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Com'è bello viaggiare su un sito
di poeti così variegati,
nella mente mia stramba è un gran mito
il vedere i lor versi fatati.
C'è chi scrive ogni giorno un poema
su ogni fatto che sia della vita,
di nessun argomento ci ha tema,
cantar pizza oppur... margherita.
C'è chi timido verga i suoi versi
e li pone sul sito modesto,
c'è chi invece ci ha modi diversi
da sembrare un pavone maldestro.
C'è chi appare galletto ruspante
perché ha avuto ventotto commenti
ed appare felice e trionfante
perché sono le lodi evidenti.
C'è chi invece si forma un compatto
squadrone con un giuramento:
stringi mano e questo sia patto
d' un elogio promesso, al momento.
Questi sono per la professione
commentanti d'indubbio valore
e san dare con grande passione
un giudizio elevato con cuore,
ma i maligni dicono invece
che il commento è del tutto falsato
e che chi quell'elogio lo fece
fu per essere ricompensato.
C'è chi al termine della poesia
di trecento letture si vanta
e davvero non so come sia
gli altri ne abbiano manco quaranta.
C'è chi pronto però dice pure
che nel dare il giudizio io erravo,
s'egli ci ha così tante letture
vuole dire davvero ch'è bravo,
e che gli altri non sono a lui pari
nel saper presentare poemi,
sono tutti dei grandi somari
e lui solo merita i premi.
C'è chi poi sicuro si guarda
come autore di capolavori,
se qualcuno una critica azzarda
lui protesta con i redattori.
E se poi quella critica resta
rovinando la reputazione,
alla lirica sua fa la festa,
la cancella con disperazione.
C'è chi poi ripresenta i suoi carmi
dopo un poco che uno li ha letti,
fa sì questo ch'io debba annoiarmi
se rileggo quei versi già detti.
C'è perfino chi ci ha tanta boria
e si sente infallibile in tutto,
egli è degno soltanto di gloria
e d'ingegno i suoi scritti son frutto,
se gli dici che ha fatto un errore
di grammatica in qualche suo scritto,
egli avvampa di cieco furore:
“Infallibile sono, stai zitto!”
C'è chi scrive così aulicamente
ed adopra linguaggio da Crusca
che chi legge capisce un bel niente
e di “grande ignorante” si busca.
C'è chi scrive poi questa poesia
co' una metrica proprio bislacca,
ma si sa qui da tutti ch'io sia,
i miei versi son sempre di cacca.
Non conosco le rime pregiate
che alla lirica rendono onori,
voi per questo non mi brontolate
o io piango con i redattori
che non hanno certezza di prove
e neppure sapranno se ho errato
ma faran come s'usa se piove:
lascian piova, lo fanno anche a Prato. |
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«“Se si è stufati per la pioggia e non si sa che pesci prendere, si deve agire come saggiamente fanno a a Prato: lasciano piovere”. (Detto toscano).
Scherzosa strimpellata da una ridente passeggiata sui vari siti poetici in internet.» |
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