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Paolo Morganti
Le 1099 poesie di Paolo Morganti
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Fili d'oro tra le fessure
delle persiane socchiuse
penetrano giocherellano
tiepidamente sulle palpebre
dolce dormiveglia
sbircio tra esse
nella stanza granelli d'oro
zigzagando come moscerini
accecati dalla luce si rincorrono
rimbalzano
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Entri nella magica attrazione,
mai trovi l'uscita,
tortuoso labirinto
trasfigurate riflessioni,
prima grasso come botte,
poi divieni magro
come uno stecchino
sei convesso come arco flesso
oppure concavo sei un grosso vaso
con due specchi e tu
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Candide mutandine ricamate
di seta, reggiseno trasparente,
baby doll impertinente
che mi stuzzica la mente.
Lascialo cadere giù
rimangono le tue mutandine
sulla liscia pelle di pesca
abbronzata, bruna,
raccolgono i sodi glutei
nascosti
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Tra due gatti nero e bianco
di più piace quello candido
anche se ad onor del vero
ha il suo fascino anche il nero.
Perde un po' di stima il gatto scuro
per stupida superstizione
che gli addossa frequentazione
nel buio antro di
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Il buio ti tempra mio caro piccino!
Dolcemente, quando, la mamma
accarezzandoti la fronte ed i capelli,
e la paura s'insinua nel tuo cuoricino,
si congeda con un bacio amorevole
svaniscono i momenti belli,
gli istanti materni tranquilli.
lampade
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Misure perfette!
Per le reginette,
sode le tette
di terza o quarta misura
la taglia,
e poi su! dritte dritte!
Vitino di vespa
sottile che le mani racchiuda,
fianchi torniti
come viola d'orchestra,
glutei alti rotondi e ben sodi
come un
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Titano che ci hai donato
lo scrigno, rubato, di Atena
con la memoria e l'intelligenza,
su quella fredda roccia
legato, soffri.
Titano che ci hai regalato
l'aratro, la vela ed il calcolo matematico
su quella fredda roccia
straziato,
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Nemmeno se fossi un geco
dalle zampe setolate,
nemmeno se fossi una lumaca
bavosa e strisciante,
arrampicheresti sugli specchi
che ti sei parato innanzi.
Semplice umano
ora ignudo,
e con liscia mano
hai l'aspetto del codardo
che a scalar le
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Irrequieto, adirato
anche rammaricato
per ciò che poteva essere
per quel che doveva essere,
da un Dio minore nato,
non lo è mai stato.
Girovaghi, fisso piantato per terra
e voli
nei meandri della psiche
e godi
con le masturbazioni
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Ad ispirarmi nessuna musa
spende il suo lirico canto,
ché udendolo, possa comporre, poesia
allucinato dal mitico canto.
A dissetarmi nessuna sorgente
ove zampilla il totale sapere
ché bevendolo, possa scrivere saggi
saziato da
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Gelido giace, golem inanimato,
freddo levigato marmo
candore della fredda pelle
pietra dura giaciglio di morte.
Nel rispettoso silenzio,
s'odono urla di vividi tempi,
ricchi di colori, passati
tra amori e passioni
bollenti,
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Tombè de fame
ti alimenti sano
ferrea dieta
e tanto sport da divano.
Colazione assortita
latte miele e cioccolata
qualche fetta biscottata
mezzo chilo di marmellata.
pranzo dignitoso
quasi un chilo di pasta asciutta
saporita e
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Dilemma atroce, lemma dubbioso
mal'd'animo tumultuoso
insopportabile peso,
alla ricerca di calzanti esempi,
alla ricerca di certe risposte
alle domande, a certi amici
alla rincorsa di scelte
per metà sbagliate
per metà
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Le onde increspate dal vento
tumultuose s'infrangono,
sotto il volo di gabbiani stridenti,
sulle rocce, spumeggiano
gli spruzzi d'acqua salmastra
s'alzano e ricadono
sui trichechi baffuti e su foche dormienti.
Poi l'acqua scivola via dalle
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Graffianti graffiti, graffiati sulle pareti,
dietro le porte sui muri delle città
con rabbia, l'unghia incide,
di un felino vorace, le pelli delle prede.
Voraci di libertà, sessuale, politica,
musicale ed etnica,
di fare quello che
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Nella scatola, inanimata
riposta legno e stoffa e corda
di marionetta,
al buio ché nessuno veda.
Ci sono stati tempi di viva luce
la ribalta sempre accesa
tanti spettatori in controluce
tanti schiamazzi e risa.
Vestita all'uopo, con i
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Anime in versi Autori Vari
Antologia degli autori del sito Scrivere
Pagine: 132 - € 10,00 Anno: 2012 - ISBN: 9781471686061
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Invia un messaggio privato a Paolo Morganti.
Indirizzo personale di Paolo Morganti: pulse.scrivere.info
Non sai dove sei diretto
ogni sogno sopito
a passo lento
ti avvicini alla stazione
ancora ponendoti la questione
se la partenza è l'inizio
o la fine di un momento.
La tua valigia di cartone
quattro spaghi a tenerla salda
unico
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Null'altro da chiedere avevi,
e questa tua debolezza
trasformò la tua forza
in un lento e malinconico incedere.
La provincia già opaca divenne stretta
questa tua credenza
ti spinse oltre la vetta
di ogni umana conoscenza.
Dalle
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| Svanita,
nuvola bianca,
diradata dal soffio potente
del freddo e tenace maestrale,
sei tu.
Spezzato,
gambo della tifa rifratto
nel limpido specchio d'acqua
dello stagno,
è il mio cuore.
Sgretolato,
vetro chiaro
della finestra
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Ti chiamavamo "il ragno",
otto piedi per arrampicare
otto mani per verniciare,
e sui muri lasciavi il segno.
Uomo semplice e schietto
avevi per tutti un motto,
erano ilari i tuoi aneddoti
e sempre ben detti.
Come quando
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Con le cesoie affilate
recidi rami secchi
pareggi siepi storte
tosi i giardini dei ricchi.
Poni il metro giusto
per opinare
su ciò che è bene
su ciò che è male.
Smussi gli angoli e le sporgenze
elimini le
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Dietro
quel grande vetro,
culle di piccoli uomini,
sonnacchiosi corpicini,
beati come angeli
a ravvivar vite spente,
annoiate.
Tu piccolo uomo
mi hai catturato,
col tuo sorriso benedetto,
ed ogni sgambettamento
era la tua corsa
verso la vita
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Pulsioni ed istinti
galoppano e scalpitano
mordendo il freno,
insistentemente,
continuamente,
come selvaggi destrieri
primitivi ed indomiti,
fino alle porte della ragione
che li cavalca,
li sfianca e li doma,
sedandoli riporta la calma.
Anima
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Non è possibile!
Dovevi accorgertene,
sono cose serie, non amene,
scambi elucubrare per narrare,
rimare per ragliare,
ritmare per stridere,
ovvero
prendi lucciole e vuoi illuminare
un universo?
un intero spazio senza confini
diverso
di
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Chiuso come una pentola a pressione
soffi e sbuffi vapori
urlanti e tutti i bollori che porti,
si susseguono spingendosi uno con l'altro,
dal piccolo foro fischiano vendette mai eseguite,
nell'aria però muti svaniscono.
Caro amico non mi
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Complice è il silenzio
a farmi percepire il dondolio
dell'amaca, in quest'ozio,
come un sicuro abbraccio materno.
Queste stelle argentate
cosi vicine, cosi a portata di mano,
potrei prenderle ad una ad una,
unirle in fila per farne una
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| Sei ardito!
ed indichi a menadito
ciò che ti leghi al dito,
e segni! untore!
ma non insegni.
Stai incazzato
però al cuore stai accorto
ché si gonfia
e non è amore
è rabbia.
Il rimedio è turarsi il
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Soffia amico! Soffia forte,
volan via le infruttescenze,
si librano tal paracadute
e scompaion all'orizzonte.
Nella storia contadina,
se tu cogli un piscialletto
e ci soffi con vigore
nella notte la farai nel letto.
Si dice anche
che
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O amata nostra patria!
queste fredde steli,
queste croci marmoree,
queste gelide sepolture
nelle campagne russe,
senza nomi, senza origini.
La Tridentina avanza,
la Julia è indomita,
la Cuneense leone ruggente.
Italia, i tuoi figli ore
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Per l'uomo incatenato nella caverna,
l'ombra sull'umido muro è spettacolo,
qui i suoi freddi giorni sverna
con poco cibo per il suo cenacolo.
Un giorno lascerà prigionia non più eterna
salirà fin sopra l'orlo dello
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1099 poesie trovate. In questa pagina dal n° 1051 al n° 1080.
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