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Niente, non è successo niente
sembra dire l’argine rigoglioso
schiaffeggiato da raggi vivi
di un sole troppo rosso.
Niente è cambiato nella macchia sott’ Ombrone,
né han mutato le linee frastagliate della natura sua selvaggia.
Canta ancora il fiume
come il giorno degli aironi, del vento nervoso
che picchiettava sulla grondaia di casa.
Anche oggi un corteo di anatre scivola in fila indiana
affondando e risalendo il pelo d’acqua.
La nutria stizzita, capriolando all’indietro
sparisce non so dove.
Non è cambiato niente da allora: fuori.
Tutto in attesa di qualcuno, intrappolato tra gli olmi
il sambuco, le sue drupe
come gemme lucenti al calar della notte
qualcosa di diverso solo dentro
tutta la bellezza, paziente eroicamente intatta, risvegliata... |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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«Canta ancora il fiume
come il giorno degli aironi, del vento nervoso
che picchiettava sulla grondaia di casa...
(Quel giorno fu celebrato un matrimonio bellissimo) .» |
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