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Sono rimasta qui ad aspettare
intere ore
Interminabili minuti raddoppiati
moltiplicati
Mentre una pioggia di dubbi e domande
brulicavano variopinti nel cervello
È d’acqua questo specchio che mi rimbalza e m’irride
Mentre salto il vento
In un leggi
si fa largo fra nebbie e nubi nere
un timido raggio di luce
mentre stordita
tra frantumi d’una vita estinta
annichilita da spettri divenuti giganti
e battaglie contro ansie risvegliate
riemergo barcollante
Tolti i tacchi
strappati i capelli
sprangate le imposte
dimenticato il giorno
col suo caldo raggio
cancellate le labbra
e poi le ciglia
denudata di pizzi e orpelli
indossata una tunica stanca
ruvida compagna d’invisibile insonnia
grumi d’emozioni
s’annodano in gola
pesano dentro al petto
ecatombe di sospiri e ricordi
che vagano reclamando risposte
in questo autunno bugiardo
che svuota il cielo
e senza tracce
disperde il sereno
fermi i pensieri
inerte il corpo s'acquatta
ai margini del tempo
lontano da tentacoli di vita
per meglio avvertire
l'amaro sapore del male
in questa estate
che sa d'attesa e di fine
cancellerò l'ultima nota bianca
dal silenzio dei meriggi
squarciato a tratti
da urla di gabbiani
ritmato da cicale
che tessono mai stanche
l'indolenza dell'estate
sepolta dall'inedia
un brusio di voci
mi tratteggia un leggi
Immersa
in abissi senza fondo
assaporo un dolore eterno
e mi perdo
senza ancore
affrancata da ogni legame
sprofondo dentro un vortice di tenebre
senza veli
senza mistero
nessuna maschera o bugia
nessun finto sorriso
o viso angelico a leggi
arsi dal fuoco d'un pensiero eterno
d'implosi abbracci e umidi baci avvertono il sacro
sferzanti come schiaffi
annientano il giorno
che d'improvviso cupo
piove rimpianti
e poi cadde il silenzio
come d'improvviso un sipario
in quella gabbia di tralci e di rovi
dai cinti muri
dove ogni parola è un fendente
che affonda in grovigli di ragioni
dipanati da beoni