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Melancònica e mesta mi par questa
sera; e il Tramonto co’ suoi lumicini
che da lungi, da’ i campi, ne sovvèngono
e da’ paesi, e questa vampa rosea
che conferma del giorno il bel defùngere,
e questi oscuri muri e i tanti boschi
al par di lei una mestizia profonda
mi gridano; onde non so se l’eterno
alternàrsi di giorni e notti e aurore
non sia altro forse che un dolente mònito
di vacue cure, e vane spemi, e alterni
sì disillusi Sogni... se il furioso
Sentimento del cuor non sia altro che ombra
d’un mutèvole lume di ossa e Fato,
di Luna e Sole, a’ predestinazione
incerta scosso dagli illusi corsi
della mia Vita. Ma intendo che questi
lumi del vèspero autunnale e il lor
rivèrbero irriverente su’ miei occhi,
e il gelido orizzonte alluminato
per le finestre lontane, e il sussuro
rombante dei trebbiatori notturni,
pur nella nostalgia che essi mi pròvocano,
alfìn, mi danno pace. E mentre in fondo
all’ossa il primo gelo assorbo, io quella
finestra ambita vado ripensando
che la Gioia cela; e giungendo sott’essa
che è chiusa osservo, e che un dèbile lume
da lei proviene. E fuòr non v’è la Luna,
né astro che splende... e meco v’è la prima
nebbia. Così le lampe della via
s’accèndono. Ma da quella finestra
si spegne il lume. Mi sovviene un’ombra.
Mi guarda. Attende. Non scorgo il suo volto,
se rida, o pianga, o se stia incollerita.
Allora ascolto una chiave che chiude
la dolce porta... un’assenza pungente
il Desiderio a ferìr impetuosa
e cieca. Ascolto il latrato d’un cane
cui altri Cèrberi dìcon le stesse urla.
Ascolto fàrsi silenzio da’ i campi,
l’ultimo volo dell’airone bianco,
il gridàr primo d’una truce nòttola,
i passi scossi dell’ultime vecchie
che vanno a cena. Ascolto il fruscìo ardente
delle lampade. Continua a guardàrmi!
Un’ombra che trapassa nella Notte,
che si confonde nelle fredde tènebre...
è un’ombra che mi guarda e poi svanisce.
Così lungo le vie de’ Sogni muore
in tanta Notte, in molti ambrati lumi
l’ultima speme del mio cuor. E l’alba
verrà a darmi un dolore che è infinito.
Perdònami, oh Gioia, il gran silenzio!... àmami! |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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Bellissima, molto apprezzata (Nadia Mazzocco)
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