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Duilio Martino
Le 578 poesie di Duilio Martino
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Alle Utopie non possiamo aggrapparci
né smentire l’ipotesi
che non pochi si aspettano
d’ingozzarsi d’amore
senza sapere cosa significhi
il farne dono.
E neppure possiamo spegnerci
al rilievo che in molti sono simili
a certe piante grasse
che
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 | La poesia è una tonica pozione,
è tenebra, é prigione,
è l’eco cupo delle braci spente...
Pöeta è un fuggitivo un po’ guascone
che azzanna e mai si espone
dosando il suo veleno dolcemente.
Un tarlo è la poesia, è ribellione,
lo sgarro alla
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 | Osteggiate gli arguti gabellieri
e plasmate il domani.
Proveranno a persuadervi
sulla necessità di progettare
verdi vani, riserve,
poderi senza spini e privi d’anima.
Ed esporranno con scaltra retorica
sulla tosta realtà dei ghetti
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 | E’ necessario amare,
amare sempre e disperatamente
intendendo l’amore
nella pienezza della sua accezione.
La ferita non può sanarla l’odio,
l’odio ci fa ammalare
mentre l’amore ci mantiene in forma,
esorcizza la morte.
E’ necessario amare
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Sarà perché dell’inerzia apicale
sembri l’emblema, immaginando tremo
ordinanze esiziali: incontro andremo
- io temo in fretta - alla quiete fatale.
Più propenso al simposio parentale
senza acuti né lampi hai messo al remo
un popolo plagiato e
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Con cura ho chiesto agli occhi di cercare
squarci dentro alle tenebre; alle orecchie
di soffermarsi sui silenzi fragili
ignorando gli ignobili clangori.
Ho imposto ai palmi di spartire il pane
e l’aspro al naso di sfumati albori.
la lingua l’ho
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 | Ci si trovava al bar
- piccolo emporio per persone semplici -
si parlava di pascoli
si dibatteva su tratturi e armenti.
Nessuno disertava un funerale
in chiesa s’incontravano
gli sguardi e spesso sbocciavano i sorrisi.
Un profumo indelebile
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 | Penso ai vecchi arroccati nel paesello:
nonostante ti affanni
a intercettare dentro arterie l’embolo...
nonostante ti danni
a sezionarli dal ventre al
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C’è un gran bisogno di allargare il campo
(immagina un grandangolo se inquadri);
non limitarti al soggetto o allo scampolo
lo sguardo schioda e caldeggia gli afflati.
E’ necessario rianimare i luoghi
ricucire distanze
e’ necessario ricolmare i
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Si gettino le maschere:
spendendo troppo tempo a discolparsi
il grembo lo si ignora.
Ci stancano le chiacchiere:
i "non c’è gente" e i "cosa torno a farci?"
Canto fuori dal coro.
C’è tutto quel che serve:
i bradi campi, i morti che
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Puoi immaginare l’uomo
come una foglia, una fragile foglia
di una robusta quercia:
provvisorio respiro che partecipa
e alacremente a un antico miracolo
che continua a stupirci.
Certo, le foglie muoiono
e sappiamo che muoiono pure gli
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E dunque andiamo al nodo:
quando leggi, non scorrere ma scruta...
su virgole soffermati.
Libra incollato al nulla o all’intangibile,
ai dettagli che sembrano invisibili,
ai richiami dei morti,
ai morbidi profumi dell’anemoni
e a vele e a remi e
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Al bar da Mario ci troviamo i cari
amici a ravvivare la mai spenta
ilarità; l’Emilio ci rammenta
mostrando di saper più di comari.
Remo mi arronza per gli errori vari
a tressette, tuonando mi tormenta:
"Mah! Mizzica compare!" - si lamenta
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Visitando un paese
non scrutare con gli occhi distaccati
esigendo risposte da una logica
di numeri o di comodo.
(si alberga nell’illogico
e il calcolo non regge).
Visitando un paese
non correre, rallenta... se puoi fermati;
le gomene
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E’ finita la festa
i nodi restano
ed io non ho più canti da intonare
nè da spartire gioie
sono spariti tutti
tutti rientrati dentro ornate tane
ci restano ferite da leccare:
le fredde mura
i fiori secchi e il silenzio dei giorni
delle notti i
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C’è sempre un’eco che reclama gli occhi:
una foglia
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Leggi la biografia di questo autore!
Invia un messaggio privato a Duilio Martino.
Indirizzo personale di Duilio Martino: duiliomartino.scrivere.info
 | Poesïa è l’ansia, lo spasmo, la spina,
il vecchio curvo che nell’acre ascesa
sfidando il vespro esorcizza la resa,
è il grande gelso che non gemma più.
Poesïa è madre che senza più lacrime
afflitta fissa due sfuocate foto
dei figli spersi in un
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Polla di fuoco è l’orizzonte, l’aria
come pece che cola dal crinale
i monti ammanta un’ombra lunga e insidia
un universo poco funzionale.
Un universo oscuro - parallelo -
fatto di sassi e di spigoli e scale
dove non sempre il sole scioglie il
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 | Si! Vivo e sostenuto saldamente
dalle radici poderose mie
conscio che il grembo da cui mi alimento
pur mi condanna a eterna prigionia.
Si! Vivo ed avvinghiato al ventre creso
della tremula terra dannunziana
robusto cerro ancora acerbo offeso
di
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 | Ti cercherò
nell’aspro talamo di Maja
dentro le lacrime del volgo montano
dove pallide aurore
si confondono a tramonti
negli occhi opachi d’un vecchio frentano.
Ti cercherò
sulle lapidi anonime
tra i secchi fiori sotto croci ossidate
nel nome
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I fondali ho dragato e spendendomi
ogni enigma ho indagato dell’anima
frugando fra piaghe e banali
graffi dei giorni andati.
Sono blande le tinte dell’iride
e fanfare già sfumano in afone
spire d’una sera che spande
il suo nero
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Di tare umane immemori e di limiti,
appannati, esploriamo imperscrutabili
forre affamati di effimeri fasti
e di fragori d’aurore ormai morte;
respirando la polvere e nel panico
arranchiamo carponi lungo torride
rotte straziando gli arti sul
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 | E’ nel crepuscolo
più che in altri spiragli di tempo
che affannandomi cerco quel verso vibrante
- il compagno è un ciliegio -
e consumo la valle con occhi ammaliati
e vermigli frangenti su grigie scogliere.
Si! Nel crepuscolo
nella sua rossa
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Dentro mi scorre questa incongrua terra:
terra di gheppi e di ingenui fringuelli
di cicale arrochite e di formiche
terra di sterpi e di tralci pregiati
di guardie e ladri e naviganti e vati
del dolce canto e dell’urlo di guerra
di lupi improbi e
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 | In acque quiete
Fra i fioriti trifogli
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Un dolce canto
Sul mandorlo
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Poiché mi porse i respiri più aulenti
l’acuto sguardo non distolgo e - creso -
vago tra regie vestigia giacenti
tra l’ubertoso Tara ed il Galeso.
A conferirLe fama fra i reggenti
gli ori, i due mari, un ipogëo esteso,
gli echi di Sparta, il ponte,
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Antico canto
Copricapi di paglia
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Mormora il mare
Un riverbero
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Di luce aurata
risplende
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578 poesie trovate. In questa pagina dal n° 241 al n° 270.
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