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Patrizia Ensoli
Le 1218 poesie di Patrizia Ensoli
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Canto l’aria che vibra agli stridii d’uccelli.
Lassù ovunque nei giorni.
Nell’origine assente delle mille porte
tutto mi dice dell’accenno poetico. Orbite solari
nella materia priva di cose, indefinite limpide.
Pulsanti
Aria
che sposta
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C’è un tempo di neve
fuori, nel vento. Alimenta l’incanto
ammantato di cielo.
Un po’ rauco il fischio si nasconde tra i rami
scivolando gioioso come fanno i bambini.
Angelo bianco che fiocchi dal cielo
di quest’opera grande tu mi cogli nel
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a questo punto
poso le mani in quella cosa remota:
in questo istante ti dico.
Mi pare e confermo
di bastarmi selvaggia.
Troppe volte ammansita
ho rigato le ossa sanguinando nell’Ade.
Son io, tranquilla
quella punta e cipresso.
- mi vedi?
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Sono spoglia e indomabile
lungo le anse dei fiumi
dove il tuo segno di cuori
rivelò i discorsi più veri
tra ciuffi di indomite erbe
innocenti campi di attese. Piogge di Maggio.
Questa sera, che trema il mio gelo
tu, e poi tu attaccato alla fune
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No che non si rassegnano le speranze sotto i rami dell’abete
come i pendii collinari non si rassegnano alle - stolte - illusioni di pace.
E’ qui che ci si abbandona all’ebrezza rupestre
al vagito che geme del Nato per sempre.
Amico fratello.
Dimmi,
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Una voce un destino
mi si specchia nel lago. Ereditiera feconda
incalza, l’assillo taciuto.
Falce d’amore dove non tace giaciglio
e mille papaveri rossi, ondeggiano labbra che sfiorano il cielo.
Ora che qui
adagi un gusto di stelle. Respiro,
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Immobile, non si muove
sotto questa nebbia dicembrina
la foglia, si abbandona.
Non sa cosa sia il giorno
non parla di risveglio:
povero ninnolo sospeso sul cespuglio.
.
Quale pace amore mio
al di là della morte
in quel groppo di lacrime
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| Su quali abissi si contorce il tempo.
Eccomi qui . Ai piedi di un Duomo
in qualcosa di umano, bisbiglia:
bisogna fare attenzione ai misteri nascosti
leggere i cicli sui muri. Ipnotici.
Carbonato di calcio. Polvere
non altro che sabbia
sulle
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Fischiettano i sorrisi sotto le guance rosse
tra i datteri dolciastri. E sogno palme d'oro
dentro al mio maglione.
La nostalgia di neve
di sandali all'arancia
tra queste luci di Natale.
Dove fuori è tardi. Dentro ai canti tra la gente
i
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Sere chiazzate di rosso
indolenti e piangenti
abbracciate alle cime
Cipressi lontani
smerigliano il nero che cala
avvolgendo i piedi di colline impassibili.
Solo un ronzio distoglie il mio volo
mi fissa dal buio, non molla le orecchie
il
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L'odore si espande su di un tavolo rude
su polpastrelli pensanti la rugiada m'incolla.
Tiro su con le spalle i polmoni nel bosco:
dove pensai ad un'ampiezza in vocale nei rintocchi del muschio.
Rosso l'inchiostro
come il tum tum del mio
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Bevi un gusto di neve
nello splendore gelido dell’oro
allestendo la tua scia di slitta. Che mi ruba.
C’è un infinito fuori, che mai si tacque dentro,
fuggevole e preciso all’incertezza.
- Giungi nutrix, mietitore midollare
tra le ombre turgide del
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- è sempre stato un pensiero chiaro
quello spostarsi di nuvole,
un piccolo discorso, fra me e il cielo
nessun compromesso
un incontro d’amore su due piani diversi.
lo sai, per me è questa la garanzia di vita
un roteare d’onda che non chiude le
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C'era una stella cometa
un'onesta capanna di paglia
tra le cose degli uomini scalzi.
Un piccolo segno d'amore
la famiglia, la mamma il papà.
Quale stupore
nella casa di Luce a Betlehem
quel piccolo Oriente disceso
negli sguardi,
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Di quale malinconia parlano
nella solitudine pallida
i campi abbandonati
alle nebbie d’inverno.
Senti le suppliche
delle mani collinari
giù, per i sentieri
impigliate nei rovi di more dormienti.
L’orgia di luce si perde
in questo pianto a
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| perché d’immenso
mi guadagni nel cuore
dove sorridi ai discorsi. Dove non dici.
Accogliente respiro: consumarti nei baci.
Sciogli stille e brusii
liberando i miei rami.
E mille rose d’azzurro. Le melodie invernali
palmo a palmo di neve.
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Quante perline cucite a mano
su questo tessuto chiamato vita. Talvolta
con stelle nel grembo sfreccianti negli occhi
e laghi, sulla dorsale della schiena.
Squilli di voci festanti lungo il sentiero
un “ Miglio Verde “ tra i cespugli del
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Si alza una voce.
- In tutti i colori rispondi.
Ho fame di vita
di bianco delizia fin dentro, nel ventre
di un’armonica chiara intonata alle mani
luccicore d’argento nella risacca delusa.
Mare da qui, già troppo mosso.
Lontano mi pare quel
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Sono piccoli passi d’amore
il suono chiaro al levarsi dell’orme
frutto silenzioso, poi scricchiolante
d’erba abbracciata dal gelo.
Un patto gentile tra anime bianche
l’innocenza giovane di giovani sguardi.
Primo sole d’inverno.
Passeggiando: due
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Si dorme troppo fratello mio
tra i piccoli mandorli al vento
nella polvere che grida dei figli
mentre muori, con l'aria fresca tra le mani
addolcite d'uva passa.
Si piange meno sui deserti infuocati
nelle dita assenti - comunque - puntate sul
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Ecco mi dici, di tutte le nuvole
io ricordo il colore, i ciuffi graziosi
striati e biancastri.
La trasformazione mutevole
nell’intervallo costante di: esisto - poi no.
Nuvole nere nella brezza che gonfia
ed io, che di cielo mi nutro
dalle vigne
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Si dice adagio
questo tempo che scivola
sfugge, tra le fessure delle ore
dove tu non sai
dove non cogli quel piccolo seme di senso;
si dice domani
dove un domani non c’è.
E cammino
cammino su queste foglie secche
buttate così, dal vento ...
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Solo, un timido raggio di sole
sfugge alla nebbia, gioca
nascondendosi dietro le case:
sono oscure le pareti dell'Ovest.
Di un giallo sbiadito racconta
- non sono immortale e rompo il destino,
gocciolando la terra, nei campi e nei viali.
Fin
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Guarda fratello l’Europa
quella linea lontana di luci
mentre qui una foglia, su uno stelo di terra
senza spazio per occhi di ali.
Se guardi le stelle senza bocca né voce
le coordinate del tempo ricoprono e asciugano
ogni pianto di patrie
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Addormentami
poi legami
con guinzagli di velluto in vastità
addomesticami
agli spettacoli sontuosi del tuo circo.
Sfrontato e tronfio
gongola l’inganno nei sorrisi: dici amore
sguazzando in contrazione nel tuo niente.
Cacciatore nel limo che
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In infiniti modi
nutro il mio silenzio
lasciata, abbandonata
do nome alla bellezza
Così, accade
tenera la pioggia
trasparente vetro
lente chiara su un concerto
Liquida respiro
il pino
l’abete
l’acero
insieme ad il cipresso
Nell’alito di
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Sarà che i tetti stamattina parlano d’argento
sarà quest’aria fresca pungente sulle gote
le voci che scendono dal colmo del paese
e le campane a festa unite a quel ricordo
Sarà che io sorrido al dentro di un vissuto
e guardo con amore quel colle
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Morbida sosti
quasi sorridendo
solitaria, nell’azzurro terso.
Piccola nuvola ribelle
nel bianco che ti veste
ingiallito da un timido raggio di sole.
Sembra tu voglia parlarmi
o, è solo un mio bisogno segreto:
in questa casa quaggiù
è bello
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Vive l’abbraccio
nel mattino di un guardiano perenne.
So, del mio destino
qui, dove tu consoli il pianto
di questa storia scritta
indelebile.
Sentinella d’orizzonti
di canti soffiati alle nuvole
le tue bocche verdi
proietti verso i baci
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Le foglie morte
Accompagnano il
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1218 poesie trovate. In questa pagina dal n° 211 al n° 240.
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