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Duilio Martino
Le 578 poesie di Duilio Martino
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Sul tragitto tortuoso
s’erge il silenzio mentre l’astro spegne
fra le falde di fuoco.
Sguardo fido d’un cane, non v’è dubbio
nel mio sguardo ma fede, fede cieca
la osservo e, a Lei proteso,
con scrupolo ogni ruga scruto; e scruto
senza schiodare
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Oltre ogni ferrea coltre
corroborate dalla notte tonda
mille e tremule stelle
apparigliano passi
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 | Non è semplice vivere
in certi posti, quando un cappio preme
la giugulare e stagna il sangue in cuore.
Non é semplice vivere
se nel petto ferito esplode l’eco
d’un sepolto splendore.
E, vacillando tra crepacci occulti,
tirano avanti
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Corrono giorni neri e la cronaca
dice di cedri e cariati larici
rifugi di bruchi efferati
che divelgono verde beltà.
Corrono giorni scabri ed un becero
motivo smuove i ferventi vicoli
dell'urbe allumata e laddove
il gran sogno
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 | Vi indicherei,
se avessi il chiaro all’orizzonte,
la più agevole via per evitare chine
e, se potessi,
adagerei sulle ali del vento
i "si " negati
e i verbi balbettati
perché ve li urli quando,
esauste,
arrancherete su sterrati o rampe
o varcando
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Non è più tempo di parole impure
di fosche sringhe o di ufrasi fumose
per di più spese a stemprare con fiati
ammorbiditi gli infiammati armenti.
Di quieti brevi e di lunghi lamenti
non è più tempo e d’urla imperiture
di ceri neri e di pietose
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 | Seppure appaia deprecabile
- ampia è la gamma di mercato -
può tuttavia uno stambugio
optare e
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Nel vuoto svolgo nastri,
vecchi inventari spolvero, archiviati,
ma nella anima mïa nulla manca:
i campi, i canti, i miei teneri inciampi,
mille sterpi e la stanca,
gli altari, gli astri, i salari, i disastri,
poi vento, neve, il mio vecchio che
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Sono stanco persino di ascoltare
me stesso, il rotolare dei miei passi;
balbetto e bruco e brucia il labbro ancora
dopo aver mordicchiato un mondo nero
che s'è dato un diritto il cui gran peso
preme su poche e troppo acerbe spalle.
Tempi
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È compassione o solamente sete
d'aspro: lo sguardo ghiaccio, scandagliando
la questua, impone querula quïete
al clochard che scartoccia masticando
il come e il quando ha smarrito le mete.
Voli ricognitivi, divaganti,
(a mo' di
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 | Non risparmierò inchiostro nel narrare
e neppure parole e tanto più
se sterpi rispuntassero a strappare
gli agi dei non più verdi gigli; giù
nel palpito mi pungi e nel pensare
non prendo sonno sapendo che tu
oh madre resti ferma a consumare
la
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Le rondini non sono affatto pigre
ma, quando esauste, alcune più non migrano!
Non muovono le menti,
ferme, inchiodate a consumate sponde
a mondare detriti
portati dai rigurgiti dell’onde
e a lambire momenti .
Ma incombono le nubi e l’ombre
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 | A braccetto coi dubbi
che scrivono talvolta il viso; è viva
la fiamma, mai è morta,
se negli occhi si aggregano e su gote
le lacrime ai sorrisi.
Ed è tra luci ed ombre
che il sibilo si insinua; e lì si stagliano
i nitidi silenzi
i silenzi che
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| Tratteggiano versetti con gli artigli
e ci ricacciano in era glaciale;
se disturba la satira i chirurghi
danno mandato ai più teneri insetti.
Barbuti e bradi che labili e gretti
sovente si improvvisano tëurghi;
ma nella misera armata
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Ciò che resta è il tormento
un azzurro spezzato.
Non un battito d'ali, il vuoto dentro
solo un bòzzolo appeso - prosciugato -
non- metamorfosi, aborto d'intento,
sfregiato il giglio, poi tiglio sfogliato.
Ciò che
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Forse è meglio piegare alla ragione,
all'occhio, al crocchio, al canto delle carte:
il dubbio strugge più
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Indirizzo personale di Duilio Martino: duiliomartino.scrivere.info
Tra i colori d'aurora
sfumano i lumi tremuli di mute
notti; di giorni neri
sfuma in chiarore il respiro di sale
e dei
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Ostensorio di nero,
l'intangibile il nerbo lo rifugge.
[Non scuote il sangue tenero
intaglienza del rugghio che più strugge].
E la sera! Ha le sue essenze la sera:
il chiarore di luna e il fiato corto
e, tra l'ombre, una forma [l'uomo
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Siamo mäèstri in mordere l'istante
non rinunciamo ai teneri quattrini
e abbarbicati al grembo governante
ai
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Dalla grondaia una rondine cade
È tardo autunno e l'annata non gaia
(danza nel cielo il nero
il bianco tuona in stanza).
L'arida quiete scorre nel torrente,
nel nido prono un solo
palpito e mosto in sibilo tagliente.
Mugugna il vuoto
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Armonïe serafiche
odi, alti canti, accordi, note spurie
e poi... bianco rumore!
Nel lungo viaggio, tinteggiando gli anni,
forse s'è perso il sole!
Tempi stretti ha la notte
- se zuppo un ceppo è più duro a bruciare
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Mi sorprende il sorriso!
le nubi squarcia e blandisce le labbra...
tremula luce
che
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M'addentrai nella selva oscura e colsi
ciò che dal Sommo è stato meglio detto
a rammentarlo mi tremano i polsi
l'antro trovai e ardeva il maledetto.
Non sfuggivano a guardo i condannati
a bolgia dirigevano già spogli...
un
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Ai giovani direi:
gli scudi deponete e ripudiate
l’armi; senza umiliare il patrio suolo
muovetevi leggiadri e riguardosi
volando se potete
come se quella terra
sacra bruciasse sotto ai vostri passi.
Fate luce su tenebre dei vivi
le più oscure
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Non é bianco rumore
d’alba il bisbiglio e la brace d’organza
non si spegne il vigore
mentre la sera minacciosa avanza.
Eppure non è male
se le labbra lambiscono le tenebre
e i deserti di sale
se di ripide scale
restano scaglie dentro dita
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Un respiro e... Firenze
già cuciva le carni - gli occhi porti:
le guglie aguzze e il gaio verde d'orti
d'arte i sorsi e di scienza
l'impari torri sopra ai coppi stinti
la "Primavera" tra prodi dipinti
e profumo
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Un tirare da matti: non ammette
soste, pause, una isteresi tra "mettere
in moto" e "cambiar marcia" ma soltanto
un "tutto- accelerato"; d'altro canto
non dico il falso affermando che il tanto
sospirato benessere
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Virgole e punti - in pagine ingiallite -
brumose tracce e morsi d'orme e d'aspro
inverno le ferite:
pare un percorso eterno
tra
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Io non so dirti del sonno del sole
- di acerbi sogni o bisogni snervati -
del perché spegne perdendo colore
là dove - all'alba - cucì cielo a prati.
Dentro ai petti ubertosi
il silenzio si staglia tra gli stami
gelati dagli
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Ho sepolto il torpore in pochi versi
le paure ho sepolto per poi - molle -
correndo il rischio di sembrare folle
spiegare vecchie vele a venti avversi.
E in mare morirei
per respirare il blu tra roghi d’astri
riabbraccerei con gioia cento
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578 poesie trovate. In questa pagina dal n° 301 al n° 330.
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