...quanto silenzio... qui in questo momento
di solitudine... Guardo fuori il mondo a colori
sono marce le ore appese al mio cuore ed
invoco Amore... Sento un martello battere
su di una campana sotto un velo di malinconia
é facile berti al volo... quanto spazio da superare
mentre stó come un palo a ombreggiare il
contenuto di me stesso l“avido e... il sesso
verbale... MI piango addosso le tristezze quelle
che fanno peso nell“oceano calmo dell“Amore...
Sapessi com“é grande sto mare e doverlo poi
attraversare agonia e tortura nell“animo sin che
dura e via di qui per spiccare il volo oltre i recinti
che ti chiudo e t“abbandonano... via per provare
un“emozione nuova a vibrare dentro di me fuori
di te... non v“é colore ne stagione da maturare
fuori di te l“assurdo da venerare... Ma sono muto
e... distratto invento un passo che mi porti da te
é tanta la strada piena di insidie... ma verrį la
mia estate quella che non brucia mai nulla anzi
abbronza la mente ti lascia solo e nudo come
sei nato... sposato... addormentato! Sui rami non
c“é vento appesi i canarini nel cinguettķo costante
prima che il sole entri nella mia stanza arrogante.
Dio mio... ancora silenzio da portare a spasso
per farti riconoscere quando non sei piś un gradasso
ma t“adegui al momento mentre riposi sotto una
pioggia di sguardi su quei soliti cordoli di cemento..
E... tutto é sempre uguale dal mattino di un giorno
d“estate al carnevale... tutto identico e mal dipinto
peso nel peso un ago immobile... tutto lķ... Ma verrį
la mia sera trasportata dalle stagioni posata come
la brina tarda di primavera... verrį attesa piena di
coriandoli di chiasso e di colori... saremo ad attenderla
seduti sugli scalini che salgono verso il cielo... lassś
incontreremo gli Angeli.. le stelle e comete le piś
lontane... ruffiane e cappricciose... nella notte poi si
placherį l“ira del corpo la fatica dondolerį il pensiero
e la morte alla fine non sarį piś... un mistero...