Rifletti la sera, quando il capo s’adagia al guanciale,
su quel che nel giorno parole ch’hai udito,
di quel che di traccia è rimasto sopito
e quel che d’impronta ha lasciato alla mente.
Son lampi sfumati in figure tradotte al vociare,
avanzi di frasi ch’associ a barlumi nascosti,
e nell’attimo stesso, ti fan ricordare
quei tempi passati, che un nesso non hanno,
con quel che nel giorno t’han posto l’affanno.
Rifletti la sera, s’è nel giusto tutto quello ch’hai fatto,
se per quanto a te stesso appagante,
quegl’aspetti avvenuti per i quali eri assente,
son dovuti allo slancio d’un momento sbiadito.
Affida a quel senso, nel modo del fare o del dire,
ove il giusto, è stato acquisito nel tempo remoto,
dall’arcano attributo che vien dentro la sfera,
dell’umano consenso, ... nel rifletter la sera.