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♦ Rita Angelini | |
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Patrizia Ensoli
Le 1218 poesie di Patrizia Ensoli
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Un nulla mi trattiene a conversare
sulla carità cristiana, la morale
un sorriso stanco di sorridere
quel discorso soporifero poi, sempre uguale.
Ci si cura dentro ai ragionamenti
manifestazioni ipocrite sugli accenti
la pelle secca, il partito, la
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Magari un giorno
tornerò a sfiorare di carezze
tutti i petali dei fiori,
magari poi, reciderò gli steli
per regalarmi rose
e succhierò quel dito punto
il rosso intenso del mio sangue
sorridendo senza fretta.
E prenderò una sedia
disponendola di
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Dammi ogni forza
prendi
tutta la stanchezza
Ascolta
come si muove il mare
anche adesso,
nel vento triste
che batte forte
sui vestiti delle mie incertezze.
Non mi hai visto
insistere a lungo sul pavimento
curva tra i tentacoli
assiderata
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Senti come s’increspa il mare
soffia, su un’aria calda, morbida
intorpidita da macchie passeggere
mescolata ai versi dei gabbiani.
Guardali, nei canali stretti
s’innalzano d’azzurro
per poi precipitare giù
nel blu profondo
insieme ai tuoi
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Sai,
era una rotta vasta
l’immensità che il buio non trattiene
quando il cielo sgombro
disegnava rondini nel cielo.
Cuore di un tempo
cuore straziato
tacito solo, smorzato dal vento.
Ora sei qui
vegliato da un dolore
raschiato ai prati
al
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Ho patito le cose inutili
sino alla creazione di me stessa
sulle nudità dell’anima: esalazioni d’ombre
spire paurose nella massa deforme della mente.
Senza mai temere le radici
non ammisi il bisogno di un abbraccio
come non fossi degna di un dono a
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Oggi torno dalle pietre e le curve: ero così vicina al profondo del mare
ai pescatori di sogni, agli ami le lenze.
E’ buffo mi lasci dire sorridendo,
esaminando ogni gesto abbracci l’aria che smuovo, solleticando le guance
attento a non tradire un
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Solo a quest’ora
decido il timbro del mio piacere
al di là del crinale
riservando al crepuscolo ogni attenzione.
Schiudo i sensi al frinir dell’aria
dove le colline riposano il verde
ed io, partecipo al bisbigliar dei cipressi
all’incorruttibile
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Sempre più vivo sempre più chiaro
è il cielo che canta specchi di voli
piume e fragranze al primo salto.
Tutto mi dice d’odore, prodigio
non v’è segreto in questo sgorgar di strofe.
Un lampo sull’uscio: sospiri a frotte
come polline bianco di là
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Posa qui le tue richieste
affidale a mani chiuse, strette
piangi nell’angolo di doccia
sotto l’acqua silenziosa
lava via ogni stanchezza:
zitta zitta, nessuno ascolta.
Insapona il tuo dolore nella pioggia
dentro al vento scivoloso della
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E’ spontaneo pensare alla magia di un passaggio
ai suoi nodi di riverbero al glicine
fiorito e odoroso domani
sul corpo gestuale di donne
come un fresco bucato al mattino
tra una zolla di sole che vince.
Un sospiro, e tutto sommato sei
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In quest’ora di isole strane
dove nessuno mi attende
condivido placando il torace strappato
riavvolta nei gesti precisi
tra i germogli dubbiosi, paure infantili.
Dove tu sei l’oro ed io solo pensiero
amaro domani.
Mi sporgo su un cielo
che
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Nel coro tutte le voci
glorie e maree di dolcezze
cospiratrici azzurre d’un patto divino plagiante.
Sciame dorato ch’abbaglia
di ogni età il languore.
Un sogno due sogni tre sogni
nelle menti infinite di terra.
Siamo noi il desiderio
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Socchiudo gli occhi sulle tue acque
dove il cuore ascolta la voce
quand’è che poni l’umidità del cielo dentro l’anima
e lavi via da lei ogni ricordo.
Non lo sai che t’amo
tra le conchiglie d’agosto e gli autunni sbiaditi
quando folle agiti le
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Immagina di spostare ogni sequenza
il peso dell’aria la visuale e il tormento,
immagina sulla riga di un foglio
i ciclamini le viole i nostri: non ti scordar di me.
E adesso afferra tutti gli esempi le regole i mari
rivestendo il silenzio come
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La tenerezza tra le braccia tue
la vita nelle vene che ti scorre piano
il sangue amaro dentro ogni sforzo poi perduto.
Gli occhi umidi che tagliano la strada ad ogni singolo malore.
La bellezza di due mani ruvide delicate
e gli abbracci da centomila
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La luna nel pozzo Jim Morrison (La notte è un pozzo nero dove intingo inchiostro per le mie poesie) |
Qualche volta
mi dimentico su una panchina vuota
ogni tanto, m’impiglio tra due rami d’acacia
e dondolo silenziosa dentro l’aria.
Poi mi osservo sulla cima di un cipresso
con le mani alzate
verso la notte e le sue stelle.
Triste donna, entusiastica
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Tutte le parole non potranno mai spiegare
i silenzi che albergano nel cuore
l’ingenuità lo sguardo ricamati nel dolore
la rugiada, il petalo, il fiore.
Bevuti dalla terra rossa, scorrendo come piene di segreti.
Siamo come fiati candidi sul mondo,
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| Tremo sotto questo sole di Marzo
dove l’aria non combacia con il cielo
e ancora tremo verso i rami innamorati dell’attesa
al pensiero di una Domenica che mette fine alla Passione.
Restare indifferente o lasciarsi andare
alla gioia di un Martirio
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Tu Sei il sole
quando illumini sentieri d’ombra
Sei la strada, tutte le volte che dimentichi la meta
e nelle mani accogli carte topografiche diverse
e Sei, il portafoglio sacro delle longitudini.
Il coraggio, dove tutto è perso sparpagliato.
E’
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| non ho speranze
accerchiata da queste raffiche che falciano,
non ho pensieri
dove le sabbie mobili soffocano anche le api ronzanti.
Se qualcosa è rimasto, sopravvissuto
te lo dico piano e sottovoce
tant’è la paura di un nuovo falò senza
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Un giorno
ti parlerò di quella tenerezza
dove d’amore son caduta nel tuo cielo,
ti rammenterò dei giorni con i fiori tra le mani
del grano, delle gioie emozionanti
di tutte le erbe profumate dai papaveri
Poi
ci guarderemo a lungo in fondo agli
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A volte, per pochi attimi
ricavo dalla vetrina tersa del cielo azzurro
le migliori parole
casualmente
ascolto discorsi mai ascoltati.
Poi Tu, giungi come freccia di sole
fendendo in due l’anima - resto nuda ...
Così, per poco
in cui tocco
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Distratta e sorridente
come se il volto si illuminasse di parole
l’anima traboccante
fino agli argini del corpo volesse uscire
poi volare, sulla forza infervorante di un mare aperto.
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Sul mare sul mare
come il mare come il mare
in
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Siamo
come castelli di carta
in un gioco di mani che tremano al buio.
Senza torce o Jolly
sequenza amara di una realtà.
Divini accattoni straccioni vagabondi
nicchiano all’ombra dei Re
come giullari scaltri: ma indubbiamente senza superbe
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Respiro
finitudine lieve di un pensiero
nell’abbraccio emotivo gracile d’altezza.
Collegata rinsaldata
al tentativo primaverile delle cime brune di smeraldo
nella luce tonda guizzante
fra le foglie dei pioppi trasparenti.
E’ mia la debolezza
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Non scriverò poesie
neppure un verso sui fiori coltivati tra le serre
lungo viottoli dei campi sempre incolti.
Sguinzaglierò gli sguardi le parole
spulciando ogni malerba,
poi scriverò biglietti vuoti sporcandoli d’ombretto
per l’augurio scardinato
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Lenire non so l’afflizione
in questo rituale di parole
dove le rondini trillano al passaggio
disegnando sogni dentro al cielo cupo.
Cadrà la pioggia, domani
in lontananza sui rivi in fiore.
Ripetuto naufragio della mente, ora:
giusto il tempo
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Non smettere
non smettere nell’altra metà di cielo
nei riverberi ripetuti d’ogni alba;
ripeti continua la Tua preghiera
dove la vita chiede pretende vita.
Sii, quei pugni chiusi
la matura virilità di una terra
l’assiduo studio tormentoso di una
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Aveva un mondo
che dal ventre gli germogliava agli occhi
aveva un credo
dove la terra nera risalda le radici.
E
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1218 poesie trovate. In questa pagina dal n° 301 al n° 330.
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