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Gianluca Regondi
Le 368 poesie di Gianluca Regondi
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T'avrei raccontato la mia vita
come sempre ho fattO
e avremmo capito
d'essere da qualche parte
su questo muro
Ho bisogno di trovare
sincerità pulita
raccontare la propria
non è facile
anche se non è l'unica
Per la
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Dimmi che
saprai accettare
la partenza di ogni parola
Dimmi che
il tuo bene è immutato
come l’unico bacio mai dato
Dimmi delle anime
abbattute dal tempo
e dal orgoglio
Dimmi di te e di ciò
che abbiamo sprecato
ora che vai nel
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Che sia ciò che credi
quando chiudi un giorno
nelle solite tasche
di un tempo raffermo
con tavole imbandite
di briciole e tempo
che ti guarda scanzonato
per una partita già persa
che si allontana
E le vie e le strade cantano
un
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Ti ho visto, sai
frugare tra fiori
ormai appassiti
e cercare nelle ore
il significato della pioggia
Ti ho visto cadere, sai
dalle stelle
di una sera gialla
e non voglio
altro che ricordare
quel silenzio appeso
ad un cielo di una mano
la tua
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Non saranno altro che parole
da deglutire senza amaro
perché ad ogni riga ci sarà
un a capo sancito come fine
del tempo lasciato a se stesso
per il tempo di un sorriso
e di una tristezza senza compromesso
E quella tristezza di
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Non so se i tramonti
sono spiagge spente
e se le conchiglie rimaste
vengono dal mare
perché le loro anime
(se sono anime)
cadono dal cielo
E poi, le loro voci
(se hanno voce) ridono
gridano ad un domani.
Forse sarà un
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Nell'attesa di un volo
sul filo del silenzio
stiamo accovacciati
come sogni
nel pentagramma
di un tempo straniero
Rivedo, strette di mano
amichevoli sorrisi
contrabbandati di cortesia
l’archibugio dei pirati in fuga
Non siamo leggenda
e
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È un passaggio il tempo
degli istanti deglutiti
È fatto di ali e farfalle
È un passaggio opaco
e folle dentro quella caduta
inevitata che è l’innocenza
È una corrente crudele
che imbratta ogni cosa
ogni
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E uomini e donne dentro una storia
dentro al pentimento di una colpa
o di una ragione mai compresa
che scorre come sempre nelle vene
discutendo di stanchi disegni felici
come se fossero birilli pronti solo
per essere abbattuti e rimessi in
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Non importa se le parole
rimangono in gola
forse non hanno passi
oltre quei domani
masticati e fermi
non hanno altre ragioni
se non quella di ferire
ancora occhi o zittire
il desiderio di una vita
oltre il grigio oltre l’amore
non
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Ora.
Sono giorni con poca vita
e pochi sorrisi accarezzano
quella gioia che si conosce
non sapresti nemmeno dire
se il fuoco che senti sia fuoco
o sia una verità consolatoria
Avrò il coraggio di una mela
ricordando una carezza
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Il grigiore del cielo mi accompagna
come un amico rabbuiato
come se l’amicizia in quel momento
fosse una discussione senza via d’uscita
e le nuvole fossero una scusa del dissenso
caduto dalle gocce insistenti di una pioggia
dura e sporca
Il
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Si fanno impaurite le ali di Pindaro.
Ogni volo è una capriola mortale
con passi rotti e bucati tra nuvole
intossicate di silenzio e guano
Vorrei poter aver raggiunto
una strana saggezza sulle correnti
riconoscere i fiati di libeccio e
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Scrivo l’attesa di una parola
sperando possa essere
un verso in questa attesa
ricamata da un addio
ingombro di foglie
Mi sono perso
in ruscelli di sangue
in pause di paura
che la paura conosce
molto bene
come ogni uomo
come ogni viaggio
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Il racconto della nostra storia
rimane taciuto per un triste pudore
quasi mentito, come se ogni istante
fosse stato già vissuto in altre vite
già lasciate al rumore del nulla
S’attarda il saluto del ricordo
che ho di te, ed è
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Rimane il lento accadere
che succede quasi scontato
in ogni risposta non data
e credo sia solo
un silenzio non voluto
di parole che reclamano
una rima o un anima
un domani e altre vite
da incontrare per quel poco
che possono ancora
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Invia un messaggio privato a Gianluca Regondi.
Oggi le parole che arrivano
sono questi afoni desideri
di un tempo ingrigito
Mi accompagnano
stonati come un nemico
perché il possibile racconto
rimane un addio
che non vorrei ascoltare
e recitare in questi attimi
eterni e rotti
e sono un
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Strade impolverate di neve
e uomini senza senno
nel lento frusciare della nebbia
di cielo che cade in tanti logici
pensieri di gelo
Quella solitudine che ti racconti
non ha altri sguardi di piacere
e l’amore che ricordo è come sfatto
da
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La tregua desiderata
è in equilibro tra righe
camminate e rughe antiche
Come se il parlare delle ombre
fosse confuso in una nebbia
ancor più gelida e scontata
Come se il sapore dei giorni
e dei rami spogliati ferissero
ancora la
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E se domani, voltandoti
senza comprendere
t’accorgessi di quei discorsi
andati a capo
e ripresi nella pausa
di una lacrima
sapresti del mio amore
del mio silenzioso amore
sapresti del pudore timido
quasi affranto
dalla polvere di quei passi
che
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Tramonti di mare
nel mare d'inverno
incontrati nella strada
ancora stupita dell'indaco
confuso allo sguardo delle parole
che mute si perdono
sul deserto della spiaggia
con l'anima muta di un grido
conosciuto e per questo
cercato
Come il
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Verso la fine di un giorno
i colori hanno il sapore aspro
di un succedere daltonico
senza un’ anima senza più passione
ed anche i pochi fiori di stagione
hanno i colori di questa periferia
come se in lontananza la città
si stesse
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Anche oggi
ho respirato la pace
di non pensarti
come se fossi
fuggito per davvero
senza essere braccato
Sono fuggito nel torpore
quasi grigio di un mattino
ammalato dove finisce
il fiume e inizia il lago
nei suoi canneti
gialli e
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Ho te nel cuore
E mi racconti la brina
di questi inverni
sempre più freddi
Ti ascolto nello sguardo
dei campi di terra scura
con la promessa del grano
acerbo
La ruggine amaranto degli aceri
mi racconta il tempo voluto
con te in un
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Si ripeteranno le nenie
della stagione dimenticata
nei ricordi masticati di nudità
e indecenti anime sfiorate
E non potranno che essere
le lettere scritte di un dolore
rimasto ignorato, perché
le promesse camminate
hanno solo
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La mia voce
lascia alle parole
il viaggio dei silenzi
e le pause diventano
il parlare dimenticato
di un ritorno
che rivive il desiderio
di quella tenerezza
dimenticata da tutto
E quando a luce spenta
arriva un rumore di mani
chiudo gl'occhi
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Non potrei fermare
il succedere di questo cuore
nelle grondaie arrugginite
delle età che ti appassiscono
ferendo lentamente le cicatrici
rimaste nelle mani
ascoltando il ricordo
della passione e del sangue
di cui siamo fatti
Vedi,
come
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Soggiogate da una gloria di latta
le parole di un giorno qualunque
succedevano negli sguardi di pavoni
idioti e impettiti nella loro ruota
di vanità in coda
Come accattoni d’anime fingevano
l'abbraccio amicale per il consenso
strappato alla
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Il fraseggio dei colori
lo posso ascoltare
dentro lo scorrere
delle immagini
che ricordo nei visi sfiorati
Ho incontrato tanti sguardi deserti
anime fatte di vecchie pietre
come baite abbandonate
ammutolite anime randagie
incamminate verso
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Il gracchiore autunnale
delle foglie nei passi
e lo scarrocciare degli sguardi
ai rami che feriscono la bruma
nei campi arati e scuri
di terra scoperta
e di grano appena accennato
Lì è la mia anima come assopita
nella nuova
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368 poesie trovate. In questa pagina dal n° 241 al n° 270.
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