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| Erda! Erda! Madre della Stirpe, oh tu, Erda!
Oh Ventre di Ùror, di Skùld e di Verdàndi!
Erda! Erda! Ordisci la gioventù eterna;
e chiàmala bellezza, e gioja e Amore!
Primigènia perenne degli Dei,
Erda! Erda! Madre della Stirpe, oh tu, Erda!
Oh! Prendi le onde del Mare; oh tu, espandi
la tua alta creäzione, alba superna
della Vita gaudente; e sul biancore
delle spume, oh tu, fa’ i quieti imenei
della più bella tra tutte le Dee,
poiché risplenda, ella, tra le ninfee!
Erda! Erda! Spettro sibilante e puro,
prendi la sabbia del lido vicino;
e plasma: il crine con le fronde d’oro,
e le sue guance, e il volto, e il mento oscuro,
e il giòvin seno, e il ventre, e il suo Destino,
e l’inguine, e le gambe, e i piedi, e il moro
ombreggiàr lieto delle membra sue!
Erda! Erda! Spettro sibilante e puro,
prendi le frasche dell’àlighe fresche,
e tessi a lei così un serto d’argento,
e un pìccol peplo da annodarle ai fianchi,
perché costei sia ignuda sol coi seni
e con il ventre, Regina dei Numi.
Oh Erda! Sia gloria alle ciglia donnesche
che vai plasmando nel soffio del vento;
e d’acque le pupille agli occhi bianchi,
occhi che sono eternamente ameni,
e che splèndon di truci e altèri lumi!
Erda! Erda! Oh possente Creätrice!
Plasma Freya! Plàsmala! Oh la Dea più altrìce!
Allor dall’onde l’Ondine belle vanno,
e tèssono la Donna, la Dea bella;
nuda la plàsmano, ed ella respira.
Ed Erda dà alle Norne, le sue figlie,
la ragna oscura del di lei Destino,
perché lo scrìvano a un stel d’una runa.
E Freya, frattanto, sorride in affanno,
e vien vestita, oh la diva donzella!
E per la prima volta ella sospira,
e i piè suoi immersi bàcian le conchiglie
che vêr la sponda stanno al suo cammino;
ed è meriggio, in ciel è il Sol, la Luna.
Figlia la chiama Wòtan, il possente,
sorella Dònner, dal tuono lucente! |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
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«Poesia pensata come Canto di un possibile Poemetto su Freya, Dea norrena dell'Amore, della Bellezza e della Gioventù; Poemetto che vuole mischiare materiali inventati originali - come quello che è qui proposto - con materiali della mitologia norrena già sintetizzati da W. R. Wagner né L'Oro del Reno.» |
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