Anche la notte ti somiglia
quando stanca, e muta,
piange dentro se stessa
agitandosi il fogliame
come coperta in un freddo inverno.

Ti somiglia, la notte,
dentro quei pensieri
rimasti fermi ad aspettare.

Se solo potesse, la notte,
non scolpirti addosso
le terribili assenze,
forse sarebbe più leggero il respiro,
e forse la luna saprebbe che dire...

E t’assomiglia quella lacrima,
che come lava d’un vulcano
mai spento scava solchi
di quei "se" e quei "poi"
stanchi d’esprimersi.

Si, anche la notte ti somiglia,
quando afona è la voce
di quei soliti mattini vuoti,
come note d’una musica senza spartito,
alla rinfusa gettate a caso
nei tumultuosi oceani dell’anima...

Somiglia sempre un po’ a te stessa
quella notte che non porta più sogni,
quei sogni chiusi in un attendere
d’una attesa ormai
sfinita dal rimpianto...