Par l'alba l'inbrunire,
colma di canti intensi,
d'uccelli un gran concerto,
alla moria dei venti
Sosta l'udito attento,
placa l'osservare,
ch'oltre il sentier del fiume non scorge il camminare
Nel lento interporsi, nell'umidor la
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In quest' alba chiara
di nova primavera
tra lo splendor di mammole fiorite
Osa cantar mio cuore
versi gioiosi di color che son felici
Non fermarti cuore mio
non recitar preghiera al tuo singhiozzo
ne ha quei sorrisi, persi in altri occhi
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Codesta vita mia,
nei giorni s'assottiglia,
come spessor di foglia,
più non provo amore, ne più ne godo gloria
Un greve scottante maestrale, il tutto un po scompiglia,
nell'osservar bagliori, tra queste scure ciglia
Un'amarezza
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Parole attizzate,
grevi da pesantezza intensa,
parole tozze, taglienti udite in lontananza,
schioccate ad alta voce, pietruzze fiondate contro corpi,
avvolti da minuta cupa circostanza,
colpir quell'io dal timido spessore, vestito
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Quell'ampia chiazza nera,
ad oscurare il cielo,
ad accecare il sole, folgore bagliori
Non fu terribile uragano a disperare il suolo
Sol minuta movenza di lieve nube sola,
ne pioggia ne gragnola, ne gradita ombra,
a mitigar calore
Tu fosti
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E' un gran viaggiar di nubi nel ciel di stamattina,
rossastre da raggi pitturate,
dal vento sfilacciate sfioran la collina,
avvanzan verso il mare
Libere di danzare, in quell'azzurro intenso,
prive di divieti, di vicoli o cammini, strade intrecci
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Avanti indietro vago d'amor il tuo confine,
senza trovar vuoti, senza trovar fine,
avvisto palizzata da grosso filo a spine,
eppur di te io bramo, come belva assetata la liscia pelle fina
Vago le mie giornate, fidando il tuo profilo,
capelli un
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Di tanto turbamento,
ch'irrompe nel pensare della mente,
al conto alla rovescia della vita,
è pur sempre il dir della coerenza,
a segnare a dito,
d'essere stato in fragile esistenza
spesso poco più del niente
Presenza
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a volte all'improvviso,
voluto o un po per caso,
un buffetto sopra il viso,
un tocco sopra il naso,
rivela in tutta fretta,
il gran sapor del bacio,
pur s'è quasi carezza
E quel che strano pare,
in gradevole certezza,
nel breve
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Mai fummo noi a chiedere al cielo,
così importante dono,
nascosto pure al sole,
d'amore cosi grande, amor cosi tenace,
amor cosi furioso,
ne a lui, chiedemmo il nome
S'udiva un gran timore coinvolgere due cuori,
che subito fuggiva
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Quel gran cerchio di luna,
poggiato sopra il monte,
tra il pioppo e la collina,
bianca neve a schiuma,
rivedo un po tremante, riflesso dentro al fiume,
corrente nel canneto, a bolla di sapone
Nel consumar silenzi, nel nascer emozioni,
solleticar
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No, non credo d'esser li,
ancor nei tuoi pensieri,
non voglio esser li, a respirar sospiri
Bocca che tu cerchi, mano che tu trovi,
corpo che risveglia,
delle tue mani il tocco
Oggetto che t'inventi, in solitarie notti,
labbra che ti suggono
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E' notte,
coi cocci a terra infranti,
d'un esile passato
un'oggi un po' sgualcito,
nel freddo delle mani
Lume, sullo scrittoio, acceso
tracce d'azzurro
d'occhi dentro gl'occhi
Testa poggiata al pugno,
bado nel silenzio,
lo scuro
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Ho messo le catene ai forti desideri,
ho appeso a dissecare gli stracci dell'amore,
usati ad asciugare, lacrime al cadere
Porterò il cuore a passeggiare altrove,
distante dai ricordi che sostan nella mente,
soffiati dal
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Ovunque, il cielo, piove,
d' inverno, tacciono, i colori
Piove, tra onbre scure, di fusti di castani,
piove, sulle baite, disperse di montagna,
piove, sui clivi, piove sugl'erti colli,
ove, ancor sosta lieve, il biancheggiar di neve,
piove, tra
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Invia un messaggio privato a angelo cora.
col cuore immerso,
nel liquido dolore,
lieve, scorrer nelle vene,
colto dentro al cuore,
per te, nel tempo dell'attesa,
appeso al dispiacere,
in mente, nel pensiero, torbido, confuso,
ho, acceso una candela,
come facevo allora, al tempo del
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Un treno, nel fuggire,
un giorno, all'imbrunire,
un viaggio dentro gl'occhi,
il dir, d'una parola,
risveglia, d'improvviso,
le voglie, d'un sorriso
Un viso di profilo,
capelli, di biondo, un po' mesciati,
mossi, quasi
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non dirmi il tuo nome,
non dirmi i tuoi anni,
non dirmi di tue gioie,
non dirmi dei tuoi drammi,
non dirmi dove vivi, non dirmi quando voli,
non parlar, parole -
Hai, sul tuo viso il sole, hai nei tuoi occhi il mare,
hai nel tuo cuor fierezza,
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un cigolar stressante,
nel lieve andare avanti,
di scarpe trascinate,
di barba incolta, rada,
portava al mio ascoltare,
a suon di campanella,
un senso di ferraglia,
d'ormai persa battaglia,
un uomo nel vagare -
Lo scricchiolar girello, a
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pensieri nella mente,
lasciati lì dal cuore, per tempo indifferente,
alcuni, molto grevi, altri assai più lievi,
nel loro traboccare, sostano a pensare,
sul bordo imprecisato, del mio immaginare,
innanzi al lor volare -
E' solo breve
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non udrai più, quel sibilar di ali,
soffiare nel tuo cielo,
ne più sorvolerò,
il deserto del tuo suolo,
userò altro cielo, per stendere le ali,
per continuare il volo,
che sia un po più chiaro, che sia più
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di stella assai gigante,
ch'io ne veggo il brillar,
si tanto stamattina,
molto più d'un tempo, molto più di prima,
il nome non rammento, ne so dove cammina -
Quel gran mister di luce,
che gl'occhi mi rapina,
è
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Fu sol di buona sorte,
quel gran lampione nero,
d' un solo tratto acceso,
in tiepida atmosfera, a illuminar la sera,
là come d'accordo, nel mio osservare il mare,
rimasi ad aspettare, per molto tempo ancora -
M' avvolsi in quel
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calpestando a lenti passi,
i vespri del rossastro tramonto,
il piccolo sentiero della vita,
scorgo, il mantello della solitudine avvolgermi,
l'ombra che pareva seguirmi, è la stessa del mio corpo,
manca un sorriso, una carezza, amica, un
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oh Langhe, mie verdi Langhe antiche,
viste, da codesta altura,
da questa siepe scura, date agl'occhi un fascinoso verde, alla di voi lettura
Voi, gran figlie del mare, amiche di lampare,
un poco somigliate all'onde, nel mosso verdeggiare
Da
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Nel suo gentil sorriso,
qualcosa assai colpisce,
gl'occhi, la mente, il cuore
Parole più non trovo,
ne posizion decisa,
sento crollarmi addosso, un mare di bagliore,
forte, mi batte il cuore
In quegl'occhi scuri, or vedo un'alba
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