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 Gli ultimi 5 iscritti: Ivan Catanzaro - Fabio Paci - Simone Michettoni1 - Fiorfiore63 - Ava 
 ♦  Ernesto Di Martino    |           | 
   
 
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            Gianluca Regondi
            Le 368 poesie di Gianluca Regondi
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        Sono vetri rotti  
i pensieri della sera 
nel sudore delle strade 
dove l‘afa e il catrame 
camminano per mano 
 
Un vociare di cani  
al tuo passaggio 
s’ inerpica al cielo 
come se il pericolo 
fosse la presenza 
di un’anima perduta 
ormai 
 
Sono
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        Ho visto il ritorno delle rondini ai loro nidi  
 
Le ho viste garrire 
felici all’ azzurro 
libero del cielo 
sporcato dalle nuvole 
di panna esplosa  
 
Le ho viste benedire 
la piazza del paese 
ancora assonnato 
con capriole in volo 
ed il loro
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        L'indecente gusto di una via deserta 
è una poesia sfatta che trema ancora 
e attende una fine già immaginata 
nel silenzio delle sue rughe  
scivola da una ghiaia di ricordi 
ancora sudati nella sua attesa 
sempre più assente
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        Rimangono in un velo triste 
i tuoi occhi in quel tempo 
del mattino senz’anima 
che l’anima chiede 
come se fossero stanze imperfette 
la realtà e il sogno, il desiderio 
e ancora la realtà che accade 
senza quel preciso destino 
senza quei
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        La luna armeggia strane frasi 
al proprio colore  
in questo nuovo solstizio d’estate  
in un cielo annerito di stelle 
più lontane e remote del tempo 
se mai il tempo avrà avuto un inizio 
o un passo claudicante nell’infinito 
immisurabile
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        Ho consumato il tempo 
in una sigaretta 
l'ho aspirato facendo 
cerchi di luna 
come se la luna 
fosse solo bianca 
 
Svanendo, svanivano anche 
i sorrisi incontrati o
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        Per il sole del mattino  
salutato sempre caso 
nello sbadiglio dell’erba 
e nel muschio abbarbicato 
dei muri grigi in attesa 
Per il grano incontrato  
che hai visto crescere  
dalla strada ascoltando 
radio rock al miele 
nel saluto quotidiano 
dei
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        Sorrisi possibili di semplici parole 
piovute dal destino di uno sguardo 
nei tuoi occhi liquidi e pianti  
e sempre come sempre assenti 
 
Giorni possibili d’amore compresi 
per caso davanti ad un bicchiere  
nel solitario ricordo di una mano 
la tua
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        Che sia la notte e il suo racconto 
a tenerti la mano negli spazi vuoti 
di questa anima assetata di tenerezza 
senza uomini e domani 
Che siano gli istanti e i momenti 
delle stelle cadute da quel cielo nero 
a ricordare solo occhi vuoti di lacrime
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        Rincorro ore 
giorni, età sparite 
in un dove senza parole 
con gesti di gomma 
e plastiche iridescenti 
alla luce ormai bianca 
dell’inutile soliloquio  
di una poesia accennata 
 
Esistenze al limite ignoto 
di anime perdute e lasciate 
alla
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        Dorme la notte senza sogni 
 
Il desiderio di te è un confine 
conosciuto e cantato ogni volta 
e ogni volta i tuoi occhi si fermano 
in quelle lacrime che mi hai lasciato 
 
Amore 
amore della mia vita 
 
Dove sei? 
 
Mi raccontavi nel sorriso 
le
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        Nei passi del ricordo scorgo 
il confine che sbiadisce il giorno 
ed il dialogare con le foglie 
si fa flebile quasi inutile 
in questo silenzio fatto di non parole 
e solo colori che mi invento 
nell’ autunno degli uomini in fuga  
o nelle esistenze
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        Le parole sono qui 
in un’attesa sporcata 
dai voli falliti che 
han giocato con la paura. 
Ho compreso il coraggio  
delle formiche, 
l'anima del vento, 
il pretesto delle verità  
negli occhi socchiusi del sole. 
E una plastica
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        Vestiti sbiaditi e rammendati 
in questi giorni languidi fatti 
di finzione come vuoti persi 
al niente delle risposte attese 
in assensi negati e raccolti 
lungo l’argine e le vie 
di un fiume senza più corrente 
lento e colloso nel suo
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        Ho dimenticato troppe poesie 
che camminavano per strada 
aspettavano d’essere scritte 
e sporcate in tante parole 
nemmeno tanto recitate 
 
C’erano attimi d’amore 
mai compreso 
strappato e ricucito 
come il bianco 
di una corsia d’ospedale 
 
E c’erano
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        Vaga nel venticello una lanugine di pioppi 
come neve di una primavera attardata 
insieme alle temerarie capriole delle rondini 
in volo verso chissà dove e chissà chi 
 
Nel giardino sfatto della nostra casa 
Vi ho salutato una volta per
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        Passeri assonnati di un mattino 
saltellano sulle poche briciole 
di un Inverno molle senza brina 
e sui rami appuntiti di ruggine 
il cielo bianco senza sole 
non cinguetta altre stagioni 
 
Uomini al capolinea di un esistere  
senza altri sogni e senza
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        Il chiaroscuro del tuo profilo 
nella cornice appesa dei sogni 
o alla notte che respira l’affanno 
di un tempo impaurito. 
 
Ci saranno le radici mute 
di un discorso non riconosciuto 
saranno le promesse dimenticate 
di un amore ancora immaturo 
o di
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        Sono altrove  
Sono in una mano stretta alla mia 
sono il tuo ricordo dimenticato 
che arriva dopo la neve  
sui sentieri abituali dei merli 
sulle foglie ormai dissolte 
di tempo e addii di silenzio 
e freddo 
Freddo tempo rimasto 
ad ascoltare i
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        Luci fioche che spente 
sperano in un giorno migliore 
nel suo arrancare muto 
di promesse cieche 
senza domani 
 
Il domani del cielo 
Il domani delle nuvole 
fatto di candele timide 
ed un cuore genuflesso 
alle correnti dell’amore 
sorseggiando l’amaro
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        Non chiedere coraggio 
a chi non ne ha 
a chi non ha parole 
per il dolore bianco 
del cielo nascosto 
in un sole ormai riflesso  
 
Lo sai l'assenza non ha cura 
e l'amore è solo una mano perduta 
quando nei giorni di plastica 
rimbalza il grido
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        Le poche cose raccolte in una preghiera 
chiedono forse un calore che non mi appartiene 
come se la speranza ora fosse una merce rara 
 
Respiro una stanchezza strana 
come se l’aria intorno (anche lei) 
fosse lo strano riflesso della pioggia 
che sporca
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        È il buio quando cade 
che ti racconta di alcuni passi 
nell’ arancio dell’orizzonte confuso 
nell’ indaco grigiastro di un tempo 
che fugge ed attende una fine dichiarata 
come se fosse una piccola continua morte 
di attimi e tristezze quotidiane
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        Tristezze quotidiane tra le mani 
come se il piccolo dolore rimasto 
fosse il margine delle parole taciute 
 
Come se attendessero da sempre 
quelle filastrocche meno dure 
nel tentativo di un sorriso non amaro  
come se ogni pensiero fosse il diniego 
di
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        Visi senza espressione che ricordo  
sostavano nel silenzio amorfo 
di una domanda pronunciata  
e confusa nel caos della folla 
 
E tu che cammini sul filo di un muro 
immaginando Berlino cadere 
come un bimbo senza equilibrio 
nel proprio gioco appena
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        E’ il ritorno che racconta 
l’ assenza obbligata della bontà 
come se l’ esilio delle parole 
fosse un silenzio dovuto 
a tutte quelle anime 
che non puoi più incontrare 
perché quelle anime sono 
prigioniere di un tempo 
dedicato
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        Cade il silenzio nelle parole 
che ho da scrivere tra le dita 
 
Improvvisa assenza di mani 
e occhi e anime per andare 
 
Assurda nausea e rami nudi 
eterizzati di cartone sfatto 
 
Non so dove sono gli occhi 
che potranno consolare  
 
Giochi inermi e
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          | Ogni giorno ti chiedi di un padre 
ed ogni giorno ti rispondi 
che le tue colpe (se colpe hai) 
non sono le sue 
 
Ogni giorno la tua storia 
è solo un perdono 
che credi aver dato  
 
Ed ogni giorno 
c'è un profeta che crede 
nella
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         | Sono titoli di coda  
i minuti che scorrono 
sul cielo annerito 
in questa sera di luna 
sui passi accanto alla lieve 
corrente dei navigli 
che riflettono le luci 
del natale prematuro 
 
Al vociare della città  
quasi ubriaco delle vie  
non sono
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         | I disegni del cielo fuggono 
nei colori di semplici nuvole 
del giorno ridestato 
 
Mi raccontano una storia 
di ciò che sarà dell’inverno 
della neve e degli uomini 
appesi al filo di un destino 
creduto scelto voluto 
e persino
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