Con timore e stupore ti
guardo, piccolo angelo.
Vorresti volare e scoprire
il mondo che ancora non
conosci.

Sogni, e i tuoi sogni sono
musica, sono la voce del
vento che vorresti afferrare.
Sono i raggi del sole che
guardi incantata.

Sei come un germoglio nato
tra la neve. Sei la rosa più
preziosa che coltiverò nel
mio cuore finché avrò vita.

So che un giorno dispiegherai
le tue ali per volare sopra valli
e mari per conquistare l’infinito:
ti darò anche le mie anche se

non hanno più la stessa forza
di quando ti ho stretta a me
per la prima volta. E se scivolerai
sulla neve azzurra rialzati e riprendi
il cammino.

Così, come ho fatto io mille volte,
anche se poi ti ho bagnata con le
mie lacrime dicendoti che erano
gocce di pioggia.

“Ed ora dormi, dolce angelo,
domani ti leggerò un altro
capitolo di questa bella favola”.