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«Questa poesia che mi ha dato diverse soddisfazioni, ricalca fedelmente tutto ciò che i versi raccontano: un viaggio fatto da me e mia madre per ricongiungersi alla famiglia che era 'espatriata' per una vita migliore. Poesia che mi è molto cara per svariati motivi.» |
Inserita il 18/05/2016 |
| Madre, rammenti?
lasciammo quel lembo di Sicilia
pregno di sole quasi come fuggiaschi:
io e te, alquanto sparuti; su quel vagone
dai sedili duri come pietre.
Ancora impregnati dell’aroma di zagara,
ci rafforzò la speranza, la sola nostra ricchezza.
Mettemmo in una valigia di cartone
i nostri sogni e poche cianfrusaglie.
Nell’interminabile viaggio,
io, appoggiato al finestrino
con i pugni chiusi in tasca,
tu, mesta e assorta come pietosa Vergine:
ancora giovane e pur carica d’affanni;
ti lasciavi sballottare
da quell’ansimante treno.
Vidi volare in alto un falco pellegrino,
mi sembrò buon segno, madre;
anche se mi pesava quella sorta d’esilio.
Così si consumavan le ore
per ricongiungersi alla famiglia lontana.
Oggi Madre, da tempo sei mancata,
e quella valigia di cartone
relegata in soffitta,
accumula polvere
che mai le tue mani toglieranno.
Dolcissima Madre. |
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grazie poeta, un caro saluto! (Stefana Pieretti)
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