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«Più che poesia è una filastrocca vivace che parla di frutti tipici del Salento che maturano a giugno: i fioroni. Fa riferimento alla tradizione locale che si ripete ogni anno quando si colgono i fioroni. Ho voluto ironizzare riguardo a me e mia moglie quando ci rechiamo in campagna per cogliere i primi fioroni dal nostro albero. Infatti l'ultima strofa conclude che, una volta appassito l'albero e non potendo più cogliere i suoi frutti, mi contento di assaporare le zizze di mia moglie. Scherzo che i miei compaesani approvano con piacere e risate.» |
Inserita il 12/06/2017 |
Tegnu 'n arv'lu ti culummi
ca si caraca ogni annu;
ci lu viti quannu fannu,
cosa ca faci babbà'.
Quannu shtamu a metà giugnu
m' ni vo fori cu mugghièrama
pi ppruvà' quarche culummu
ca ccumencia a mmaturà'.
"No' lli 'ttantà',
falli 'ncora mmaturà'!"
E ci 'ncora sontu aùsci
iu li 'ttantu a unu a unu,
ma mugghièrama si 'rraggia
e si metti a vucculà':
"No' lli 'ttantà',
ca ci nò ponnu mmannà'!"
La matina ti bbon'ora,
quannu sontu frischi frischi,
fazzu cuiddi scritti scritti
e mi mettu a mancià'.
"No' t'abbuffà',
ci nò mali t'hanna ffà'!"
Mu' ca l'arvulu è siccatu
e no' ccaccia cchiù culummi
mi cuntentu ti mugghièrama
ca mi li faci pruvà'.
Traduzione:
I fioroni
Ho un albero di fioroni
che è carico (di frutti) ogni anno;
se lo vedi quando maturano,
è cosa che fa stupire.
Quando siamo a metà giugno
vado in campagna con mia moglie
per assaggiar qualche fiorone
che comincia a maturar.
"Non palparli,
falli ancora maturar!"
E se ancora sono acerbi
io li palpo ad uno ad uno,
ma mia moglie si arrabbia
e si mette ad urlare:
"Non palparli,
altrimenti possono avvizzir!"
La mattina di buonora
quando sono freschi freschi,
colgo quelli più maturi
e mi metto a mangiar.
"Non abbuffarti,
se no male ti faranno!".
Or che l'albero è appassito
e non produce più fioroni
mi contento di mia moglie
che me li fa assaggiar. |
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Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
La riproduzione, anche parziale, senza l'autorizzazione dell'Autore è punita con le sanzioni previste dagli art. 171 e 171-ter della suddetta Legge.
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«Qui, nel Salento, la parola "culummi" significa fioroni, ma vuol dire anche zizze delle donne, per cui la poesia acquisisce un senso allusivo ed umoristico.» |
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