La droga uccide di Daniela Dessì (Sociale)

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Responsabilità sociale

La droga uccide

Sociale

Assisto alla mia morte
inconsapevole,
non sapendo di eclissarmi
iniettando veleno sulla pelle,
per correggere il sangue amaro
di giorni nefasti,
difficili da mandare giù
con impassibile umore,
reprimo i miei cupi stati d'animo
sguazzando nell'agonia,
dentro la bolla d'aria
che m'imprigiona
trattengo il respiro.

Con l'ago conficcato nel braccio
non sento più la vita che se ne va
in un lampo di luce guizzante
negli occhi stralunati,
a intermittenza singhiozzante
gocciolano annebbiando
la lucida realtà
disconnessa dal tempo.

Passano gli istanti
in un frangente di profonda tristezza
mi collasso,
soffiando sulla polvere bianca
che sollevano i passi incontro al buio
e un ronzio nella testa
spalanca le porte del nulla
attirandomi nella fossa
scavata con le mie stesse mani
assassine,
mi dileguo nel freddo
insensibile di un raggio morto
che si spegne su di me.

Daniela Dessì

16/06/2015 21:50 5| 1588

Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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Commenti di altri autori:

«Successione temporale di un effetto collaterale... Egregia descrizione della devastazione di un momento, un istante, ...con l'ago conficcato nel braccio... nemmeno la vita si percepisce, nemmeno i suoi ultimi risvolti di distacco dal tempo reale. Effetti collaterali del nostro essere umanamente fragili, inutilmente forti... La droga uccide, SEMPRE! Sensibile e ottima poetessa!»

Cristiano De Marchi (16/06/2015)

«Descrizione agghiacciante e vera di un disgregarsi, del dissolversi di una esistenza ...
Molto ben strutturata ed efficacissima nel trasmettere l'angoscia e il distacco dalla realtà a cui non si sente più di appartenere e in cui non ci si riconosce...
Strofa centrale davvero ottima»

nemesiel (17/06/2015)

«Descrizione deleteria del momento in cui l'ago nella vena dà il colpo di grazia alla vita, probabilmente per un'overdose di quel veleno che è la droga, sostanza venefica, distruzione di massa dei nostri giovani e non giovani. Ecatombe sociale. Descrizione veritiera, molto apprezzato il verseggio!»

Grazia Denaro (17/06/2015)

«La brava autrice denuncia con grande sensibilità questa piaga sociale che colpisce nel profondo e devastando fisico e personalità. Una ricostruzione reale che si combina con l'uso di altri stupefacenti sintetici che spesso sono responsabili di omicidi di massa. Sfortunati quelli che hanno la tendenza a trovare nel momento dell'estasi la soluzione ai loro tragici problemi. Un No secco alla droga, ma con sensibilità cerchiamo di non emarginare le vittime di queste sostanze.»

Francesco Rossi (17/06/2015)

«versi che arrivano dritti al cuore... impossibile tendere una mano a chi si uccide con la droga?... una risposta non basterebbe ...purtroppo chi fa uso di droghe non si rende conto in tempo del danno, non si rende conto del dolore che provoca a chi lo ama... chi si droga decide inconsapevolmente di suicidarsi ...purtroppo si è sempre convinti di potersi liberare facilmente da questa ''disgrazia'' e quindi molte volte chi fa uso di droghe rimanda a dopo ...versi efficacissimi e dolorosi che toccano il cuore»