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Alessandro Labriola
Le 269 poesie di Alessandro Labriola
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Dove creammo il nostro rifugio
ecco che si animavano pigri
i fusti oscuri nel parco con mille occhi,
non lasciai che le sentinelle
di giunchi e infiorescenze pallide
lasciassero trapelare la nostra promessa
scavalcavamo siepi
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Correvamo fra i tralicci della campagna
dove i miasmi creavano antagonistiche
versioni del paese - lo stagno
era assediato da forme leggiadre
e occhi vermigli, quando si accesero i falò
la processione ritta e ordinata salmodiava
richieste
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è la mia decisione
è il tuo rimorso
aiutami a capire
aiutami a metterti in gioco
trattieni le mani, mentre sto dormendo
io sarò degno e troverò il senso
in ogni mio progetto
è il mio rimorso
aiutami a
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Sai che ti sono vicina
l'amore mi ha sempre divorato
e io l'ho rigettato violentemente
è sempre bruciato veloce
le donne hanno sognato
e siglato con me patti d'amore eterno
per poi abbandonarmi
all'uscio di un motel
ho cercato di
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Investo la città di abbozzate verità
che si consumano nel fuoco
della mia indole caotica
sono l'emblema della furia
mirabile slancio nel vuoto
da sincope - la balaustra
il mio tramonto inarrivabile
invincibile nella
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La risacca è piena di affetto
la viola si accorda
la luce d'opale bisbiglia
e candele sui tavoli
illuminano gli amanti
soffiando sfumature di rubino
eccitando i sensi - e noi
a poco a poco dovremo svegliarci
i gabbiani nel lento
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Respirando i tuoi veleni
mi accomodo nella stanza
con mille porte ed una sola chiave
relego i fantasmi ad un'altra epoca
a me cara e sacra
ribalto il mio giaciglio
la solitudine imperversa
la sciarpa così alta
a nascondere tutti i
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Posso slegarti dalla gravità
ricadere nudo al tuo fianco
mentre i tuoi capelli miracolosi
segnano il mio viso terso
languidi come le maree
ora che sei egida
ora che sei feroce erotismo
lasciati spogliare
con entrambe le mani sugli
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Essendo tu incorporea veleggi e
mi lasci vagare nel tuo ventre
senza sapere quali siano le mie ragioni
penetro le novità di sempre
serpeggiano pettegolezzi
nell'ovattata quiete
la crisi del madido vento
sferza i nostri corpi inermi
tu
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Eccoci al verdetto poeta
e se fosse tutto un bagliore
la nostra arte?
bene, allora supponiamo
che sia il successo la vostra dote,
immaginiamo che io sia un modesto
profano burattino
nato dallo stesso stampo;
cosa mi manca?
cosa distingue il
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Pioveva
tuonava tanto forte
che la carcassa di alcuni edifici
era piegata e silente
colgo strani vaneggiamenti
fingo tetre incredulità
sono al mondo
ovvero alla mercè
di un putto ingiallito
dietro pericolanti teorie
mi
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Sul grigio bacio di spuma
dove gli abissi vengono fagocitati
sto affogando il tuo amore
sta affondando il mio corpo
come frutti piccoli e rossi, gemme o fiori
rallegravi con la sola vista e
regalavi profumi esotici
ora stanno bruciando
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Vergognati della tua nuova offerta
sonda i miseri attimi senza passione
rendi vana ogni sentenza
cogli l'ironia che rovescia l'onda
chiama a gran voce la moda
col tuo precario sintomo borderline
ho bisogno di sentire la tua pietà
farsi
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Suonavo accordandomi con il vento
rimpiangendo le rose e la stagione
risalivo la parte più sinuosa della collina
gli spettri della notte scorsa
avevano lasciato tracce
ululati e grida distrassero
il mio concerto adagio
in quel gioco di
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| Ti stai immergendo nella notte
sta calando la sentenza
ora di fuggire fra le fronde
le fiamme ballerine ondeggiano pigre
un angelo di ghiaccio
preda delle sue ali immortali
- riversa al suo petto indecente
tu che sei preda dei suoi
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Dalla soglia importante
dipende questa carezza sul cuore
che non ha la forza di un'insulto
pochi la possono sentire
e a quei pochi la rivolgo...
nelle birrerie tace l'alcol
il muschio sorprende le narici
il lago sfida le fila di
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Cerca la poesia:
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Invia un messaggio privato a Alessandro Labriola.
nere le rose
al compianto sentore acido
alla tempesta, ai muscoli
l'odore sudato e la fretta ingorda
la cremisi assonnata
la giovane sconosciuta
emerge dal suono
e divora la musica
rimpiange un amore
che non l'ha mai lasciata.
e fa buio
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Dove nasce l'immensa eco
i nostri figli stanno già morendo
nati in un mondo che mostra
i denti dalle gengive viola
hanno portato la speranza ad un bivio
e noi chini esaliamo
potenti veleni, l'illusione
le farfalle impalate
con le ali
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I molossi decaduti scrutano dai guinzagli
le alghe e le efemere ritirarsi
dimenticando le proprie foci
nella naturale e docile vasca
di qualche slogan pubblicitario
- per le nostre voluttà animali
l'acqua è coperta dal freddo
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Violando le atroci catacombe del mio amore
e dissacrando i miei castelli di fango
ho ritrovato giorni di solitudine,
sorrisi taglienti con ammiccanti promesse
amar qualcuno che è già amato
è come affidarsi al mare nero
ci fa
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Ho bisogno di respirare il tuo futuro
- eventuali fantasmi e buie megere
vorrei preservarti dal male dell'uomo
dalla boria e dall'incertezza
coglier il peccato, con le sue mele che ti sazieranno,
tra i doveri poveri della routine - io ti
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Guadava pozze d'ombra,
il cui disgusto non esitava
ad arrugginire il cuore
mentre vaga nei cimiteri,
nei market finti della city
- chiedeva pace e ingoiava l'inferno
Guadava i suoi demoni
e gran parte dei vostri - avrei
con tutte le
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Sta cambiando aria
nei luminosi piccoli orli
con argentee dita di fumo,
che vanno addensandosi per sopravvivere
premendo le minuscole fessure dell'ombra
dove giace la coscienza - altre
ricadono pesanti e genuflesse
sul mio corpo riverso.
Sembra
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Catturo per Voi la chioma d'alba
ed i monoliti sussultano in fiamme
la preda della mia cecità
sono i Vostri sguardi stupendi
- ma non ne offrite!
Vado collocando pub ed insegne
dissanguandomi nelle serenate più oscure
per il vostro
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Dove i boccioli venefici fremono ancora d’estasi
e le damascate paludi esalano
- quando il rospo in attesa stima vertigine
e l’incubo imbratta le baldorie salienti
soffia un canto e vibra un ballo
Noi uniti nel pagano intento
di danzare nella chiosa
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D'oggi
non si cerca che oro
non si studia che odio
metallico e labile
io preziosi ho ritrovato quaggiù
vita che sa di terra bagnata
è Inafferrabile
ruota, vola, si spande
al mattino presto
sulle statue severe
e le strade brunite
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Per il boia di questa fronte - e
per questo corpo inetto,
che vaga agitandosi nel suo groviglio.
Questo viso segnato
Troverete il Fardello alla porta
e spargerete sale dove prega
(oh che Dio superbo!)
la carità dei figli si misura in
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Per i miei occhi
- E per chi vegliò oltre Orione sgargiante
battesimi pagani imbevono le Ammiccanti
del vicolo sterrato e meno caro
Che le comunioni son pagate e succhiate
oscenamente ad insultare il proprio Voto:
corda vibrante d’arpa
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Voltati, voilà! Viola...
alla finestra non scorrono che pargoli
- volteggia
senza piedi sopra il fratricidio (e la tragedia d’oggi)
nelle amare veglie notturne:
in silenzio tra i bar, valchiria del lampione;
hai infranto il silenzio e
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E quando la forra straniera sbuffa,
giù dagli altopiani di porta in porta
accartocciata fra i dubbi di un pasto:
dì alla città che non sei il tuo passato
ne il suo.
Ora, sei quello che puoi...
dunque nulla ti appartiene;
la
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269 poesie trovate. In questa pagina dal n° 31 al n° 60.
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