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Costellazione di vaghezze
che irrompi nel mio cielo
perdona se, terremotato
e in balia degli eventi,
il cuore denudato, a te,
svestito viene di speranza,
se ad assistere ti costringe
al crepitar di un rogo
e lapilli, fumi e ceneri
disturbano i tuoi occhi;
se per tristezza,
turbando tuo illibato amor di vita
con nerofumi transita
su candor di giovinezza!
Tu non sai! Tra luci e ombre
il tempo lo rimena,
spossato lo catapulta nel giorno,
cenciose prospettive
gli apre e stracci sbandiera,
con sogni in fuga lo deride
e tramando gli passa accanto.
Sballottato è sovente nell'ora
come l’osso di seppia tra le onde
ai cambiamenti di fronte del coraggio,
instabile oscilla se si sposta
il fulcro che ne equilibra il dubbio;
alla speranza, amo teso nell’ombra,
preda abbocca; detriti ruinati
da pendii di giorni ostruiscono
le condotte che amore
adducono ai suoi atri!
Come repentini franano i sogni,
amica mia, come s’annera
e si accorcia l’età delle illusioni!
Cupo passante pur vorrei sorridere,
concedermi, afferrarmi
a rigogliosi rami d’amore:
con altro passo farmi incontro
fiducioso a corteo di stagioni!
Per me che non ho più meta,
inseguito da malinconie,
bersaglio per dardi mortali
volge alla fine il viaggio.
Ah mio astro che triste favola
pur ti narro, i neri sprazzi
i ritagli di mala ventura,
il rovescio della tunica che ti mostro,
il rintronare di pensieri da cui sgorga
lo sconcerto che odi e ch’io inetto
e vile non so risparmiarti!
Ma orsù, fuggi, allontanati
da questo rimuginare cupo!
La tua vita è alba, orgasmo di gioia,
festoso rintocco di campana,
suono di cornamusa,
totale gaudio, euforia di dolcezze!
Azzurri i tuoi giorni,
ostri i tuoi tramonti,
freschi pistilli, petali
e gambi di rosa i tuoi anni;
non arso dumo, non vespero,
non tenebra, non singulto
non lamento ostinato la tua voce;
tripudio, non esacerbato
momento d’agonia!
Un fascio di felicità
dai tuoi cespi lasciami raccogliere
oggi bosco di felci e di viole!
Possa lo stormire delle tue fronde
far da sottofondo sonoro
all’omelia quando pietra ricordo
sarà deposta sulla mia tomba!
Vagando tra i solchi uberi
della tua pronta memoria,
all’affiorare del mio ricordo,
un mattino di primavera,
alle prime luci mi coglierai
fiore sbucato da invisibili radici:
al capo di reciso stelo,
tremulo, allora ti sorriderò corolla! | |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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