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Patrizia Ensoli
Le 1218 poesie di Patrizia Ensoli
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Nel giardino degli ulivi
io credo sai di aver parlato al sole
toccandolo nel canto frizzantino di parole.
Nei giardini dei riflessi
ho abbracciato le carezze del suo mare
che quasi si toccava
quei fondali ricchi di tesori
giù le vette poi le
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Adagio nel fumo grigio che mi slaccia dalle stelle.
Tu vieni: afferra redini e capestro di questo grande carro.
Dietro la tenda un bimbo piange
due braccia strette ad un giovane cuore
indisturbate cullano l’alba del tempo.
Si sollevano gli anni
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| Vorrei un silenzio che mi ascolti
occhi, pronti a ricevere l’angoscia
quando scordo il cielo che sbandiera il sole.
L’abbraccio taciturno
più delle parole sulla bocca del tormento.
Un soffio una cioccolata calda, un tavolo d’olivo sull’infame
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| Passeggiando sui tetti già caldi
il cuore batte tra cotti invecchiati
qui è Natale e tutto s'avverte
nella gioia o dolore in ciò che non so:
forse memorie, rivoli di spezie sotto le stelle.
E mia madre trent'anni di
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| Mai e poi mai
distoglierò lo sguardo
nascosto sulle tue tristezze.
Sei così bella
dove nessuno ti sa
nelle ombre partorite dalla notte.
Nell’incendio
che arde l’edera mai paga:
muta, avvinghiata
alle mura umide riposte al sole.
Non ti
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Così scura la sera
così chiari i pensieri
sui Natali passati
veloci di fiamme fischiettanti di ciocchi.
Lontano
tra gli abeti d'argento
sulle punte, le stelle
ad evocare un bel dono.
Ché là
la magia mia
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Confondi pure direzione e sole
giurando su una storia che consuma
con prudenza ossessionata, dura - semmai dolcissima
frantoio d’aromi dispersi e ambigui, vento del tuo sgomento.
Uomo umano
scolpito, immaginato
cupo nei dirupi delle
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Mi sfuggo
quando il tempo non mi tiene.
Sui margini tuoi, io
inutile essere mi confondo.
Come niente mi cancelli
per riscrivermi domani.
Cosa dirà il vento
quando strapperà l’ultima foglia secca:
cos’altro offenderà la morte sui nidi
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Si confondono le acque nei passaggi ciechi,
come guizzi di fulmini nell'orrore
s'arresta il flusso tra le dighe.
E' il prezzo dei detriti l'esondazione
nei deserti programmati, calcolati.
Un vero uomo piange
là, dove tutte le iene
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E tu del vento
hai mai ascoltato la voce sua profonda?
Il vento scuote e strappa
travolge afferra
ogni seme della vita.
Hai mai pensato a quel suo viaggio tempestoso
dove i cuori battono nell’invisibile inchino
dove le montagne adornano le
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Si erge dalla terra
l’inverno degli alberi
il lungo sonno.
Tento lo sguardo là, al di là della siepe
ma, un mantello nebbioso cela alla vista
l’erba umida, ingiallita.
Poi, l’eco di una macchia nera
spicca tra il fumo grigio
un battito d’ali
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Andiamo al mare
lasciamo, le carezze strette al corpo della luna
addolciti dai riflessi bagnati dei pensieri
dimentichiamo le luci asettiche, di un giorno d’inverno
troppo freddo.
Un passo leggero mi cade nel cuore
quando, mi sussurri il domani
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La notte si allontana
cedendo ai riflessi dell’argento.
Finalmente posso riposare
nei segni della vita in canto d’alba.
Ascolto cadere il vento nei
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Ecco, li vedi?
ad uno ad uno si accendono i lampioni
e la neve brilla,
prima che il sole del mattino sciolga.
Non credere sai,
è solo illusione lo scintillio
narra la falsità
curva sui bisogni dell’amore.
Limpido quel che resta
al morir
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Un viale alberato di paure
allineate come pioppi
nell’ombra che mi slega.
E immaginare, il sole stretto al petto
il verso la poesia, e camminare
con tutta la stanchezza dell’età
ma la brama ancora nuova di sognare.
Correre col vento
fra i
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| Abbandono di lacrime
e quiete.
Qui, un cuore nuovo.
Il movimento di nebbie
e lune e terre
sui gradini intrisi di parole.
Quei piccoli passi
a ritroso nel cuore:
calda sorgente l’alveo remoto.
Verrà,
l’ora di petali bianchi
nel baleno
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Dammi un ricordo
un solo ricordo di pane.
Su tutte le pietre
un tornare sui passi- sorrisi.
Un candore incupito dentro al nido che imbocca
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Cosa sai dei girasoli
del loro turbarsi
quando il sole ne accarezza il fusto
dei brividi caldi della corolla
quando la luce cade
fino a toglierne il respiro.
Pensa, amico mio caro
è una tinta di terra che ferisce l’aria
attecchendo rovente
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Quante volte
dovrò ripetermi amore
confondendo l’odio che bussa
nello stridio di coltelli sui vetri di povere mura.
In questo delirio ostinato
dove ripeto - non faccio conversazione
con il grido ustionato di demoni
soffiato da risa
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| Ti chiederai un domani di un verde sentiero
sussurrato, tremante agli aromi di salvia
poi, mestamente riporrai la trebbiatrice e il grano
tra granai del tempo inesistente.
E ti dirò: guarda, una stella nella camera buia
un fischio la scia un autunno
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C’è sempre un dì pronto alla partenza
che incita alla scoperta, poi ovviamente
non devi avere bende ma amar la folla
e zaino sulle spalle nel cuore adolescente.
La sciarpa al collo, il naso pressoché all’insù
non per far di conto alle stelle ma
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Un raggio tenue
fiocamente s’insinua fra i rami.
I limoni osservano il mare
immobili
profumano al vento.
Le arance più rosse
consumano il cuore
mentre cade una stella
cerco segni nei mari più calmi,
lontano.
E’ vastità il tuo abito
ora
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Ora che
s’ingiallisce la terra.
Oscura la notte,
infittisce il suo flutto
e la nebbia
mi spicca un pensiero sottile
sottile,
cosicché non ridesti le ombre
ma richiami la luna d’argento.
.
Stanno tingendo di bianco le onde spumose
ora che,
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Negli occhi il silenzio dei cieli azzurri
le tue spalle curve, sulla terra calda d’aprile.
_ Sono freddi i risvegli
nelle fobie del sonno _
Ti siederai sul letto quel giorno, accanto alla maturità propizia
baciando la fronte non parlerà il
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| Gomitoli d’ira le mie speranze
rincorse tra le nebbie sottili
nei muschi a riposo di castagni spogliati.
Attraverso una cruna di un giorno comune,
dove tamburella un piccolo picchio
sul larice, all’ombra del pascolo oscuro:
è lì che muoiono
nelle
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Corre sull’altopiano il vento
dove a me pare uguale a ieri
quel frantoio di odori nei rami quasi spogli:
scricchiolanti e dispettosi
m’ingombrano i pensieri di carezze
senza sospettarlo, soffia al cuore
un mite autunno ormai disperso.
Tu,
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| Ondeggia al vento
come un tulle di sposa,
flessuoso e grigio
aspirando all’altare.
Respira sugli occhi
la fioritura del colle
parlando d’amore nel tremore di un canto.
Dolce betulla
in quest’aria lontana.
.
Il vento il vento, su un
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Può costare caro sai l’amore
il sole, troppo acceso
brucerà le viti ed i grani
in questa assidua esposizione
dal mare alle nuvole e poi giù,
di nuovo a terra.
Indolente a questa voce
innocente e superstite
sarò il cigolio cantilenante
alle
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Dettagli sparsi, di me
che sfuggo gli sguardi
- sorrisi chiari: scivolando segreta
le organze indecenti negli infissi socchiusi.
Volitivo dolore vibrante
fuggitivo e vago
malgrado tutto, risuonano voli e gabbiani.
Così lontano si vezzeggia il
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Un brivido gelido scende
lungo la sera al tocco d’avorio.
Si alza una foglia, secca, come l’aria
fischia nel vento tramontando al confine corvino:
lecci e cipressi vestiti di oscuro sibilano onde
distanti nel tempo.
Chiarore d’asfalto, intorno e
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1218 poesie trovate. In questa pagina dal n° 361 al n° 390.
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