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Ieri pubblicate 23 poesie e scritti 35 commenti.
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Marzo 2025 |
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Alessandro Labriola
Le 269 poesie di Alessandro Labriola
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 | Non vagherò
camminando a vuoto nell'apatia gialla,
suppur con ali di cera continuerò a dimenar le braccia
- la mia pelle in fiamme
le ali terse
arde tutto il resto ma
con le piume al vento;
l'ultimo soffio di grazia,
prima
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| L'ochetta disperata nel ruscello,
svezzavo di carezze i fiori e le farfalle
annusavo le nuvole estasiato e fiero;
con l'astio dell'imminente resa ma
fin troppo piccolo per capire...
scoprivo il bosco con un nonno - non il mio
ascoltavamo
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 | Riluceva d'innocenza pallida
all'irriconoscente luce del faro:
magra piegava gli occhi
io sempre su di loro - a sperare
Abbracciava il vento con la tenerezza d'una vergine
eppure il tempo la tradì, spezzando gli zigomi
- per me pur
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 | Collane di liane e di verde
crescono svelte là dove s'adombra il sole;
donano fiato all'umile sterrato
per sussurrar le liturgie ai piè del borgo.
Seppur vecchio, un frate smuove
con rughe di stizza una corda:
infiniti trofei e
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Sì, ora lo so
tutto ciò vale la mia vanità
la patria ed ogni onore;
fischia già adagio nello stagno dorato.
Sì, lo so
tutto ciò vale la mia pena e la salute
il rantolo d'ogni respiro rauco;
m'abbaglia
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Lambisco con entrambe le braccia
il Metodo -me l'hanno insegnato
le ritrosie perverse del buon avvocato,
le smanie del giovane inetto - ho provato i costumi tutti
degni e indegni; (anche il randagio)
Vedo scindere le vie opposte innanzi
e
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Fratello,
se tu sapessi ciò che turba gli stolti:
la Vedova d'ebano ci costringe
e ci soffoca -sentendoci deboli.
Non ascoltare e non aver pena
ch'ella ci guarda e consuma
la vita;
imbrunisce tutto laddove vi è luce,
reca
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Gli occhi di Aurora
creano grossi echi nella mia memoria;
scavano con dita azzurre
solchi profondi e gemiti:
fulgidi specchi d'anima
e di bene,
d'improvviso osceno.
Di ciò che vorrei amare
stretto forte al seno;
e toccare,
-
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Sortir di sera leggiadra,
m'incanto sulle scoscese maree;
una soave ancella che danza...
e danza origliando:
Oh per i tradimenti del nostro tempo!(a volte)
Sì, che io l'andavo cercando:
a me solo spiegò il ritmo
della passione
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Ed è anche dolce
come un limpido assaggio
fresco e puro di rugiada
- a freddo
colata degna al postumo risalto del sole:
lacrime d'un fiore e delle gocce
tutti quei ninnoli inaspettati e cari!
Di un dì chiaro il divenir feroce
-
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Dove siete carezze di madre?
Calano sozzure dal cielo,
pigolano i camini
e ribolle
la vergine infreddolita.
Un'eremitaggio...
fa il fumo con le nuvole
- idolo del cielo stesso
perché tutto viaggi in sintonia:
ciò che hai
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Si muove pigra un'orchidea,
nell'acquazzone di mille arcobaleni
tra le gocce,
come trecce
d'una Bellezza rossa:
fa nascere piccoli soli
nei fiori e ovunque
un'immenso stagno di occhi,
una nuova speranza
- non più vana
fra le sue
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Arriva il vento dal mare,
perché così lieve è il lento cullare
della continua onda sui pini;
spettri rincorrono fra i rami
il desiderio
coi sonagli dell'arguta infanzia:
m'indicano la via del lago,
la via dei cigni,
dove
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All'ultimo rintocco della settima ora,
la campana dei vespri assottiglia i passanti
e ne fà notte.
Sotto un cielo di diamanti sparsi
-i palazzi solo come specchi per la Bellezza più in alto-
gli alberi prostrati nell'icore d'ombra
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L'interessantissimo diorama,
ha il sapore del thè e delle tisane
colorato di rame sul tappeto,
tesse le più improbabili tonalità
gialle di nostalgia e agio,
screzia un adagioso alterco
di foglie stanche
laggiù con
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Giovane,
sedevi tra due volte
di botti.
L'indifferenza di rovi
- un noioso pub
forse alla Donzella rovente
hai donato più d'intensi pensieri!
E ancora ne trai logiche scure:
vani telai di congetture mitiche;
- nel tuo creare
di due
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Leggi la biografia di questo autore!
Invia un messaggio privato a Alessandro Labriola.
Regina di fiele e d'oppio
discendi
giù lungo il pendio dei salici ammorbati,
a giudicar vane le nostre credenze;
a faticar improvvisiamo i rondò
e le giravolte nei dismessi mercati;
nelle bettole attempate d'un tempo:
piroettiamo
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Le tue labbra sinuose chiedono
e ancora invocano un tocco
e un'altro...
la smania che le possedeva nello slancio,
l'impeto che ha scaraventato di traverso
due giovani nudi;
i tremori...
incastonati nel "tutt'uno" caldo e
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E comunque, l'alba arrivò...
gemente e dolorante,
- vecchia nuovamente sorta
s'accartocciò lungo i viali fumando nebbia;
risalì lugrube la ragnatela,
- chissà di quali incanti parlò al riccio
svelando ai sapori
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C'era forse una verità,
l'ho coperta con riguardo...
è nata là dove ti ho incontrata
sopisce il battito del ventre sulla mente;
è volata via chissà!
Tende tenue alle conseguenze,
tesa quand'anche fosse
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La giovane danza scalza oltre i cancelli della villa
negli orti ignoranti,
- col clavicembalo di viole
và risvegliando i raccolti e le primizie d'ogni dove;
Ridestate le gocce e le gemme dai suoi piedi che nelle
piogge aprono arazzi nel
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é lo squallido rotolare muto
(in balìa)
verso una Salvezza che sappiamo non esistere,
certi già di non arrivare mai.
La sicurezza di non farcela
gravida di scuse e rimpianti,
senza dunque usare sforzi
nè troppe
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Il galoppo fiero di cento cavalli spumosi
bianchi e azzurri
che s'infrangono suicidi sulla battigia.
(dalle loro criniere scosse è nata la brezza)
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Sono un'aria che vagabonda nel limbo e langue...
senza bandiera, né patria...
ipocrisia dell'attore o negli scopi?
L'incedere dei Diluvi mi trasporta alla deriva...
dove legnetti sparsi accennano rifugi:
o morte o liberazione: la
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E dei ballerini,
dei nastri e delle piume.
Dalle sagre... nei campi del gregge;
Fumi della festa aprono variopinti sipari...
divampano nella valle
improvvisano con le fisarmoniche;
rumoreggia un languore "vivo"nelle botti.
La
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Parla ramo mentre rubo un po' di ombre,
concedo al mio corpo le spoglie di una casa
mi vesto dei tuoi "ori" e arancioni...
Disseto ogni sete
e infrango ogni legame
per un po' della mia pura benevolenza.(e della tua)
Le nebbie ci
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Il ruvido tocco delle lenzuola,
non ostacola i sospiri incerti
dell'Amore consumato stasera.
Addormentata sul mio petto fiero;
per la dolce Psiche - umile e distesa
un cuscino di carne!
E un cuore arreso a questo candore
che teneramente
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 | I pilastri rossi dalla terra (Bellissimi!)
sorreggono questa sinfonia odorosa...
I vezzi della natura come seni dalle mie muse sbocciati!
Gli umori dipinti con corolle di vite. (Bellissimi!)
Altrove come un vaso innevato:
pallidi riflessi delle
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| Il muschio ha avuto ragione sulle finestre,
la ruggine sulle ali dei giardini;
sbiadiscono le mura lontane dalle statue.
Gli aliti fetidi della pianura non hanno poi scoraggiato il clero,
nè il cielo, né i bambini!
L'egida bruna ha
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269 poesie trovate. In questa pagina dal n° 241 al n° 269.
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