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Paolo Morganti
Le 1099 poesie di Paolo Morganti
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È amore, nelle riflessioni, nelle impressioni,
perfino nella natura o nella ribellione
trovo amore tanto a profusione
amore che regalate alle menti di soloni.
Non mi resta che leggere amarVi
non mi resta che meravigliarmi
donate parole
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Miele e nel latte croste calde di pane
sotto la paglia dorata mele rosse
baci rubati nel nascondiglio
sulle labbra rosso vermiglio.
Le api nei ginecei fanno all'amore
succhiano il dolce sapore del fiore
svolazzano mai sazie e lo rifanno
altri
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Esangue, donando ialla terra le ultime stille,
irrora semenze, granaglie e le ultime briciole
pastura che gli appetiti ingordi divorano
quella fresca semenza, quel miglio nostrano.
Dal granaio, per implumi augelletti,
manciate di semi per le
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Cadranno, sgretolandosi, a terra
innalzate da stolti,
mura erette a somigliare nulla
solo vana potenza di Babeliche torri,
Il saggio aberra .
Fumi sulle città in fuga
sorrisi si stringeranno nelle mascelle
digrignando i denti
ai bordi
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Scappo dai tavoli appiccicosi di melassa
sidro che cola falso e contraffatto
scappo dalle sedie dove i culi si stringono
presi dai braccioli troppo stretti.
Scappo dalle sale piene di rosso velluto
finestre chiuse al sole, al vento,
ai colori
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Voglio navigare per lidi, oltremare
passare i confini di un orizzonte lontano,
veleggiare verso terre da amare
spiegando le vele del catamarano.
Poco cibo qualche animale con me sul cargo,
onde passano tra il ponte,
sono in sospeso tra uno scafo
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Ho i denti stretti digrignano
sono andati via gli ultimi,
Insopportabile il fiato impostato
solo conto quanti punti devo togliermi.
Lo farei da solo senza studiosi a fianco
strapperei le cordine e le cose assurde
no! Devo stare in fila
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Ti aspetta sai! È paziente, senza vertigine ti aspetta,
ai bivi, agli angoli delle strade,
sotto tegole rosse muschiate,
nei posti dove dai l'anima e il corpo,
con nobili intenti con visioni gaudenti,
non ha fretta sa che cadi
sa che
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Greve silenzio,
muto si spande come una cappa
che avvolge in un nero manto
ogni ricordo, ogni sorriso
rimpianto.
Non si è mai soli
cani a quattro per quattro
per strada non mordono,
guaiscono sulle ferite leccate.
Sazio di questo
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Ombre sciolgono i colori in fosche tinte
indefinite le cose in chiaroscuro tratteggiate
in un passeggio senza sosta
indistinguibili quesiti non hanno risposta.
Continuo il lacero strappo si smaglia
apre una vasta divisione che attanaglia
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Sfrigoli ora spogliata
una sfoglia alla volta sbucciata
sempre più piccola divieni nucleo
piangendo ogni taglio un aculeo .
Fino al tenero cuore sono giunto
sfoglia dopo sfoglia ho pianto
duro lavoro, arte certosina
per averti sempre
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La furia dei gas in vortici liberi
attraggono detriti, meteoriti,
gravitando l'azione dei più grandi spinti sui piccoli,
si perpetra il giro senza attriti,
calamitata dal sole lo insegue
a rischiararsi, a scaldarsi.
Albeggia finalmente
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Un suono, una voce colora contorni sfumati
echi da valli a valli sinuosi scorrono lenti
chiarine dorate annunciano celesti voli
squilla parola dopo parola un verbo d'amore
si congiunge ad un infinito stupore.
È il fluttuar delle caduche
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Uomo, donna
giovane, vecchio e bambino
una mano pulita stretta da un'altra di un cittadino
strano posto dove siamo piombati
senza volerlo qui ci siamo accasati.
Troppo tardi ché il fumo
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Uoja 'n cettà ce sta lu mercate
la gend dice d l'antiquariate
a me m sembra tutta robba vecchia
arrezzenita, 'mpelverata che la gente allocchia.
I nen capische la gende che ce deve fa
Ch na chiav d'uorte mezza storta
Ch
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Agli albori della civiltà
si era dai tuoni impauriti
dai lampi accecati,
scene di vita graffiti sulle rocce,
pietre scheggiate per le lance
trafiggevano grosse prede.
Mani grezze dalla folta peluria
coglievano frutti
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Anime in versi Autori Vari
Antologia degli autori del sito Scrivere
Pagine: 132 - € 10,00 Anno: 2012 - ISBN: 9781471686061
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Indirizzo personale di Paolo Morganti: pulse.scrivere.info
Un fiume arginato, in gabbia
sbatte impetuoso gira vertiginoso
nelle anse cambia verso
nelle cascate si getta e schiuma rabbia.
Uno stelo gracile fluttua in una pozza
d'improvviso al primo pendio
scivola via
nel trasporto si lascia
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Mi passano tra le dita grani
scorro litanie parlo e chiedo
non offro mai, quando posso me lo scordo
tronfio del benessere senza pena, sorrido.
Le gocce fini scivolano sui vetri
osservo ghirigori e ricami
la pioggia lava e trama
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Ho visto la cima, alla croce consacrato
devoto ho intrapreso la strada,
fili sottili stesi lungo il percorso
trappole tese dal male, inciampando sono caduto
guardando la luce mi sono rialzato
con fede il cammino ho ripreso.
È l'amore che
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È così che il vento segna rocce e scava,
che ogni goccia cade in terra poi evapora
se l'accoglie il mare allor di blu si colora,
che tutti i raggi scrivon ombre nella selva.
Guardan occhi delle menti aperte
tal fenomeni senza poter
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Folletto, della luna tessi la veste,
atomico irradi le speranze dei mezzi morti,
I poeti ti amano chissà nelle poesie cosa emani,
quale è il tuo senso per abbellirle,
non capisco quale forza alla ventisettesima sfera atomica
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Baluginano d'oro i raggi dell'aurora
colpiscono gli occhi frementi
si tuffano al cuore ardenti
e nei tumulti mi parlano dei sogni
sempre alla sera.
Agito le fiamme che bruciano
nel corpo sono ebbre di baci
in un vortice questa passione
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Non vi opponete essa arriva senza bussare
porte spalancate non ha chiavi
quando il buio mi scolora nero
mi può portare via senza permesso
Lei è immarcescibile è ferrea.
Io d'altronde chi sono? Che faccio? Che
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Precisione maniacale! Forse troppo!
Verde di un colore bandiera
irrigata quanto basta
alta al punto giusto
rasata!
Cresce gentile nelle foglioline
uguali carnose e divine
tosi di buon ora
accarezzi morbido il
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C'è tutto l'astratto
nel nero graffito
inciso nella mente, sparso etereo
s'ode nei tonfi del cuore stentoreo.
Profumato fiore, peonia maggese
bianco è il colore che irradi
non seguo il confine delle ampie distese
vado
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Dopo il calar del sole,
oltre quell'attimo
oltre il segno dell'orizzonte
oltre quel bacio del sole alla luna
quando il cielo si veste di porpora e viola
oltre! Più oltre del desiderio che s'invola
oltrepassa l'infinito
laggiù
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Guardami ora, si ancora posa i tuoi occhi sui miei
le mani non sudano tremanti
sono intrecciate trame di amanti
dammi le labbra sanno del mosto fermentato zuccherino.
Ricordi sul bordo del tino
le spinte dentro gli acini gonfi
a
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Gradini, distanze per salire,
a chiocciola per girare,
giorno che giostra attorno ai problemi,
mai lineare che scorre coi suoi ritmi.
Su, su sempre più su
per ridiscendere poi al culmine
girare attorno mordersi le
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Starter, speaker,
numeri in corsa, numeri da sparo,
polvere di fumo nero,
asfalto liquido ti s'incolla sulle ginocchia,
strisci, viscido serpeggi,
sono sinuosi i tuoi ansiosi ritmi,
strappi consensi e li appendi
drappi cenciosi
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Fatal giorno
quando chiedesti delle strade
e chi avresti incontrato percorrendole,
dell'amore che bramavi ti domandavi
se lo avessi trovato.
Non avesti paura delle nuvole nere,
delle tempeste, delle piogge scroscianti,
uscisti cantando per
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1099 poesie trovate. In questa pagina dal n° 601 al n° 630.
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