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Gianluca Regondi
Le 368 poesie di Gianluca Regondi
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Ho visto due sparute rondini
capriolare nell'indaco
non più arancio di questa sera
Le ho sentite solitarie
tristi senza garrire al cielo
nel loro giungere improvviso
E vecchie strofe rimaste appese
da una vita alla ricerca di
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C'è un sapere nelle notti sbucciate
sotto l'acino di una mezzaluna
Un sapere di anime e di silenzio
Un viaggio senza una meta
Una o troppe stelle lontane
per una materia vecchia
come il tempo che ci rimane
perché ci si accorge di
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Io son capace di camminare
da solo con la morte nel cuore
ricordandomi della vita
Di quando l'alito di un amore
mi ha sfiorato portandomi
ancora più lontano
L'ultimo sogno è caduto
immobile negli specchi rotti
nei muri
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C’erano altri visi ai quali
avrei dovuto dare una risposta
nel loro silenzio scalfito
come desideri spiaggiati
o come delfini impazziti
dalla corrente alla deriva
I loro occhi mascherati
di rossore e occhiaie
raccontavano di fughe
dalle feste
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S'accolora
il silenzio dei rami
svestiti dell’inverno
che ormai tace
e s’affollano
su di loro
freddi aghi
di gemme acerbe
a coprire
la confusa nudità
del risveglio
nelle ore brevi
al timido sguardo
della vita
che rinviene
nel
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Lunghe strade deserte
nel saliscendi della passione
Come lunghi silenzi a rompere
che si muovono nel desiderio
della volontà di una dolcezza
respirata al sole della stagione
nuova e ritornata dal letargo
Lunghe strade deserte
nel
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Quando ritorna il sole
con uno sguardo assonnato
il respiro del giorno
si fa leggero e tu
nei tuoi passi hai ricordi
trattenuti nelle mani
potresti e vorresti parole
forse per una poesia
o per un amico
e come amico
ghignare al tempo
o alle
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All’anello di fumo
che si disgrega
lasciando il segno
al nulla
Ai tuoi occhi
di acqua pura
lasciati ai binari
della vita
in un giorno di pioggia
dentro la stanza vuota
di un addio silenzioso
Al viaggio apolide
avvenuto poi
Lontano da
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Pensieri dipinti
da parole appese
al niente delle stanze
chiuse nel tempo
con l’attesa delle rondini
tra nuvole e azzurri
ormai ostili
Tavoli vuoti intorno a te
all’osteria di paese
ed un ricordo ormai ubriaco
consola il nessuno
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È il racconto di un inverno
sui parabrezza gelati in sosta
nel mattino troppo breve
di un Febbraio come tanti
Il movimento muto del tempo
che ti rimane sulle spalle
che fugge da mani senza parole
in questo silenzio ritorto
e
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Forse morirò senza sentire nulla
perché di paura dei vivi, da vivo
ne ho avuta troppa
In questa vita, vedi, vanno via
solo i migliori perché in fondo
i ricordi, quelli veri, sono oggetti
vigliacchi e malvagi
E l’amore,
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I giochi dell'oblìo
sono le età di un uomo
sono le estati arrivate
senza essere rincorse
con l'odore del fieno
dell'erba calpestata
nel colore stupito dei fiori
E' come se un uomo
non fosse mai finito
E' come se
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Oggi era ieri
e il ricordo delle parole
è una poesia che verrà
Verrà come una carezza
sperata e pianta
E verrà un sole una luna
nei giorni spenti dal tempo
da questo tempo di parole
e lacrime e sorrisi mai
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E c’erano parole in attesa
appese al colore del grigio
imbronciato nelle nuvole
per una tempesta perfetta
ed annunciata e temuta
per il grido di pietra atterrito
che arrivava dal nulla
dopo il bagliore improvviso
dei lampi
Erano sparute e
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I tuoi occhi sono buoni
parlano della mitezza
perduta e lasciata
alle curve del tempo
Stanno per mano
nella mano di un tempo
lasciato ai pascoli
dovuti della luce
I tuoi occhi sono buoni
sono quelli che vorrei
accanto come un figlio
come
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Ancora mi chiedo degli uomini
che non tornano
Mi chiedo degli uomini
con occhi di bottone non illesi
senza anima e senza parole
di conforto scritto e non sancito
Ancora mi chiedo degli uomini
che non tornano e se mai siano
partiti da
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Invia un messaggio privato a Gianluca Regondi.
L’aria pulita di un tramonto
nella calma di un silenzio
appena ritrovato si confonde
nei suoi colori chiari, forti
decisi e liberi, almeno loro
Quaggiù Signore
su questa terra alla deriva
delle correnti di un cosmo
conosciuto solo da
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Un altro giorno
di quei giorni appesi
al nulla delle ore
nel gracchiore dei passi
di un solito Novembre
grigio e scontato
Avrei le tue mani
qui nel mare da cercare
stringere e scaldare
Avrei poi una luna
dagli occhi stanchi
da donarti
con il
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Quando una lacrima sfiora
le mie labbra stanche
ricordo il salato del mare
e le conchiglie come foglie
senza più anima ricorrono
una tristezza uno sguardo
una stagione che è stata
E quando vedo il sole cadere
dietro la linea del
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Rileggo le parole dei giorni silenti
di una, di troppe poesie trascorse
e mai scritte in quell’ attimo
irreale e compresso
di un buio nero pece
in un monologo di gesti senza pane
nel senso abbandonato di parole ripetute
e ricordate alla luce di
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Si preparano le foglie
ad un nuovo colore
sceso forse dal cielo
per una questione di tempo
o silenzio chiamato stagione
Si preparano le foglie
a catturare gli addii
impolverati di arcobaleni
che hanno parole quasi mute
ma mature di sguardi a
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Sotto voce una nebbia
confonde il silenzio chiuso
dei tuoi passi nelle foglie
che calpesti indifferente
Sembrano quasi gemere
e chiedere una tregua
alla poltiglia che le attende
Una nudità incomprensibile,
poi, saluta alberi ormai
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Rimangono solo occhi parlanti
con strane lacrime allegre
come umida rugiada del deserto
che disseta e avanza ancora
Non è dolore n'è solitudine infetta
è vita innocente caduta
che strani strozzini del tempo
hanno rapito
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Tracce d'indaco tramontato
negli occhi intrisi di luna
Ricordare un silenzio
fatto solo d'attesa
Forse solo morendo
capirò il tuo tempo
tornando nel nulla
Ho il mare in mente
e tutte le sue onde
ad una ad una tornano
e aspettano
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Sono come un triste addio
le parole nate e partite
per il bianco di un foglio
Hanno un rumore sottile
le rime uscite da un niente
di sangue
La loro anima è un bimbo
che per mano chiede vita
e amore
Arcobaleni stanchi
ronzini
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Entrano da porte anguste
le ore spese a dimenticarti
come se il cuore non sapesse
più ricordare parole d'amore
conosciute con te in quel tempo
dove i fiori erano i tuoi occhi
da annusare e accarezzare
dove ogni parola sussurata
aveva un
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Nella sera degli occhi
un lucido dimenare
di voci e abbandoni
appariranno senza risposta
ai respiri che l’affanno chiede
E come fatta di sabbia
s’ inerpicherà una preghiera
forse mai recitata alle anime
discutendo di quel bisogno di carta
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In quelle sedie a semicerchio
c’ erano vite raccontate in ricordi
che non avresti voluto vivere
passando accanto al sudore
di un diniego o di una domanda
troppo scura fatta ad un cielo muto
e per questa ragione nemico
E se mai avessi avuto
una
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Dove sono ora
questo silenzio ferisce
offende ogni sorriso
questa pioggia sporca
è un rimpianto che torna
Dove sono ora
Questa aria
è fatta d'ovatta
di foglie scomparse
in un colore sbiadito
Queste frasi non sanno
da chi
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Appesi al sudore
di una poesia
ancora da scrivere
trattenuta nelle mani
di un silenzio
che non vincerò
ti cerco nella sabbia scalza
di un pudore senza luna
che vorrei tra le labbra
di un respiro sospeso
tra l’assenso finalmente
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368 poesie trovate. In questa pagina dal n° 61 al n° 90.
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