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I jihadisti a Mosùl hanno commesso
un vile scempio distruggendo in toto
preziosi manoscritti e al tempo stesso
le statue antiche, un tesoro noto
dai tempi degli Assiri. Il Califfato
plagiando Gengis Khan, nel suo sterminio
ha raso al suol la storia ed il passato,
per intimare a tutti il suo dominio!
...Quest’oggi a Roma, truppe miliziane
dell’ISIS sono entrate in Campidoglio,
spaccando con movenze disumane,
il Marc’Aurelio, simbolo ed orgoglio,
per poi spostarsi, sempre con furore,
al Vittoriano e con possenti mazze
spezzarne le sculture e dopo ore
gettare il tutto giù dalle terrazze!
A Palazzo Venezia e nel Museo
distruggere ogni cosa con lo sdegno,
fuggendo poi di corsa e al Colosseo,
con un comportamento alquanto indegno,
abbattere gli emblemi della storia
romana, con l’intento di annullare
le celebri vestigia della gloria.
Nessuno ha il diritto a profanare
un sì grandioso, eterno monumento,
ma gli uomini barbuti, col martello,
l’han demolito con accanimento
muovendo le lor braccia a mulinello.
Si son diretti, quindi, al Vaticano
e giunti sulla Piazza di San Pietro
si sono scatenati in modo insano
e un odio disumano, duro, tetro,
spaccando il colonnato del Bernini,
le statue sovrapposte rase al suolo,
distrutte con dei colpi certosini
e tutti compiacendosi del ruolo!
La chiesa, la Basilica Immortale,
violata dagli islamici invasori
e preda di un manipolo bestiale
che l’ha spogliata dei suoi gran tesori.
E l’Obelisco steso sul selciato,
diviso in varie parti e demolito.
Sul picco della Cupola hanno issato
l’islamico vessillo scolorito.
Ed all’interno della Sacra Chiesa
i vandali han distrutto con la furia
il Sacro Altare, ripugnante offesa,
viltà crudele, miseranda ingiuria!
In seguito quei miseri impostori
si sono riversati verso i Santi,
raffigurati in nobili lavori
dai grandi artisti, statue strabilianti.
Distrutta la Basilica, i vigliacchi
son corsi nel Museo del Vaticano
a danneggiare con i loro attacchi
i celebri dipinti in modo insano!
... Fortuna vuole che quel sacrilegio
non è avvenuto e questa poesia,
per la quale mi ascrivo il privilegio,
è frutto della pura fantasia,
però causata da un timore enorme
che scuote il cuore, l’anima e il pensiero,
per colpa di un esercito difforme
che sta condizionando il mondo intero!
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
«A volte l'emotività gioca brutti scherzi e di conseguenza, spinti dalla paura, ci fa apparire i pericoli quasi visibili. In questa mia panoramica di distruzione sono stato dominato dalle tante trasmissioni televisive colorate da particolari di violenza e di sopraffazione disumana di questo esercito fuori dal mondo che vuole, con odio perfido e ingiustificato, costringere il mondo alla sua volontà distorta.
Mi auguro che ciò non avvenga mai, i miei versi sono lì a scongiurare questo infame pericolo.» |
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«A volte, la paura di ciò che può verificarsi, fa più male di ciò che realmente può avvenire. Con questi versi ben stilati, il Poeta vuole scongiurare il pericolo di simili catastrofi. La poesia l'ho particolarmente apprezzata per quella vena di sottile e intelligente ironia, caratteristica di questo autore.»
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