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quando l'aria diventa asfissia
e la luce irridente denudante
un corpo deforme
- anima di carne
visione difforme-
e il sole un intruso che indaga
dentro un portafogli
che langue
e la vita sembra cosí opprimente
nel computo d'un leggi
a volte mi cade la luna
si frantuma in mille ricordi
mentre il mare
mi rincorre
senza onde
in un vortice di urla inafferrabili
-voci senza volto
parole senza senso-
certe notti il cielo cede
scoprendo maglie sdrucite
- la mia anima di leggi
s'alza un polverone
che tutto ingloba
nel suo manto lunare
scompigliando prati
colli e radure
arrestando fiumi
ricoprendo porti
d'ogni orizzonte annullando
albe e tramonti
ma poi ritornano del sole i raggi
prima sbiaditi e incerti
poi saldi leggi
s'intrufola come ladra
tra giorni scaffali e note
s'inerpica silenziosa
sulle pareti dei miei ritorni
quando l'anima cede
e senza scudi
offre il fianco
alla nemica d'ogni tempo
allora assesta il suo morso arpionante
risucchiando linfa ai miei leggi
noi
con l'anima scorticata a sangue
al confine fra paradiso e inferno
che ci specchiamo in pozzi senza fondo
per riconoscerci in Pierrot
dal volto bianco
noi
che sappiamo
portare addosso sconfitte
ma lottiamo indefessi
fino a veder leggi
é quando ogni luce fuori si spegne
che volgendo lo sguardo dentro
dopo sgomento
paura e smarrimento
involati cupi presagi
si giunge in radure
dal sole irradiate
d'un bagliore diverso
s'accende il cammino
e nessun ladro
o invidiosa leggi
quel restare appesa a domande
ingigantendo risvolti a distratte mancanze
predata da mostri
senza via di scampo
fuggire impaurita
di fronte a fantasmi
inermi
inesistenti
e poi avvertire la vita come un'intrusa
rinchiusa entro gabbie leggi
e poi ritrovarsi
in dispersione d'atomi
impauriti semi
scompigliati da venti malsani
e bloccarsi in un punto instabile
dove troneggia la Paura
d'un nulla bardato di corna
e di coda
un demone biforcuto
che ancora m'arpiona
quando la notte leggi
mi cerco fra le mie incertezze
quelle vetuste
di bambole in soffitta
sciarpe fucsia
diario notturno
di lacrime e urla
trattenute in quella gabbia di silenzio
che ancora reclama
la sua parte in scena
e tante penne
per ritrarre aurore
e leggi
dicono che il sole sorga ad est
ma sovente l'ho visto nascere
da altri punti
in notti di nodi
e singulti
sulle rive d'una landa sconosciuta
a volte anche da sud
dove spira caldo il vento
o dentro a un bicchiere
con canti di sirene
quando il Tempo
ci porterà via le coperte
e diverranno di ghiaccio i passi del vento
allora resteremo stretti
nel calore di un abbraccio
nel tepore dei sorrisi
rifugiandoci negli sguardi
e le campane suoneranno a festa
e il sole leggi
certi giorni
hanno ali di carta
cenere ai piedi
e profili di sciagura
s'amplifica il mio sentire
e la mia anima
avverte il gelo
d'una morte frettolosa
che s'appresta
a sferzare il suo colpo di grazia
con la sua falce spesso ingiusta
e il leggi
dentro la mia preghiera
senza corona
poche nuvole sparse
luna piena
racimolate monete
in un fiume in piena
e lei che si consuma
senza armi
sola
nel bagliore di un'alba finta
nata per morire
senza elargire doni
investita
da folate sferzanti
discese le tenebre
sull'anima buia
divenuto deserto tutt'intorno
m'appello a tutte le mie risorse
e avvinghiata
ad un appiglio rimasto
-dentro me stessa-
in mezzo ad una tempesta
che speravo dimenticata
che leggi
carezzando cigni
sulle sponde d'un lago
-forse era sogno-
piume dorate ritagliano il Tempo
nel soffio d'un momento
che si disperde e vola via
al di là delle onde
mentre un verso stonato
discrepante sull'altero suo veleggiare
una vita leggi