Il fiume scorre placido nel letto
per tutto l’anno, senza interruzione;
che meraviglia e quale perfezione!
Mi fermo delle volte al suo cospetto

ed anche lungamente, delle ore,
e guardo l’acqua, corre come il tempo,
e mi ricorda quasi la mia vita.

Mi affascina, ed in preda a quel torpore
che rassicura e inquieta nel contempo,
afferro invano l’acqua con le dita:

appena presa, è subito svanita,
metafora d’amore intenso e breve.
L’ umore si fa greve
e torno con la mente al vuoto tetto,

alla tua testa posta sul mio petto,
ai baci, come note di canzone,
a te, radiosa, sporta dal balcone,
e ai sogni abbandonati in un cassetto

nascosti fra le pieghe dell’oblio;
E solo allora finalmente apprendo,
da questa solitudine sì amara,

da quando sei scomparsa, dall’addio;
mia dolce Bucaneve, ora comprendo!
La vita non è fiume, ma fiumara;

se non ci sei, di gioie é tanto avara
da inaridire l’anima e il piacere;
eppure è il tuo volere:
ed il tuo desiderio ha il mio rispetto.