Gronda lo sdegno edulcorato
da lontani e annosi fariseismi
nel susseguirsi risentito
di una parata funebre del pensiero.

Parole come macigni
come uppercut assestati
al bersaglio delle coscienze.

Indulge il pietismo
e istituzionalizzato adorna grigiamente l'Informazione.

Lasciando sui nostri volti
urla munchiane in vetrificazione
nella plastificazione della massa
nel dilagare violento
di angosce soliste
nel coro delle paure
su un orizzonte di un nulla che avanza.

La gragnola di scoop e titoli
per antropofagi banchetti
alluvionati da litri d'inchiostro necrofilo
per un de profundis da vetrina.

Su gli occhi di casalinghe diversamente disperate
lo svilimento si ipnotizza
sulle lucine rosse, mosse
dai palpiti domestici e ostici.

E le coscienze insaponate
da detersivi sbiancatutto
da candeggi di vacanze last minute
da balottelliani capelli d'ordinanza
e le funzioni domenicali
liturgiche
calcistiche
nel girone delle lotterie d'incertezze.

Oltre gli schermi
gli scherni
e le fumose parole
di faccendieri di partito
quotisti dell'assenso
e del compiaciuto sensazionalismo di corte.

Coltre mediatica
di rapporti di forza
di questa cerchia di ladri
a cui non sfugge nessuno.

ci concediamo al massimo viaggi gommati
in file eterne
dentro sarcofagi immobili
per andare nei soliti posti
a frazionare la vita
o in nessun luogo.

Qui siamo
tecomandi assopiti
mucchio rappreso di occhi,
speleologi dell'isolamento
recapitati per caso
scarabocchi a piè pagina
di questa esistenza
smaniosi di un ritorno
in attesa di occuparci di noi.