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Spente le luci, in abbandono il focolare,
nell'inverno il cuore torna all'antica dimora
e mai un istante nella solitudine smette di rammentare,
nel sospiro del crepuscolo di porpora.
Non arde più il ciocco d'ulivo nel camino
e di cenere si colorano i pensieri.
Più non gorgoglia allegra la caffettiera,
tra le voci assonnate nel primo mattino
spentesi in lontana stagione... e sembra ieri!
E' aspro l'inverno quando si è soli
a cogliere gemme di brina e rimpianto.
Scende in tenue carezza la sera
alla lanterna della malinconia.
Si posa pian piano la neve per la via
e, alla luce tremula del ricordo,
torna in empito d'emozione il passo andato
infiammando il cuore di nostalgia.
Chi accendeva il focolare d'amore
ora riposa al camposanto,
in fondo al viale
all'ombra del cipresso.
Sono rimasta io soltanto,
al fuoco evanescente di un tempo assopito,
a ricordare e a tessere nell'elegia l'antico canto,
adesso che il sogno è svanito! | |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
«"Quando sovviemmi di cotanta speme,
un affetto mi preme
acerbo e sconsolato..."
(G. Leopardi "A Silvia")» |
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