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♦ Adriana Bellanca | |
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Patrizia Ensoli
Le 1218 poesie di Patrizia Ensoli
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Sono grinze di terra. Zolle taglienti alle caviglie
gli strani sguardi . Eppure l’aria è lieve
trasporta giù dalla collina l’odore d’erba nuova.
Impallidisco in questo tuo raccolto
via del Ginepro. Ancora e sempre
avvinghiato alle mie margherite.
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Brilla l’aria graziosa tra le gocce
Piena, breve della vita al cielo. Così disposta all’ereditiera terra.
L’annuncio ovunque. Dei campanili il roseo abbraccio.
Dal verde agli spioventi tetti
il canto in stormi dintorno e sulle case.
Nella difficoltà
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Sulle dita graffiate fino alle unghie
trionfa il cristallo fiorito delle mie sofferenze.
Lungo le vene del collo, nel giro di nuca.
Ero un mughetto di bosco
e tu mi hai spezzato [ fatalità ]
nel filamento sottile. Sopravvissuto.
.
Vado, senza
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Scriverti
dove con me bevi la fonte e discendi la terra
disegnando nei solchi. La vita.
Dall’umile sguardo ai tizzoni negli occhi
dai forma a quel corpo. Pretende: sinuosa.
Scriverti libera
nell’incantesimo innato che ti volle guerriera
tra le
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Se poi la sera esco posandomi nel cielo
e vivo, senza istigazioni alla Tua realtà
quale male arreco al tempio delle tue convinzioni.
Tu comandi regole che io non riconosco
hai inventato dogmi, parole e pratiche d’orrore
dove la luce è un grembo di
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Dritta. Ero nata dal cielo
in prima fila: offerta alla terra.
Virgola strana tra due rime lontane.
Caduta dentro a questo mondo di foglia.
Io
con troppe fessure per lasciare le stelle.
Ignorata dai tanti in questa sfera infinita
vengo
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Dove si posano gli angeli
l’asfalto disgela tra i grigi vapori.
Disinvolti e senza ali
percorrono vicoli, nei tacchi di una scia amabile. Piccoli fiori.
Brindano soli
sulle finestre affaticate dal vento
e senza fretta
sistemano i nidi dei
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Bianco - e basta un soffio di vento
un pensiero lieve tra rose. Bianche
nel sospiro caduto di un petalo in distanza
oltre ogni bisogno.
Bianco
come un sentiero all’alba
che avanza perfetto verso il suo giorno.
Desiderio. Candido
nella stella
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| Era un giorno di cielo
quando caddi imprevista tra le tue braccia.
Impresa empirica, dove alloggio tutt’ora
sulle soglie di Maggio.
Troppo pochi i mattini. Ogni tratto di vita
dove tu che sei me
evochi d’eterno sulla riva dei giunchi.
Dalla
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Non si considera mai
la forma singolare che origina il plurale
l’effetto verso il basso che abbraccia racchiudendo.
Non pensiamo come Epicuro in caduta libera
- Urto d’atomi
genitori programmati a nuovi corpi.
Desinenze del caso.
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Tra la forma dei pensieri
si potrebbe dire- Vita.
Quando un pescatore esce di vela
con il dondolio del mare
la sua parola nella barca.
Sono stelle nelle reti
quel che lui anela
maglie nel salmastro
che chiude pori intrappolando notti.
Nello
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Quanti i semi
sul terreno fertile del cielo.
Sii pensiero esortavi
ove resta ancora quella luce
autentica visionaria nelle idee. Inattingibile perfetto nel finito.
Tu, senza gradi d’infinito.
Oh indivisibile, fosti l’alto spazio: né confini, né
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Su tutti i discorsi della vita
Sei
la promessa d’amore che mi è venuta a cercare
l’ora contenuta nella cintura che avvolge. Beatamente.
Mi vedi, e sono lì tra le mani e il cuore
accordata alla libertà di un tramonto ai pastelli.
Scivolando sui
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Aspetta, attendi
ancora un momento ti prego.
Lasciami il tempo per ricamare le stelle
poi soffia il tuo alito nero
così che io possa baciarti di brame
cadendo d’amore, senza più fine.
Un patto ci attende da sempre
tu bevi di me tutti i sogni
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| Sei
l’ospite straniero d’ogni giorno.
La terra nuova su cui posare i passi.
Sei
il grano del mio pane a colazione.
Il riso di cielo ad ogni stella.
Non sei,
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- è tempo che non mi scrivo più.
Lunghe ore, dove ho perso i minuti del dolore.
Dove vivo, il lutto di questo addio
l’aspra solitudine della tristezza. L’assenza
di ciò che non torna.
Ho smesso con le lettere al mio ieri
e mi rendo conto, che
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E’ così chiaro il cielo dentro al mattino
tempera ad olio. Pigmento autentico
di un fresco terso.
I cipressi a vedetta
disegnano sfondi sui crinali
intrisi del colore notturno delle colline.
Tra una chioma e l’altra,
prepotente si fa strada la
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Tutto dormiva
laggiù, dove l’aria immobile
contornava l’erba di mistero.
Tutto il silenzio sognava.
Il pescatore di stelle. La loro abitudine all’eternità.
Come un racconto
le voci vaghe lungo le coste.
Un bene ignoto che desse
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Non è la prima volta. Vedi?
Io non parlo mai dell’incertezza
mi inspiro caso mai alla vendemmia
no, non è la prima volta che mi si spacca il cuore
ma guarda, ho attraversato stati - corsi d’acqua.
Ghiacciai immensi, scivolando sopra al bianco
come
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Può essere il tempo,
la sua corsa forsennata tra le vene.
Potrebbe essere l’illusione
questa maledetta malinconia che stringe.
Un fiume d’amore o
le lacrime impazzite schizzate via dalla galassia.
Potrei essere io, l’irraggiungibile stella
mentre
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Sui limiti del tempo nasce, spera. Un’emozione.
Scivola, sui bordi ossuti di un volto bianco
e con l’ultimo colpo di vento vola
tra i pendii scoscesi
sull’abito sempre nuovo del mare aperto.
I divari mancati: scorze d’arancia
in brani sparsi
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Qualche volta è la tenerezza
accolta in offerta sul bianco che chiama.
Tu lo sai dei mattini d’aprile
sulla fronte gentile degli olivi in pendio?
Del ruscello che corre
verso un fiume più grande.
Qualche volta è stanchezza
che d’autunno mi
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Dunque le stelle.
Oggi zittiscono ogni rumore
fluttuando la nascita viva di un cielo sereno.
Una mappa.
Filigrane pregiate si
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Se parlassi del fiume che scorre
delle nuvole bianche ammainate alle cime
se, dentro agli occhi scorgessi
il pensiero del vento.
Non è questo no che dal sonno mi desta.
Raccontami invece di un po’ di paese. Il tuo
di un orizzonte diverso - dimmi;
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C’è sempre una notte più nera.
Dove un tempo accadevano cose
nei discorsi d’estate, sopra al vento che corre
raccogliendosi ai rami.
Nel godere del verde rimasto, di una gemma tra le radici:
puoi sentire le frasi interrotte
la saggezza di tutte
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Esiliata da tutte le cose
scivolava dentro i pensieri negati.
La fragile ferita sulla quale spingeva
mancava e vegliava
dacché bugiarda, scisse il suo sé.
Tatuati alle nuvole passavano i giorni
e passavano lenti al sapore del ferro.
Per strade
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Oggi resto qui
imbiancata da questa luce tenue che mi sfiora.
Circoscritta e dilaniata dal risveglio. Pupille in fiore
tra le felci azzurre dei miei spazi.
Fuori il vento
sbatte forte terra e cielo
sollevando in aria un disordine violato. Quasi
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Un solo giorno e una preghiera
al di là dei fiori al di là della frontiera.
Quel petalo di rosa. Giravolta d'aria
sfuggito un istante alle radici di un pino.
Amava osservare proprio mentre danzava
l'anarchia generale delle foglie
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Ora vedi bene
tutti i pascoli su cui il vento cade
pizzicando; a tratti imbizzarrito, i rami secchi e spogli
rifiutati dalla terra.
Hai visto
l’aria brucia come la vita dentro. Arde
impolverando
poi spaccando labbra e cuore.
Per poco ancora
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A pensare le stelle
questa notte di strada.
Un cuscino è la foglia adagiata nel vuoto.
Mi hanno detto che il cielo
conosce le storie prospettate ai cortili.
Di questo vecchio in pantofole,
la giacca di nebbia su un focolare di luna.
A pensare le
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1218 poesie trovate. In questa pagina dal n° 181 al n° 210.
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