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«Sono quei ricordi che rimangono indelebili.
C'era quella casa tutta bianca, in riva al mare, a Torre Canne; noi bambini giocavamo nel vicolo dove abitava il mio bisnonno Orazio.
Quando veniva la sera, con la sua dolcezza ci radunava tutti intorno a lui, seduti sul selciato ancora caldo di sole, e ci narrava storie vere che sapevano di campagna, di cavalli, di fatica, di guerra, di pace... di vita.
Eravamo contenti di quei momenti d'intimità nei quali ci tramandava l'esperienza e l'amore per la famiglia.
Adesso è tutto diverso, così dispersivo e caotico e gli affetti si diluiscono nelle distanze, strozzati nel tempo che scorre troppo veloce.
Ricordo ancora le carezze ossute...» |
| Inserita il 11/11/2008 |
Nei miei occhi
è rimasto il gesto
delle carezze ossute
Fra le mani
l'impronta dell'affetto
spalmato sul pane
e pomodoro rosso
ch'era sempre buono
perché lo preparavi tu
Non scorderò mai
l'odore del sigaro buono
di quando assorto nella memoria
sedevi nel vicolo
in quel modo strano
la sedia girata
e noi accoccolati tutti intorno
ad ascoltare storie antiche
di semplicità paesana | 
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«Che delicatezza questi versi che ci riportano ai vecchi tempi - in un mondo che non c'è più - sembra di sentire quell'odore di sigaro che spesso faceva tossire chi un po' troppo si avvicinava - quanto affetto in quelle piccolezze che deliziavano il palato...»
«bellissima pagina di poesia, dove ogni particolare sembra essere stato dipinto da una maestro della parola, io seduto in parte osservo incantato non tralasciando alcun particolare mentre la mia mente vola lontana ad analoga scena sotto una pianta di gelsi secolare dove, seduto su una seggiola, che estate ed inverno rimaneva là ad aspettarlo, il mio vecchio nonno Turi parlava col suo sguardo acquoso raccontando la vita... stupenda!»
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