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Patrizia Ensoli
Le 1218 poesie di Patrizia Ensoli
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Nel tuo fianco, nel tuo respiro
riscopro la dolcezza appassionata dei primi turbamenti
e mi confondo, quando accogli la soglia del mio pudore, dolcemente
Impiegando le ore ad amarci
carichi di promesse indovinando il tempo
l’uno negli occhi
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Ed io
al di là d’ogni guerra
indosso il mio silenzio
quando il borbottio dei pensieri
scava questo suolo.
Esule, cammino
dottrina senza corpo
senza Dio
In un passaggio d’ombra fra le zolle
nei raggi spenti
profumate siepi, il
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Se tu fossi
il primo verso, l’incipit
e corressi fra le strofe ammaliandomi
daresti vita, forse
alla poesia più bella
toccando il punto alto della verità
senza retorica o metafora che tenga
sarebbe il cuore (quello vero)
a disegnare
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Ho misurato il cielo, ipotecando i passi di una vita
in botteghe che svendevano l’amore
senza mai alterare la dolcezza dei grani d’oro soffiati al vento
ho seminato Gigli e abbracci, sulla terra dei miei frutti
cantando la passione, la forza della
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C’è un andirivieni nella corsa senz’anima
racconta di scoiattoli rossi
un’ondata greve e possente nell’aria
un dire che soffoca, questa stanchezza di querce e noccioli
fra siepi e paesaggi, rintocchi incollati alle ossa
Triste penombra di un lume,
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E adesso vai
Gentile e garbato
nel tempio Eterno
divampando d’amore
il sentiero che sveglia
mentre la sera, aleggia nei cuori
l’ora che è giunta e ci trema dentro
Qui, si dipinge un giardino
dove l’eco disperde il tradimento
Il nido, la
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Dentro agli occhi
m'inghiotte il fuori
e giace, aggirandosi in me
stato d'incoscienza, innocenza
- limite
dove l'ombra mi allaccia
alla fine del cielo
tempesta d'aria, rumorosa danza ferma nel tempo
in quest'alba, icona di Dei
non mi
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Solo uno sguardo alla luna stasera
infagottata da una corona dorata
semplice e pura
milioni di cristalli che catturano il cuore
trascinano la mente nel mistero
stelle, gocce d’oro in uno schermo d’onice
silenzioso punto zero, di ripartenza
ed
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Lontana, la luna
freddo statico
di ghiaccio riflettente
osserva, tace
Crudele satellite d’argento
o, solitudine blindata
che puntella alle stelle
crateri e polveri
inamovibili come un silenzio profondo
assuefatto, sensibile a se
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Addormenta quest’aria
agonica
occultata agli sguardi
senescenza silenziosa
patita
di echi ribelli senza suono
Accarezza, delicata
il fruscio mormorante dei pioppi
misterioso linguaggio
che li unisce in preghiera
Inginocchiata al
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Ho riposto
in lanterne intermittenti, fra le brezze affaticate
e baleni in pieno giorno
quei frammenti mitizzati dentro al cuore
Immobili racconti, nel torpore collinare
in uno scenario che divaga
accarezzando ombre di una vita
magnificata nel
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Fiutano i cieli
dentro al tempo terreno
il riscatto celeste
E’ l’inizio che assolve
dove il sangue non scorre
e, l’astro Divino
poggiò l’ulivo sul cuore, con paziente coscienza
nell’imbarazzante debolezza
convertendo la forza in
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Senza il lume delle stelle
lontano da ogni dove
giunta appena in questo tempo
di realtà senza riscatto
Dentro una dissolta fioritura d’illusioni
dorme una finestra cieca
aperta, sul suo ridicolo giorno, l’orizzonte
dove lo sperma
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Magari domani
raccoglierò il suono
che dal mare goccia il suo vociare
Nelle gelide folate di vento
ora
che tace il tempo di mele d’argento
perduta
in quel respiro affannoso
sonno innaturale, attuale, come la consapevolezza
E passi
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Si piega al vento
dove l'abbraccia il sole
spargendo chicchi ai solchi
domani al grano
la sazietà della pazienza
e di quel soffio
l'aroma intenso
latte e biscotti su ogni regola
fondamento
Persa, dentro alle tue scarpe
crebbi
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Nel prato verde d’infiniti slanci
esplode la vita che la terra accoglie
e tu, silenziosa erba, avvolgi i fragili steli
nell’abbraccio
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La luna nel pozzo Jim Morrison (La notte è un pozzo nero dove intingo inchiostro per le mie poesie) |
Negli angoli ottusi di un sorriso
sbatte l’ingenuità, fra denti e cesoie d’autostima
in voragine mortale, un Predatore
“ NON ESSERE “
dove vestito a festa sulle mie paure
s’improfuma di sincerità
e va cantando di occhi chiari come il
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Un sogno deformante nel cassetto
dove i luoghi sono memorie, poesie sgrammaticate
distratte da un giorno sempre uguale
nella malinconica normalità di una scialba luce
Un sogno, comune a tanti sogni
di gente e sorti indipendenti, nell’apparenza
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| Lo fermo io il tempo
tra le rose dell'amore
sciolto e dolce, fino a me
Nei crepuscoli ondeggianti delle mie abitudini
appisolando sogni
e lì, mi affido a te, giardiniere perfetto di un orto senza terra
popolato da incanti cupi e
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Fosse di Venere il pensiero illuminato
accarezzando il bello
che delle stelle sfiora l’oro
come centellinando polvere preziosa
fra dita affusolate
stanche di architettonici pensieri
Intelletto in fondo semplice - d’amore -
senza arcani strani,
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Campanellini squillanti, al sole festosi
gioiosi sorrisi, nuvolette birbanti
sono i bambini nell’età dell’oro
Del tempo ignorano il cappio assassino
senza confini, né passaporti, sono i colori
che omaggiano il mondo
trasparenze pastello del
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Immobile
annichilisce l'ore
dove, s'è ammainato il sole
Tu
l'anima muovi
ondeggiando le stelle
in sperduti sguardi
Notte sognante
malvagia di voci
concepimento dolente
di gigli all'aurora
Lasciami il tempo
di un altro
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Sognami, dove non s’incatena la sera
fra le piramidi d’Egitto, in quell’inchino del tempo
costellazione di Orione, dove l’ombra
di fermagli sfuggenti alle sabbie accaldate, parla di te
mia cara, abbracciarti o amarti
nell’onda indomita
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Nascente profilo disegnato dall’ombra
dimensione illusoria
realismo profondo, tradito, da un’ansia segreta
colta sul fatto della mia leggerezza
solo io, me stessa ...
nell’amplesso notturno condito di sogni
paure, realtà
Oh notte
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Esili dita
affusolati sogni
lungo le onde dei capelli sciolti
Spiagge bianche
lambite, trasparenti
nel rumore di una conchiglia
solitudine
Anima dormiente
da dove vieni?
Tu
città straniera
Dentro al mio tempo
sognando navi e
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| Ho raccolto per te
le rose più belle
sfrondando la siepe, per far filtrare la luce
ho colto dall’albero, i frutti maturi
adornando un cestino
deposto nel centro di un marmo nel patio
sottofondo soltanto
il rumore del cuore
che ascolta e
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Notte di fili d’argento
sgomitolati
sulle guglie irrequiete di questa mia vita
in fessure furtive di illustrazioni passate
Notte
che corrompi i sogni soffiando polvere d’oro
imbastendo al mio inferno un oppio cosmico
La mia
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Ho come un urlo conficcato in gola
taglia
alla stregua di un pugnale
nessun permesso all’estrarlo
(sarebbe come dar vita ad un’emorragia)
morirei dissanguata nel suo tonfo – laccio emostatico che tiene in vita
Cadesse il cielo
il firmamento
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Ambizioso sogno di un viaggio sulla luna
inseguendo l’umile coscienza del mio argomento
smarrendomi, nel buio del delirio, adagio dormiente
vigile, ad un segnale sciolto
Tremulo suono, scatenante forza
moltitudine d’amore
enigmatico smuovere
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Ebbene amo
amo, quel filo sottile che intreccia le storie
gli sguardi d’intesa, nel suono di risa
gli abbracci, la pelle che un tempo negai
nell’ingordigia di adesso
che cresce, non sazia, cinta a quei fiori
fiori di campo, cresciuti nel
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1218 poesie trovate. In questa pagina dal n° 661 al n° 690.
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