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Paolo Morganti
Le 1099 poesie di Paolo Morganti
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| Avvampano fiamme,
ulcerose
troncano il respiro,
piegato
nel desiderio etico
ardo,
di giusta giustizia
soffro.
Non brandisco
protetto dall'elsa
un ferro infuocato,
non ciondolano piatti d'ottone
dalla mia stretta,
non oso
dove posa lo
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| Non rimanere,
edera che squarcia le mura
propaggine che sgretola pietre,
avvinghiata,
arrampica su nuove vie
sicura ricerca
veste nuova.
Non spingerTi,
esploratrice che scarpini
su terrosi sentieri
fuori mano,
troppo avanti
percorri
passo
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| Spasmodica attesa
febbrile
gli occhi velati
le ciglia aggrottate
il viso smunto
reclami carezze
palmi caldi si poggiano sulle guance
sorridi
ai baci sciolti nel bollore.
Mi piaci quando mi guardi
dolce amore mi chiedi
e i sussurri
alle
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Ore addensano
lunghi interminabili minuti
scanditi
dividono
eterni secondi.
Nell'ansia espando
lo spazio
netta sensazione che il tempo
si allunghi.
Nella frenesia assorbo
il vuoto
certa situazione che il tempo
s'accorci.
Questo
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| Capperi!
Al chiaror d'un sole pallido,
incipiente il dì neonato
mi porgea ramo rorido
di biancospino profumato,
è San Valentino!
Sorbole!
Bolle olio
nel tegame sfrigolando
oh che chiacchiere,
i ravioli con le frappe
e rotonde
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Piano, in punta di dita
attento, delicato ti spoglio
la lucida veste
sgargiante ti tolgo;
Sotto, argentato,
meraviglia mi coglie,
stretto e stirato
vestimento fasciato
m'appare
moderno
futurista.
Incido con le unghie graffio
un lembo alzo
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| Nei minuti, alle ore asserviti,
ritmi rubati
alle ore padrone,
segnano le lancette
lunghi interminabili
momenti d'amore.
Più volte, tante volte
molte
sapessi quante
ho atteso
fin quando
tese le orecchie
ho udito
Amore.
E se
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| Cieco, vicolo tetro
stringono le mura umide
spreme l'anima
quest'angoscia lurida
dilania.
Non voglio, ché se aprissi,
non crogiolerei,
gli occhi
svelerebbero
della mente
l'inganno.
Resto ora qui
nel buio pesto
convinto di
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| Ascolto, aliti gelidi,
in silenzio pensieri secreti
ghiacciano,
cristalli geometrici
danzano.
Annoiato dalle cristalline figure
le frantumo,
nel vuoto esplodono
swarovski pregiati,
disegni persi nel fumo.
Non basta le luce rifratta
che
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| Fanciulla venere,
del mare lo scuotitore
re,
nel sacro tempio,
invaghito ti violò.
Stizzita iraconda,
della sapienza, dea
ti punì.
Doppia è la pena
della tirannide deistica
che sul corpo tuo
offesa pose
e ti
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Vibra, del nocciolo il biforcuto ramoscello
nelle mani del divinatore rabdomante,
scorre acqua vitale giù nel fondo
torce il legno il fiume nelle viscere
della Madre Terra.
Irriga i semi, preziosa li nutre,
saranno rigogliose piante,
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| Incroci, le emozioni in andirivieni
sul crocicchio stoppano,
precedenza al chiacchiericcio
di un evolvente crocchio
che l'amore sul carro dei vincitori
reca.
Destinazioni vaghe strade impervie
spianate in andata e mesto ritorno,
gli ostacoli
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| Ero Amore, fino al limite delle possibilità,
ero passione erompente
sfociava nel mare dopo anse tortuose,
ero dolcezza nel miele colato
delle sere d'aprile,
ero sogno nelle magiche notti
svestite sotto la luna
di afose notti
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Ora, sotto la tinta cerulea
scoprimi,
il rosso magenta cola stinto,
il nero opaco stempera grigio,
madido, scolora il cerone pallido
perlacee gocce rigano sofferte rughe
arati campi aridi.
Maschera d'attore
smetto,
non
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Strette gelosie,
dietro il mio amore, blindo gli sguardi
ottundono.
Segreta umida e tetra
nel buio pensieri secreti,
miasmi.
Trapelano nuvole cotonate
voluttuosi sussurri,
spasmi.
Falena senza ali sbatti,
sui muri cerchi
la luce.
Mani
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Fiera, alla tagliola presa, morde lacera tendini,
fugge la volpe dal cacciatore,
monca, corre sulla neve libera
i monti sono il suo muro
i fiumi il suo cappotto.
L'orsa morde sulla collottola
e scansa i suoi piccoli,
al maschio bramoso
feroce
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Anime in versi Autori Vari
Antologia degli autori del sito Scrivere
Pagine: 132 - € 10,00 Anno: 2012 - ISBN: 9781471686061
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Invia un messaggio privato a Paolo Morganti.
Indirizzo personale di Paolo Morganti: pulse.scrivere.info
| Passeggiando su e giù,
nervosi piccoli passi lenti
in fila metto, colpetti battenti,
orme nude frenetiche
veloce,
sull'arenile spiano
dune.
Varcando dentro e fuori,
i cancelli dorati s'aprono
sui giardini dei piaceri,
lenti bocconi,
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Avvolto, nelle orecchie il ritmo danza
del vociar felice della sirtaki,
sulle scalinate della città vecchia
d'esibir talento mai presunzione ebbi
ma dall'ouzo ebbro io provai.
Ora sento i miei amici tutti in coro
cantare per me e
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| Tessi, senza sosta,
con il tuo ordito argentato avvolgimi,
filo colloso che m'imprigiona,
nel bozzolo sospeso nel vuoto
penzolo, al vibrar della tela, ansimo.
Dolce fanciulla che tessi da mane a sera
ricama una storia d'amore
che faccia
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Protendi le esili braccia
nelle mani a coppa
rosso vino corposo
fino all'ultimo gocciolar
berremo.
Benedici il pane azzimo
consacrato e dividilo
le briciole in comunione
con il Tuo dolore
mangeremo.
Così ebbri dell'amore del corposo
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Angolazione perfetta della prospettiva
il punto luce colpisce
un lato schiarisce
in ombra si spegne l'altro.
Doppia è la visione,
dritto e rovescio
chiaro e scuro
vero e falso,
laddove i raggi colpiscono
la materia illuminano,
nel
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Nell'angusto cunicolo t'insinui
le idee possessive sfibri,
cedono certezze tenaci,
l'azione erosiva le spezza.
Larvale dormi e non mordi.
Giro e rigiro tra le mani
tasselli mancanti al puzzle mentale,
s'incastrano a coda di
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Fammi scendere, picconalo,
sgretola il piedistallo
di candido marmo levigato,
ora ammuffito macchiato di grigio,
fallo cedere sotto mazzate
assesta colpi duri, precisi e fermi.
Quanto errai, spinto da egotistico amor proprio,
a salire la vetta
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Parli, onirica stasi,
viaggio dinamico a ritroso,
statico non odo le parole
mentre rotolano sul linoleum
s'aggrappano alle pareti
con le unghie graffiano la carta a fiori
mentre la paura di svanire
si fionda nella pioggia che sbatte sui
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Non senti lo sciabordio?
Queste onde schiaffeggiano,
come carezze addormentano
ninnandoti.
Sale e pianto
miscelano cristalli spettrali
fasci di luce scompongono
arcobaleni
nelle iridi si tuffano
colorandoti l'anima
e il cuore
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Figlio! allunga la mano, sul mio palmo stendila,
stringi forte io ti solleverò,
ho un antico pensiero la dialettica stantia
i proclami passati e le lotte finite
sei moderno figlio, scuoti la testa
ma parla con me, ascoltami.
La mia musica
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| Brancolo, tra ammassi di pietre e calce,
al buio tento l'uscita
ai lati mura pericolanti
di questa città fantasma.
Iraconde le braccia nemiche
brandiscono ferri furenti
esplodono colpi, fischiano alle orecchie
pallottole d'odio
e
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Non so mai quale metro usare,
se per il lato grande del cuore,
oppure per l'altro lato minimo di interesse,
volerla misurare, sfuggire alle libere figure
connotarla, contornarla è minimizzarla.
Piana, sarebbe sciatta e
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| Quante volte, riflessi, sulle onde increspate
tremuli raggi aranciati
fino alla riva scivolano, cullati
dalla riscacca sulle orme lavate,
albeggia.
Quante volte il cielo pupureo
accoglie la pallida luna
ch'accende birichina la notte
misteriosa
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Abbarbicata, cresci rigogliosa, sempreverde
alle cortecce con il muschio
ti mischi ai gelsomini e ai capperi
sui muretti a secco.
Avvinghiata alle storie
di memoria antica, sui libri d'etica
posati tra la polvere di teche
imparate e
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1099 poesie trovate. In questa pagina dal n° 811 al n° 840.
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