Non sono eppure vivo
vibro, respiro, senza far rumore
in un guizzo di vento fugace
a mutar del cielo il colore

Un niente punteggiato
qua e la su grappoli di nuvole leggere
ad affrescar dell'ombra la trama silenziosa
d'orme remote tra trasparenze distanti
di comete...

E della luce, l'incessante attesa
linea operosa a concepire, promesse
in rosee spirali incantatrici ad aprirsi
nel tremulo azzurro (un varco di seta)

-mutamento-

In effimera transumanza d'esili vapori
a dissetare arsure nella fuga prospettica
d'occhi protesi su immaginari fiori

delimitando un punto a capo dopo una fine
per ritornar poi esile inizio espropriato
di scorie putrefatte di memoria

Cosi listato a nuovo semplicemente
brucio il tratto sfilacciato d'ogni viver
su questa terra e mi ritrovo (impagabile trasformista)
tra due opposte rive in sospensione

-tenerezza d'aurora-
a colmare il vuoto, congiungendo
all'orizzonte, il giorno che nasce
mentre il buio muore