Mungi
disperazione maligna
fino all’ultima lacrima nera
dal cielo opprimente.
Nega da tempo
al sole gioioso
di sciogliere il ghiaccio annerito
che comprime il mio cuore
ingabbiato e occultato
dentro un guscio asfissiante.
Negano i giorni
il lieto alternarsi
di albe e tramonti.
T’imponi insolente
NEGAZIONE
e spranghi le porte
con fragore assordante.
E già barcollano
i preziosi cristalli
di progetti allevati
con amore ambizioso.
Già vedo staccarsi
tra fuligginosa asfissia
paonazzi petali
di lievi speranze,
è lo zefiro leggero
che spira da fragili e soffocate sofferenze.
Ed io non so
per quanto tempo ancora
potrò sorreggerti
sul mio esile stelo,
corolla odorosa
ai venti forestieri.