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Fiammetta Campione
Le 441 poesie di Fiammetta Campione
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persi il filo
fatalmente – per caso
inconsapevolmente seminando
sassolini a segnare la via
e graffi alle pietre miliari
lasciai tracce incomprensibili
e silenziose melodie
infinitesimi di sorriso
ma lacrime abbondanti
ora affaccio alla
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è così che ti vidi in lontananza
una sera che ti condusse sui miei passi:
seduto, con lui che ti portava
e gambe senza vita
non volevo riconoscerti
e vilmente voltai la testa
ma il cuore parlò per me
mentre il cielo si
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| La musica dei Carmina Burana in sottofondo
sembra scritta per me
per questo garbuglio di pensieri maledetti
intanto in tv magnificano il papa dei poveri
...e le stelle ci guardano:
che mondo è questo se non c’è rifugio
dove
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| e gli occhi sbadigliano
incontro a un progetto di sole
di laboriosa esecuzione
- riflessioni a buon mercato –
volevo sovrapporre
un viso – metamorfosi –
a questi ricordi egoisti
conigli sbucati dal cilindro
momentanea eclissi a mio uso e
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lievi d’un tratto affacciano
all’uscio della giornata
consegnano sorrisi di piuma
sovvertendo l’ordine dei pensieri bui
le persone- luce
hanno occhi trasparenti
in diretta col cuore
e un’aura rilucente attorno
in punta di piedi
danzano
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il mio cane
scodinzola di felicità
- orecchie tese ad un’idea di sorriso
folletto vestito di amicizia
accorre festoso al mio ritorno
lanciandosi in improbabili volteggi
il mio cane è una sorsata di fiducia
che mi piove addosso
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pareti trasudano torrenti di ricordi
riecheggiano risate nell’aria dilatata
gelide stanze scaldano
un cuore contaminato dai perché
tutto ha un senso
anche il più anonimo dettaglio
recita la sua storia
niente ha un
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Aprii il cassetto delle inquietudini
polverose scolorite rinchiuse da anni
lo spalancai per offrirne l’essenza
a te
che non credevi ai tuoi occhi
che pensavi altro
che vivevi per caso
una parola all’orecchio
un rossore improvviso
e
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Qualcuno mi mostri una ragione
una seconda ragione per vivere
la prima è essere nati
e questo
non l’abbiamo certo deciso
quale sia il senso
dei reiterati abbagli
- sussulti sulla lavagna taciturna -
davvero non comprendo...
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Il senso trascende le cose
non incontra la mente ottusa
che ragiona con parole altrui
disconoscendo la propria unicità
i binari avanzano diritti – no crossing- over
seguirli senza obiezioni – più facile, certo...
imperativo di vite
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È nel cuore d’una notte qualunque
notte banale per elezione
che nel buio più fondo trova la sua forza
la protezione il soccorso
in una notte così usuale così ordinaria
la vita cambia direzione – nell’inezia di un
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[eccoli tornare i sogni più improbabili
quelli sepolti dalla sabbia del tempo
stratificata incrostata che non si toglie più...]
...stasera l’aria è frizzante
- aria di Roma intima familiare -
accompagna ogni mio passo
punge la
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e quando la sera
sgocciola sul mondo le ombre taciturne
quando tutto si fa opaco e indefinito
e lieve l’aria t’avvolge premurosa
l’anima
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senza rispetto mi hai messo alla prova
giorno dopo giorno
muro contro muro
come a voler sbaragliare
i miei sogni frantumati
le mie energie al capolinea
spiacente:
ho resistito
pronta a ricominciare
ti guardo con occhi indifferenti
per
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| se si ricominciasse?
noi, tutti...
risorgere dalle nostre ceneri stantie
ignari di parole come mio - tuo
sulla lavagna solamente un verbo:
essere...
ausiliare di ampio respiro
se lo coniughi con umiltà
tralasciando
la prima persona
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Cos’è gioia cos’è allegria
cosa vuol dire sorridere aprendo gli occhi al mattino
non lo sai e nemmeno te lo chiedi
né mai potresti immaginare
il grande albero con i fili d’argento
la tavola da mangiare con gli occhi
i colori i
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Leggi la biografia di questo autore!
Invia un messaggio privato a Fiammetta Campione.
occhi assorti riflessi sul vetro
mentre il treno mi trascina - corpo e anima
guardo fuori...
scorre cinetico il mondo
mossi gli alberi da aliti di vento
che gelano il sangue
gli occhi spalancati dei palazzi
custodiscono cose
persone
- vita che
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Piove
foglie bagnate sotto le scarpe
cercano scampo
a dispetto della verità meditano una rivalsa
gli alberi s’inchinano al vento
che dissolve – assolve – ogni cosa
piove
goccia a goccia l’acqua lava strade e persone
anime inzuppate colano
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| m’osserva di soppiatto l’orologio
- non ho occhi per lui, ora -
le lancette maliziose
segnano ore fuori tempo massimo
lingerie in bilico, lì
sull’inutile lampadario
mentre la pelle in mutazione s’arrende all’evidenza
corpi danzano a
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| Ho frugato tra le tue cose
le mani dubbiose penetravano
fra i tuoi pensieri i desideri
le innumerevoli giornate vissute
sofferte
rimpiante
ed ho affondato le dita nell’essenza
nella sostanza di un cuore che batte...
con lo stomaco in subbuglio
ho
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| caddi più volte
- forse non sapendolo –
ed ogni volta diventava più duro
riprendere il cammino
anche il passo - dubbioso
perdeva il ritmo
ottavi- sedicesimi troppo veloce!
tanto che a un certo punto
(esperienza insegna)
comprai
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macchie di colore in espansione
abitano gli occhi sul nascere
della gente che passa
e incontra altri occhi
contagiando macchie
che scorrono a fiumi
per le strade dentro le case
inondando di colore ogni cosa
-anche il cielo e il mare in
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Sono giorni di stomaco spettinato
come un pugno ben assestato –coriaceo
di passi in equilibrio instabile
di qua, di là: l’ignoto
giorni di pochi sorrisi - pensieri difficili
scendono giù, giù fino a far male
di dolore seduto
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Lo sbadiglio di un’alba di cera
sgualcito riassunto dei giorni andati
dei giorni a venire
la sorprende indifesa
un sussulto le consegna la realtà
truccata di grigie sfumature
giaculatorie scolorite
stanche
l’aria intorno non
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Arroganza imperversa
sul mondo che s’arrende
sopraffatto da smisurato ego
di scranni eccellenti
misera, infinitesima scintilla
custodisce barlumi di umiltà
soffocati e messi a tacere
da potere ed arbitrio
grandezza e superbia
non
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Infaticabili salmoni
risalgono la corrente avversa
senza chiedersi perché
dura battaglia
contro la vita per la vita
...
col vento addosso
laceri i
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Guardatemi:
ho mani pallide e sfiorite
gambe come steli d’inverno
occhi aperti tra sentieri di rughe
quando il sole spunta
m’aggiro dentro stanze sconfinate
dedicandomi al niente
perché niente è tutto ciò che mi
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Sdrucciolano gocce d’acqua
sulla pelle increspata
trasparente nutrimento
vita che partorisce vita
sola, offuscata tra quelle
si confonde una
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una tana un sotterraneo
un buco dove nascondere l’anima
archiviare travagli in camera stagna
...
e comprare una manciata di fiducia
sufficiente a raggiungere quel ponte
sospeso tra me e la vita
attraversarlo...
poi, dall’altra sponda
voltarmi a
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Fuori, nascosto nell’aria
un odore di sconfitta
molecole d’ossigeno
si fondono a modulate cantilene
nelle aiuole di cemento
non crescono più sorrisi
la strada – inghiottita –
s’arrende a passi frettolosi
accartocciati sul proprio
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441 poesie trovate. In questa pagina dal n° 211 al n° 240.
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