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Fiammetta Campione
Le 441 poesie di Fiammetta Campione
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ho smesso di dire no
un istante in cui non mi guardavo
- gli occhi voltati al dopo–
e ho sentito una leggerezza di pensiero
ho smesso di dire no
perché stavo inventando un sorriso
buffo di naso increspato
e finestre per meravigliarmi del
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L’inconsistenza si fece avanti
come divinità imperfetta
anello debole della catena stette per cedere
l’aria immota trattenne il fiato
in un dileguarsi di aliti
il buio cercò riparo dentro sé
mentre tutto – tutto – pareva in
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m’inzuppo fino al midollo
nella carta appassita d’una foto
occhi sbiaditi mi vengono incontro
nello sguardo che mi attraversa
dettagli di vita imminente, invitante
febbrile di attese che s’affacciano al futuro
quel futuro che – tempo nel
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Ho ricevuto un mazzo di fiori
un giorno che – distratta –
lasciavo cadere polvere di vita
c’era un biglietto con poche parole
[di quelle che sai già come si chiamano]
e un legaccio di paglia cremisi
mentre guardavo quei fiori
ho
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Il cuore è rotolato in terra
nudo – sconfessato
giura che vuole arrendersi
è l’ora che la luna s’affaccia
per presentare il conto alla follia
poiché la vita non sente ragioni
ogni giorno
è un appuntamento mancato
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È un’altra me
quella che ti reclama
fiordalisi e paglia tra i capelli
e una corsa verso te
che prendi per mano la mia impazienza
galleggia sulla strada
un’aria rarefatta – aria di miraggi
ti vedo nel sole – impaziente come i
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Cieco, il geco sul muro assolato
immutabile si bea di sé
sulla superficie scabrosa
- anima superficiale –
ancora e sempre uguale a se stesso
incurante, ignorante
d’ogni possibile metamorfosi
statua di sale
sciogliendosi al sole
non
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Succede
che al sorgere del sole
i colori cambiano indirizzo
perdono le parole il comune spessore
succede
incontrando uno specchio:
ti offre un’altra possibilità
l'ospite sconosciuto t’assorbe – anima e corpo
succede
il tracimare
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avevo scelto rose bianche
e parabole risolte in drappi di seta
perché potessi ballare scalza
posando su brezza di aria
che sassi e rupi gradissero far visita
è assioma comprovato:
con il vento in linea ascendente
tutto è
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Lungo coste sabbiose cammino coi pensieri in mano
non m’accorgo dell’acqua che lambisce le caviglie
soltanto il sale, a tratti, brucia
come bruciano le viscere offese, ripudiate insieme al corpo
il mare sembra ingoiare
quel gemito silenzioso che mi
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Non la senti
s’indovina – se vuoi –
diffonde armonie in crescendo
nel sottopassaggio dell’anima
sentore di luce sottile
che offre asilo nell’abbraccio
compone melodie che nutrono l’aria
con note di trasparenza cristallina
acuti e bassi
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lasciami fare
lasciati fare senza esitazioni
ho acceso pensieri che mai
lascia entrare profumi d’oriente
ad ubriacarsi di noi
sapevo già
l’incanto che mi avresti contagiato
mentre l’assenza si riempiva di te
e scuri alle
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nel costante fluire delle nuvole
la vita
soste in pellicole rivedute e corrette
ore interrotte da singhiozzi di esistenza
- e le attese - negli arresti d’incerta fede
fermi- immagine cangianti
in esordi a sorpresa
aurore a plasmare duttili
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m’inerpico sul grattacielo della tua assurdità
che non ha domani
e a pensarci nemmeno un oggi
vegeta in un passato senza salvezza
che hai consegnato a me per affrancarti
lo rigiro tra le mani cercando soluzioni
ma è tuo:
a te
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fu solamente il caso
a farti nascere rinnegata
ché non era tempo né luogo
per assaggiare il miele
più volte crescendo
ti sorridevano i pantaloni
ma non era vero
e ti mordevi le labbra...
ed ora che hai messo il cuore in
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è il più dolente dei saluti
sorge dal nucleo graffiato del cuore
cuore di miele divenuto fango e sangue
stillano gocce a sporcare l’anima
-come si può guarire, lo saprai...
è il più penoso
-gli altri stanno
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Cerca la poesia:
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Invia un messaggio privato a Fiammetta Campione.
| ancora
sogna voli di cielo senza fine
nelle inquiete notti di luna depredata
nel buio dei giorni rinunciati
all’ombra di ore inviolate
che solchi lasciano - e pietre roventi
...ancora
reclama scrosci d’acqua a percorrere la pelle
a consumare
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Imprigionarsi di ali imbrigliate
non ritrovarsi dentro le pieghe dei giorni
cambiare rotta – strappi del pensiero
ma lo slancio muore sul nascere
inutile dinamismo di risulta
sabbie mobili
trascinano con sé barbagli di coscienza
in
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ho appeso una lanterna
fuori dalla mia porta
imperfetto richiamo d’amore
nello sciogliersi del tempo di te
la via cosparsa di profumi
sospira il tuo passaggio
candele nella sera
a dispetto del buio
il fumo del comignolo
per guidare i tuoi
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ho onorato il tuo sacrificio
ma non a sufficienza
ho pregato per la tua famiglia
ma non abbastanza
ho desiderato assomigliarti
ma non ci credevo
voglio dirti
che il tuo semplice “esistere” mi rende fiera
e mi riconcilia con la razza umana
possa
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Incognite
partoriscono interrogativi
come angoli acuti
senza speranza
languono le risposte
coperte di ragnatele
nascoste dietro angoli
o nella soffitta della mente
Chi - o Cosa
forse poco importa:
soltanto rivelare – incolpevoli – le
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Ho visto ombre defraudate
frugare in cerca di un’altra occasione
per lo stomaco vuoto
- intermittenza -
occhi senza luce
imbattersi nell’incuranza
mani nascondersi agli sguardi
nell’inconsistenza d’un mascherato pudore
le schiene
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il salice in giardino
fantasticava di notti rubate
e d’ombra fresca a ripararci
la ringhiera, gli scalini
viavai di scarpe – presto!...
la terrazza era il mondo
noi i sovrani
da lì: profluvio di spighe e papaveri
sorvegliati da scampoli
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io che le ciocche di capelli
mi osservavano al risveglio dal cuscino
e lo specchio non chiedeva mai scusa
io che la strada per la scuola
erano risate e nastri nei capelli
e capriole come ricompensa
io e le mie unghie corte
che il pianoforte
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| cosa ne faccio
delle mie scarpe nuove
dei tulipani che invecchiano – ancora un petalo finito in terra
dello smalto rosso sulle unghie
di un fiore tra i capelli
se non ho voglia di vedere la luce
e rimango in penombra – il mio angolo
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hai presente una funivia?
naso in giù nel punto più profondo
come folletti sbucano pensieri
ingegnandosi a riempire il vuoto
ma non è vero
perché la vita è tanti vuoti in fila indiana
da farcire con viavai di
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sono io il tetto
sopra di me solo cielo
giù: sono sospiri di vita
dal sapore di futuro
hanno sentori di strada
da percorrere con ali ai piedi
indifferenti passano oltre:
c’è molto e ancora di più
scopro la verità
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| l’automobile singhiozza tra semafori e traffico
è di scena un fermo- immagine
come vuoto di memoria in bilico
una recita all’ennesima replica
gente...
occhi alle scarpe
mani indecifrabili
passi uno sull’altro
nascondono pensieri
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| L’aria contaminata fa scempio di profumi
dispersi in vastità – scorribande dell’io immemore –
tra poco pioverà – forse
e noi asciutti sotto una speranza di domani
accenni di consonanza capitombolano nell’intorno
trascinandosi dietro
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lui posa lo sguardo addestrato
su frantumi di sirene incantatrici
avanzi di stelle cadenti- cadute
è un pescatore di spugne...
s’allunga la mano rapita dai sensi
guidata da bussole sconfitte
orfane di punti cardinali
più in
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441 poesie trovate. In questa pagina dal n° 181 al n° 210.
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