Quest’urlo oscuro prigioniero del corpo
aggrappato agli scogli del cuore
quest’urlo cieco, infantile, impotente
percosso tra i muri dell’anima.
Urlo crudo, ferito, ingabbiato
in cerca d’ali per poter fuggire
lontano dal mio petto
dai lividi bruciati
eco sfiancante, sterile
di ripercorse domande.
Quest’urlo
da cui sgorga linfa e acqua
che sparge i suoi brandelli nel silenzio
che pesa come cielo di piombo
che mi rende nessuno
che mi rende niente
...strappalo via da me
fa che sia libero
che torni nel tuo abisso
e che lì muoia.