la terra, nel suo confine
Libertà
è patria ricercata
nell’abbraccio di un tramonto
nello sbocciar d’un fiore
negli
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Pensieri nel brusio di un vento
che scampanella il tempo, quando mi attraversi il cuore
e sai di erba fresca del mattino
di terra bagnata dalla notte
gleba, incubatrice del tuo seme
gelso rossastro
antiossidante che ferma il mio domani
in corse
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Sognava l’oceano e aveva vent’anni
aveva mani per costruire il domani
i fiori cuciti su jeans sbiaditi
il sole sul petto di una bianca maglietta
sopra la vita
già finita...
un urlo, uno squarcio
quella macchia sul bianco ha bestemmiato la
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Ecco la sera
nel silenzio di un rumore
quando l’alba all’imbrunire scivola in un album di ricordi
rivolgendo un sorriso malinconico nello sguardo che lo accarezza
e ti ritrovo lì
indagando il passato
fra il sonno e il risveglio di trame cucite
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Neve, ascolta la terra più fredda
da qualche parte il silenzio
esiste nel nome
ascolta terra il lento fioccare
in quella pace danzante, marchio nel suolo
abito bianco che avvolge le forme
fior di panna zingaro, carezzevole
poggiato, in chiave
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Abile sonno
nel distoglier la luce, ad ingannare
nei riflessi lucenti l’argento colato
disperso dal cielo
bugiardo
agguanta l’ipnosi notturna
insinuando, stelle alle tempie
in voci fantasma
sotto l’oltre
in caos di tempeste
appuntando gli
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| Quando il cielo stende il suo manto nero sul mare
e le stelle silenziose accendono d’oro i sogni
s’amplifica il richiamo, calamitando l’origine
dove il senso non ha risposte
ma certezze
ed è lì
che il fragore dell’abisso rapisce la mente
nelle
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Emotiva nostalgia di una stagione
su infedeli sassi, tornati pomice
in un dondolio catartico, venti del Sud
Profumo
carico di pioggia
fantasmi di nuvole che si dileguano
purificando l’aria
adesso, bonificata terra
contadino abile
il tempo
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Esita l’ultima stella
nello sguardo alla luna
vincolata nella riflessa passione di pari astri
distanti, alle voci impaurite
incatenata all’inguine si dimena
nell’immota pena
assente e dimenticata
Lei brilla
senza sapere della veste
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E le margherite
nella voce dei colori, effondono note vagabonde
narrando di novelle in quei tuoi sorrisi
evocando
al di là del colle, fragranze di rose
in quegli orli di pensieri
testamento eterno del tuo passaggio
in prati verdi, del tuo seme
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In lontananza
lungo la strada del paradiso
si offre la tenerezza
frutto maturo che schiude da solo
improvvisi trilli di fede e d'amore
e s'ode
lo zampillare di una fonte fresca
nel vorticoso nettare
di uno splendente cuore
libero
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Girotondo Poesia a tema libero |
La luna nel pozzo Jim Morrison (La notte è un pozzo nero dove intingo inchiostro per le mie poesie) |
All’ombra dei pini
nell’erboso silenzio collinare
esita il grillo solitario
nascoste dal cannetto
dove il vento segnala il tempo
libellule disegnano l’aria immobile
e resto qua
stupita, inerme
nella malinconia che assale
un tarlo scava la
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Se mai d’amore morirò
sia, nel bisogno che ha di me
se un giorno all’amore mi concederò
sia per annodare pensieri, sviluppandoli
senza sottomettersi all’idea di catalogare, razionalizzare
E solo allora, sul bianco manto della neve
squarciato
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Domani
il miraggio che non si adatta al tempo
che breve
l’ascoltai, con atto umano
in sentieri detti il mio destino
dove la luna
specchiandosi sui laghi
si adornava
il sole
dissetava raggi di lacrime terrene
fiotti benigni di
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Parlerò d’amore oggi per misurare la bellezza
souvenir di meraviglia, geometria perfetta
echi di parole in un cammino di saggezza
ceppo semplice in fondo
il passaggio ciclico, di una ruota senza fatica
strade senza asfalto
nuvole di polvere in
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Ti donerò il profumo di campi appena arati
in una quiete assonnata di un abbraccio
dove il respiro riposa tramutato in giglio
t'offrirò il risveglio di un erba fresca
l'evocazione boschiva del legno bagnato
l'inclinazione lieve del
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Esausta dal pianto la mia pena
dorme supina nelle tue mani
mentre la ninna nanna della voce
culla il delirio dell’esistenza
_ la bestia _ (affamata sulla terra)
dov’è il mare adesso?
dimmi, dov’è il sole che sutura le ferite
se gli urli lo
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Albe vive, acerbe e fiere
albe benedette
nelle carezze ambrate degli alberi parlanti
nei vanitosi specchi, rumoreggianti ruscelli
e noi
intossicati di rugiada, complici del cielo
potenziali farfalle a piedi nudi sui prati
mappamondi verdi
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Se del viaggio il tempo è una ricerca
se di gocce l’oceano m’inebria
è grande dunque il mio respiro
che d’amor di terra sarà nutrito
e canta la pioggia nel ticchettio del suolo
nell’immortale cerchio che si espande
di malinconia, aspirazione,
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Altro non ho che spazi
armonica a bocca di un personale suono
distorto dal vento
giardino incolto, terre lontane
altro non ho da offrire
che un cuore straziato in un campo d’assenza
deforestato nelle tempie
forse, un chiodo vivo
Ed è in
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Se penso bene al pianto
che nelle redini bianche delle mani spiccava il volo
ritrovo l’energia del centro
dove in controluce ripercorro riesumando, un campanile perso
e piango, quell’improvvisa mia speranza
ridisegnando con il dito la geometria in
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Ho messo via le cose preziose
raggruppato, il cristallo nel cuore
un laccio viola, d’azzurro nel cielo
il paesaggio
in pelle d’acqua
una scatola bianca
che protegga la sabbia
la trasparenza la potrebbe sciupare
Ho messo via, la mia parte
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| C’è uno spazio continuo nelle distanze
fra me e il fuori
un atto di dolore
che accarezza il cielo
accogliendo il furto
di sette inverni
sette primavere
sette estati
mentre mi pento
perdonerò un giorno
inginocchiandomi
all’offerta del
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Lasciami andare
fra i riflessi dei papaveri in fiore
a piedi nudi, dove la terra racconta segreti
fa che io possa sentirmi congiunta a qualcosa
che mi chiama da sempre
forse, un soffitto di stelle
dove le proiezioni dei pensieri brillano
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1218 poesie trovate. In questa pagina dal n° 811 al n° 840.
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