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Nipòtama no' tteni 'ncora 'n'annu
e l'hannu 'ssuti già li primi tienti;
pi lli sancìi ca mali mu' li fannu,
lu picciu teni e chianciri la sienti.
Piccenna ca canosci già lu 'ngannu;
vitennu ti 'shta vita li turmienti,
turnari voli arretu comu quannu
intr'alla mamma no' viteva nienti.
"Nipòti mea, pi tte' èti 'shtu sunettu,
cá nonnu tu m'ha fattu ddivintari
e l'atri, ca ti portunu rispettu,
vollu ca cqua, cu nui, tu t'hata shtari!
No' t'ni puè sciri, fatti 'shtu cuncettu:
'nt'la mamma tova no' puè cchiù turnari!".
Traduzione
Sonetto per mia nipote
Mia nipote non ha ancora un anno
e le sono usciti già i primi denti;
per le gengive che male or le fanno,
le bizze fa e piangere la senti.
Piccina che conosce già l'inganno;
vedendo di questa vita i tormenti,
tornare vuole di nuovo come quando
dentro la mamma non vedeva niente.
"Nipote mia, per te è questo sonetto,
ché nonno tu m'hai fatto diventare
e gli altri, che ti portano rispetto,
vogliono che qua, con noi, tu devi stare!
Non puoi andartene, fatti questo concetto:
nella mamma tua non puoi più tornare!". |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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«Sonetto classico in vernacolo sanvitese (alto salentino) con relativa traduzione. Schema:
ABAB/ABAB, CDC/DCD.» |
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