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Mu' quasi tutti scrivunu puisìi,
ma senza usari mètraca né rima.
È mmegghiu ci va' ccògghiunu l'aulìi,
ccussì ponnu nchianà' fign'a la cima.
Si scrivunu surtantu fissarìi.
'Ccurtèscunu lu versu cu la lima
e shta ci scrivi puru mucarìi.
Mu' la puisìa non è cchiù comu prima.
Li rèculi nci shtannu, ma nisciunu
s'li voli 'mpara pi putiri fa'
lu puèta e cu pó ddivintà' quarcunu.
Ognunu penza ca ni sapi assà'
e t'la puisìa si senti ca è patrunu,
ma li rèculi havà ssapiri usà'.
No' tutti sannu ca
la mètraca e la rima so' do' cosi
ca fannu scrivi' versi milutiosi.
Traduzione
La metrica e la rima
Or quasi tutti scrivono poesie,
ma senza usare metrica né rima.
È meglio se vanno a raccogliere le olive,
così possono salir fino alla cima (dell'albero).
Si scrivono soltanto fesserie.
Accorciano il verso con la lima
e c'è chi scrive pure porcherie.
Or la poesia non è più come prima.
Le regole ci sono, ma nessuno
vuole impararle per poter far
il poeta e per poter diventar qualcuno.
Ognuno pensa di saperne assai
e si sente di essere padrone della poesia,
ma deve sapere usare le regole.
Non tutti sanno che
la metrica e la rima son due cose
che fanno scriver versi melodiosi. | 
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
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| «Sonetto caudato in vernacolo sanvitese (alto salentino) con relativa traduzione. Schema: ABAB/ABAB, CDC/DCD, dEE.» |
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«Continua "la predica" del nostro bravo poeta sulla necessità di chi si avvicina alla poesia di conoscere le regole; penso abbia ragione da vendere quando scrive che le regole ci sono ma nessuno vuole impararle! Nessuno è padrone della poesia.»
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